Cristina Fernández nasce a La Plata da Ofelia Wilhelm, impiegata presso la Dirección General de Rentas e segretaria generale dell’Asociación de Empleados de Rentas e Inmobiliarios, e da Eduardo Fernández, autista di autobus. La modesta famiglia d’origini spagnole in cui cresce è composta anche dalla sorella Gisele, minore di due anni, dal nonno materno vedovo Carlos Wilhelm e dalla zia nubile Noemi.
Trascorsa l’infanzia e l’adolescenza fra le città di La Plata, Ringuelet e Tolosa, s’iscrive all’Universidad Nacional de La Plata, in un primo tempo, alla Facultad de Psicología per passare poi a quella di Ciencias Jurídicas y Sociales. Milita nella Juventud Peronista del proprio quartiere, partecipa alle Mesas de Construcción Nacional nella facoltà e, nel 1973, è fra gli universitari che accolgono all’aeroporto Perón rientrato dall’esilio in Spagna. È in questo ambiente che, nel 1974, conosce Néstor Kirchner, militante nella Federación Universitaria de la Revolución Nacional e vicepresidente del Centro de Estudiantes Santacruceños de La Plata, con il quale - dopo sei mesi di fidanzamento - si sposa. Dalla loro unione nascono, nel 1977, Máximo e, nel 1990, Florencia.
La repressione di ogni attività politica avviata dai militari dopo il golpe del 24 marzo 1976 induce la coppia a lasciare La Plata, per trasferirsi nella provincia di Santa Cruz a Río Gallegos, città natale di Néstor, dove Cristina conclude gli studi (1979), mentre il marito avvia uno studio legale e inizia ad accumulare un considerevole patrimonio immobiliare. Con i soldi, poi, arriva per entrambi la carriera politica nelle fila del Parido Justicialista: Néstor è eletto sindaco della città nel 1987, poi governatore della provincia nel 1991 e, infine, nel 2003, Presidente della Nazione.
Cristina, nel 1989, è eletta deputata provinciale, riconfermata nel 1993 e nel 1995, e, a livello nazionale, in rappresentanza della provincia di Santa Cruz, integra nel 1994 la Convención Nacional Contituyente. È poi senatrice nazionale dal 1995 al 1997, quando viene espulsa dal partito per essersi opposta ad alcuni progetti dell’allora Presidente Menem e, dunque, rinuncia anche al seggio di senatrice, per rientrare - lo stesso anno - nel legislativo nazionale come deputata sino al 2001. Dal 2001 al 2005 è nuovamente senatrice nazionale e presiede la Comisión de Asuntos Constitucionales e, infine, dal 2005 al 2007 è senatrice nazionale per la provincia di Buenos Aires e sostenuta dal Frente para la Victoria (alleanza politica d’ispirazione peronista, fondata nel 2003 dal marito).
Dal 2003 al 2007 è inoltre Primera Dama, in quanto consorte del Presidente della Nazione, incarico che lei stessa assume il 28 ottobre 2007 eletta con il 45,29% dei voti, dopo una campagna elettorale con poche apparizioni pubbliche e senza confronti diretti con gli avversari, quasi non avesse bisogno di dimostrare nulla.
Atteggiamento che però passa in secondo piano dinanzi alla sua promessa di proseguire col programma di governo del coniuge, che aveva risollevato il paese dalla crisi economica del 2001-2002 e che, di fatto, la impone agli elettori, non ricandidandosi per un secondo mandato, ma indicando in lei l’erede ideale. E in effetti, sono molti gli aspetti del suo primo mandato (2007-2011) che evidenziano il legame con l’amministrazione del marito che le passa sì il testimone, ma - si dice - non smetta di consigliarla, suscitando le critiche dell’opposizione, che l’accusa di nepotismo, in quanto coniuge del predecessore. La stampa intanto conia il termine matrimonialismo, per indicare la moglie a capo dell’esecutivo e il marito a capo del partito politico di maggioranza.
