Nel 2017, Akaretler Sıraevler, moderno spazio dedicato all’arte sito nell’elegante quartiere di Beşiktaş, nella costa occidentale di Istanbul, ha ospitato una retrospettiva di arte ceramica intitolata “Füreya”, nome proprio femminile, non accompagnato da alcun altro simbolo o riferimento. Gli avventori e avventrici non appassionati di cultura e arti turche potrebbero erroneamente considerarlo uno stile o un termine collettivo riferito a un movimento artistico, ma gli appassionati avranno di certo intuito chi sia l’artefice delle opere esposte: Füreya Koral, ceramista nota per la sua prolifica produzione artistica, caratterizzata da una forte impronta moderna, e per essere stata una delle prime eminenti esponenti dell’arte ceramica turca contemporanea.
Gli anni della nascita e dell’infanzia dell’artista, i cui natali risalgono al 1910 a Büyükada, una delle rinomate e lussureggianti isole di Istanbul, potevano già essere segni premonitori della forte personalità e tenacia che hanno contraddistinto Füreya nel corso della sua vita. La Prima Guerra Mondiale avrebbe sconvolto l’Europa e le zone aree limitrofe in pochi anni, l’Impero Ottomano era ormai arrivato al capolinea, dopo decenni di debolezza militare, instabilità politica e economica, e iniziava ad affermarsi la Repubblica turca laica, nazionalista e fortemente ridimensionata sotto un punti di vista culturale, geografico, etnico e sociale.
Crescere in un contesto messo alla prova da numerosi eventi e mutamenti non sarebbe stato facile per alcun individuo, e Füreya ha avuto al contempo il privilegio e la sfortuna di essere nata in una famiglia appartenente alla borghesia ottomana in un contesto storico in cui l’Impero Ottomano stava decadendo in maniera lenta ed inesorabile. Nonostante la frattura all’interno della sfera ottomana si andasse ampliando sempre di più, il futuro di Füreya sembra già genealogicamente predestinato all’arte e alla grandiosità. Era infatti figlia di Emin Koral, ufficiale ottomano e compagno di classe nella medesima scuola frequentata da Mustafa Kemal, e nipote d’arte di Aliye Berger, pittrice, e Fahrelnissa Zeid, principessa irachena ma soprattutto artista, alla quale il TATE ha dedicato una retrospettiva.
Durante la sua adolescenza e carriera scolastica, l’artista ha avuto la possibilità di studiare in prestigiosi istituti privati di Istanbul, che le hanno permesso di coltivare la sua passione per le arti e una perfetta padronanza del francese. Dopo un primo, violento quanto di breve durata, matrimonio avvenuto negli anni ’30, l’artista si risposerà nel 1935 con Kılıç Ali, deputato e intimo conoscente di Mustafa Kemal. È proprio con il cognome del secondo marito che firmerà i suoi articoli in qualità di critica musicale per il noto quotidiano turco Vatan.
Se la vita lavorativa e pubblica di Füreya sembrava volgersi nell’ambito della critica musicale, nel 1945 si rivela cruciale la collaborazione con la zia Zeid, che aiuta nell’organizzare l’inaugurazione della sua prima mostra presso il Ralli Apartment ad Istanbul.
Nel momento in cui stava delineandosi il profilo artistico di Koral, le viene diagnosticata una grave forma di tubercolosi che la costringe a trasferirsi in Svizzera per curarsi nel 1947. Nelle difficoltà e negli stenti della malattia, Füreya trova riparo nell’arte della ceramica, una passione al contempo così travolgente e curativa che le consentirà di trasferirsi a Parigi dopo solo due anni di trattamenti per sviluppare la sua ricerca artistica e crearsi uno spazio proprio nell’ambiente parigino.
La ripresa dalla malattia e il fermento culturale in cui si era immersa l’hanno condotta nel 1951 alla prima vera consacrazione nelle vesti di ceramista: l’apertura della sua prima mostra a Parigi, presso la Galerie M.A.I., e, a distanza di solo sei mesi, dell'esposizione gemella presso la Maya Sanat Galerisi di Istanbul.
