Jole Bovio era nata a Roma il 21 gennaio del 1897 ma viene considerata una siciliana d’adozione perché trascorse gran parte della sua vita a Palermo e lì morì il 14 aprile del 1986.

Così viene descritta, nelle Siciliane a cura di Marinella di Fiume, dalla figlia Marina Marconi Carusi : “era severa con sé stessa prima che con gli altri, limpida nel pensiero e tenace nell’azione, nel suo lavoro coniugava una squisita sensibilità del bello con un profondo senso del dovere e dello Stato… capace di grande solidarietà umana… moglie, madre, nonna e bisnonna amorevole e autorevole, a volte ansiosa e drammatica, nascondeva con pudore i momenti di fragilità con un sorridente ricorso all’ironia”.

La madre di Jole, Giulia Beccaria, discendeva dalla famiglia del noto Cesare autore Dei delitti e delle pene e il padre, Giovanni, era un alto ufficiale piemontese.

Dopo gli studi liceali si laureò a pieni voti, nel 1921, in Lettere all’Università La Sapienza di Roma con una tesi in Topografia romana. Tre anni dopo, grazie a una borsa di studio, si specializzò in Archeologia presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene, unica donna specializzanda.

Effettuò sopralluoghi anche a Rodi e a Costantinopoli, divenendo così una pioniera in questo campo. In Grecia conobbe l’archeologo Pirro Marconi con cui si sposerà nel 1926. Un anno dopo si stabilì definitivamente a Palermo con l’incarico di Ispettrice dell’Ufficio alle Antichità della Sicilia occidentale e nel 1928 divenne madre di Marina.

In Sicilia, superando diffidenze e ostacoli relativi al suo sesso, partecipò a una trentina di campagne di scavi nelle province di Palermo, Trapani e Agrigento, tra cui quelle nella Grotta di Cala Genovesi a Levanzo e della grotta di Niscemi sul Monte Pellegrino. Fu sempre lei a studiare e provvedere a mettere sotto tutela i graffiti della Grotta dell’Addaura. Progettò la riedificazione con “risollevamento” del Tempio E di Selinunte e si occupò del restauro del Tempio di Segesta. A Boccadifalco, proprio alle porte di Palermo, ritrovò i resti di un villaggio dell’età del bronzo scoprendo molte tombe collettive a grotticelle. A Petralia Sottana condusse una seconda campagna di scavi nella preistorica Grotta del Vecchiuzzo.

Nell’aprile del 1938 rimase vedova: Pirro Marconi perse la vita in un incidente aereo al ritorno da una missione archeologica condotta in Albania.

Nel 1939 ottenne l’incarico della direzione del Museo Salinas di Palermo. In Italia furono solo due donne a ricoprire quel ruolo: Jole Bovio Marconi e Bruna Forlati Tamaro al Museo Archeologico di Venezia.

Si suole dire che Antonio Salinas creò il museo archeologico di Palermo ma Jole Bovio lo ricreò. Durante la Seconda guerra mondiale si prodigò alacremente per salvare i preziosi reperti. Li catalogò, li imballò e li trasportò, in gran segreto, presso il Convento di San Martino delle Scale: era un ingente quantitativo di dipinti, sculture, gioielli d’oro e preziose medaglie. Nei giorni in cui imperversava il conflitto sui cieli di Palermo, in solitudine, continuò a lavorare nel suo ufficio all’interno del Museo. Alla fine della Guerra, dopo il restauro di un’ala dell’edificio gravemente danneggiata dai bombardamenti, riportò i preziosi reperti nella sede originaria rinnovando il criterio di esposizione in un’ottica più moderna, più fruibile per i visitatori, con la sistemazione in grandi vetrine. Sempre durante il periodo bellico chiese ed ottenne l’aiuto prefettizio per recuperare legname per proteggere le Metope di Selinunte e le grondaie di Himera.

Fu docente di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana e di Paleontologia all’Università di Palermo e furono 67 le pubblicazioni scientifiche da lei redatte tra cui tre monografie. Tra queste ultime ricordiamo il Corpus Vasorum sulla collezione del museo di Palermo e la Cultura tipo Conca D’oro della Sicilia Occidentale, testo fondamentale per l’approfondimento della preistoria di quella zona geografica.

Fu insignita della Medaglia d’oro al Merito della Cultura, Arte e Scuola e venne nominata Commendatore della Repubblica.

Femminista ante litteram partecipò attivamente alle battaglie per il diritto di voto alle donne, manifestando con le suffragette sotto la casa di Giolitti in via Cavour a Roma. Sostenne sempre la parità di genere non solo nelle professioni ma nella società italiana in generale, conscia delle difficoltà da lei affrontate in un periodo di orientamento conservatore e patriarcale.

Fu socia a Palermo della prima associazione di donne diplomate e laureate la Fildis e fu anche socia fondatrice e presidente del Soroptmist.

Sempre presente nella vita culturale palermitana non solo nei momenti di divulgazione e di approfondimento sul valore dei monumenti ma anche nei circuiti dell’arte contemporanea e negli eventi musicali da appassionata di lirica.

Come ha affermato Donatella Barazzetti in occasione del convegno “Archeodonna” organizzato nel 2018 al museo Salinas: “La vita di questa donna è un impasto inestricabile tra passione per la ricerca, per la propria attività e la vita personale. È difficile individuare un confine perché un unico filo cuce insieme i diversi ambiti: quello della adesione appassionata al vivere”.

La sezione preistorica del Museo Salinas porta il suo nome, come una via a Palermo e una a Paceco. Il piazzale antistante il Parco archeologico di Selinunte è a lei intitolato.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Jole Bovio Marconi

Pubblicazione Museo nazionale Archeologico di Palermo a cura di Jole Bovio Marconi ed. Istituto poligrafico dello Stato


Siciliane Dizionario biografico a cura di Marinella Fiume Emanuele Romeo Editore 2006

Intervento di Donatella Barazzetti all’evento “Archivia-donne in relazione ricorda Jole Bovio Marconi” Museo Salinas 15 maggio 2019

Intervento di Marco Carusi all’evento “Archeo-Donna” Museo Salinas 8/9 marzo 2018

Stralcio trascrizione intervista a Marina Marconi effettuata da Angela Lanza e Daniela Dioguardi



Voce pubblicata nel: 2024