A livello politico nasce poi il kirchnerismo, che coinvolge la maggior parte delle forze politiche che si dividono, al proprio interno, in settori kirchneristi e anti-kirchneristi. A Cristina, in particolare, si rimprovera l’eccessiva attenzione alla propria immagine (quasi un’ossessione per i vestiti, il trucco e soprattutto i capelli), ma si riconosce anche una spiccata capacità oratoria, un carattere forte e il riuscire a tener testa a consumati politici.
Durante il suo primo mandato comunque il paese continua a crescere a ritmi sostenuti (il Pil intorno all’8%), insieme agli investimenti nell’industria e nell’innovazione scientifica e tecnologica, ai salari, ai consumi e all’occupazione; proseguono i sussidi a pioggia a poveri e anziani bisognosi e la costruzione di scuole e infrastrutture. Le tasse sulle esportazioni agricole, soprattutto la soia, garantiscono al governo la copertura finanziaria per realizzare tali ambiziosi obiettivi e, proprio per aumentare le risorse, già nel 2008, la Fernández tenta di aumentare le imposte sulle esportazioni di soia, scontrandosi con il settore agroindustriale e registrando un calo dei consensi sino al 30% e una sconfitta alle elezioni legislative del giugno 2009. Inoltre, le politiche progressiste adottate in materia di natalità e sessualità e, nel luglio 2010, il riconoscimento del matrimonio gay, hanno suscitato l’opposizione della Chiesa e della classi più conservatrici.
Riscuotono consensi, invece, la maggior attenzione ai diritti umani con l’aumento dei procedimenti giudiziari verso i militari responsabili delle loro violazioni durante l’ultima dittatura e, nelle relazioni estere, i rinnovati rapporti con i paesi dell’area e la promozione dell’integrazione regionale.
La prematura scomparsa del marito - il 27 ottobre 2010 - ha suscitato commozione nel paese, frustrando il progetto della coppia presidenziale di una ricandidatura di Néstor alle elezioni del 2011, per un nuovo passaggio del testimone “in famiglia”. Ma la tragedia personale ha avvicinato Cristina alla gente, rendendola più umana e vulnerabile, tratteggiando l’immagine di una “donna sola al comando”. Forte del consenso popolare riacquistato, si è candidata per un secondo mandato che ha facilmente vinto nell’ottobre 2011, dopo aver condotto una campagna elettorale vestita a lutto e con la voce rotta dal pianto, evocando - da una parte - con l’espressione “El” il coniuge scomparso e snocciolando - dall’altra - i dati sulla crescita del paese, tenendo testa agli analisti che l’accusavano di manipolarli e che le rimproveravano l’eccessiva dipendenza dell’economia e dello sviluppo dal prezzo della soia, tanto da far temere per ogni sua minima oscillazione. Forte del 54% dei consensi e con il controllo assoluto del Congresso ha assunto così il secondo mandato nel dicembre 2011, che durerà sino al 2015.
“Cristina” - come la chiamano affettuosamente gli argentini - o “CFK” - come le piace essere chiamata, mentre odia l’espressione “la Kirchner” - è dunque, in Argentina, la prima donna ad essere stata eletta due volte Presidente della Nazione, se si esclude María Estela Perón, nota come Isabelita, che subentrò al marito morto nel 1974. In America latina, è la terza donna a ricoprire tale carica, dopo Michelle Bachelet in Cile (2006-2010) e l’attuale presidente del Brasile, Dilma Rousseff.
Russo, Sandra, La Presidenta. Historia de una vida, Sudamericana, Buenos Aires, 2011
Walger, Sylvina, Cristina. De legisladora combativa a presidenta fashion, Ediciones B, Buenos Aires, 2010
Wornat, Olga, Reina Cristina. Vida publica y privada de la mujer más poderosa de Argentina, 2005
Referenze iconografiche: La presidente durante il messaggio di fine anno, 2011. Immagine tratta da un file più ampio. Foto di: Casa Rosada (Argentina Presidency of the Nation). Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic license.
Voce pubblicata nel: 2012
Ultimo aggiornamento: 2023