La continua ricerca di nuovi materiali e tecniche con cui dare forma alle proprie opere, sulle quali si individuano il lascito dei suoi viaggi in Messico, Giappone, l’uso di diversi materiali scultorei e lo studio dell’arte ittita ed egizia, è la prima cifra stilistica di Füreya. Delimitare la figura di Koral alla declinazione al femminile, la ceramista, è risulta alquanto riduttivo, poiché ha rappresentato in toto una evidente e interessante cesura nell’arte della ceramica contemporanea. In Turchia l’arte della ceramica ha sempre goduto di grande diffusione e numerose sono le città rinomate tutt’oggi per la produzione incessante e massiccia di manufatti ceramici: la rivoluzione di Füreya Koral è consistita nell’apportare modernità ed estro in un’arte fossilizzata nei propri schemi e strutture classici.
In un reportage a lei dedicato in occasione di una sua mostra, lo scrittore Yaşar Kemal riporta le seguenti parole dell’artista, dalle quali traspare la sua profonda umanità e il desiderio di rivoluzionare l’arte ceramica, riposizionandola in una dimensione legata alla quotidianità e alla utilità, rendendola a disposizione di tutti:
“Voglio che anche il più povero di tutti mangi nel piatto di ceramica che ho fatto io, che le mie opere siano di tutti. […] Che ci siano tazzine in tutti i caffè, in tutte le case, ricche o povere, belle o brutte. […] L’arte non si imprigiona nei musei. Quella è arte morta.”
Il desiderio, programmatico, di non confinare l’arte nei luoghi naturalmente preposti a custodirla – musei, spazi espositivi, palazzi del potere e/o del sapere – ha permesso all’artista di dare forma a una produzione artistica estremamente varia, spaziando da tazze e teiere fino a pannelli tridimensionali, che vedono il sovrapporsi di più materiali alla ceramica, plastica compresa.
Gli anni ’60 contribuiscono a consacrare definitivamente il progetto di ceramica diffusa di Füreya, che abbellisce con pannelli la hall dell’hotel Marmara di Ankara, i bazar Ulus Çarşısı di Ankara e Manifaturacılar Çarşısı di Istanbul, la facoltà di odontoiatria dell’università “Hacettepe” di Istanbul.
La creatività di Koral, che per la maggior parte della propria carriera si è immersa nelle tradizioni artistiche orientali e occidentali, nell’antico e nel moderno, in una pluralità di oggetti e colori, vede, verso gli anni ’80 e ’90, in prossimità della tarda età, un lento cambiamento di prospettiva: la progressiva sensazione di isolamento dal mondo circostante, sempre più in crescita e frenetico, la spingono verso un’arte più cupa e a tratti astratta.
La sensazione di inadeguatezza dell’artista è esemplificata dalle serie “Evler” (letteralmente, “case”), consistente in cubi di medie dimensioni spigolosi e vuoti e “Yürüyen İnsanlar” (traducibile con “persone che camminano”), raffigurante in piccole figure umane, separate l’una dall’altra, dallo sguardo vuoto e gli occhi vacui.
The Füreya Koral retrospective: Turkey's pre-eminent modern ceramicist
Turkey pays homage to 'ceramicist for the people', articolo via Al-Monitor
Articolo su Radikal.com
Kemal, Yaşar. “Füreyanın Çini Cenneti” in Röportaj Yazarlığında 60 Yıl. edited by Raşit Çavaş, Beyoğlu, İstanbul, Yapı Kredi Yayınları, 2011.
Referenze iconografiche:
Prima immagine: Füreya Koral nel suo studio, 1965. Foto di Salt Research. Fonte Flickr.
Seconda immagine: Tavolo da caffè in ceramica realizzato per la Grand National Assembly di Ankara, 1961.Foto di Ealinggirl1954. Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.
Voce pubblicata nel: 2021
Ultimo aggiornamento: 2023