Amelia (Pincherle Moravia) Rosselli è stata una famosa scrittrice, oltre che nota anti-fascista, nonna dell’omonima poeta Amelia (detta Melina, figlia di Carlo) Rosselli.
Nei primi decenni del Novecento fu autrice rinomata di drammi e di commedie, scritte anche in dialetto veneziano. Importanti furono inoltre le sue attività di giornalista, scrittrice di racconti e di libri per l’infanzia, di direttrice di collana, attivista politica e sostenitrice della questione femminile.
Amelia era nata da una famiglia ebraica della buona borghesia veneziana, che aveva partecipato sia in linea paterna (Pincherle Moravia) che materna (Capon) ai moti risorgimentali e alla difesa della Serenissima durante la Repubblica di Manin, tanto che alcuni dei suoi esponenti furono costretti all’esilio a Parigi. Tra i fratelli di Amelia, si ricordano Gabriele (giurista e senatore del Regno) e Carlo (architetto e padre dello scrittore Alberto Moravia).
Dopo essersi trasferita a Roma, Amelia aveva sposato il musicista Giuseppe (Joe) Rosselli, col quale trascorrerà alcuni anni a Vienna, dal 1892 al 1896. I genitori del marito – Sabatino Rosselli e Harriet Nathan - erano di tradizione repubblicana e liberale e avevano sostenuto Mazzini durante gli anni dell’esilio londinese. Mazzini morirà a Pisa a casa Rosselli, sotto lo speudonimo di Mr. Brown, ospite degli zii Pellegrino Rosselli e Janet Nathan.
Amelia ebbe da Joe tre figli: Aldo (1895-1916), Carlo (1899-1937) e Nello (1900-1937). Si separò tuttavia dal marito nel 1903, trasferendosi coi figli da Roma a Firenze. I figli di Amelia crebbero in un ambiente culturalmente stimolante, politicamente attivo e socialmente impegnato. Aldo, studente di medicina, partì volontario per la prima guerra mondiale, morendo nel 1916 sul fronte carnico.
Carlo, professore di economia, lasciò l’insegnamento per la lotta politica. Inviato al confino nell’isola di Lipari, riuscì a fuggire, riparando a Parigi, dove fondò il movimento di “Giustizia e Libertà”.
Nello, storico del Risorgimento, dopo aver subito il confino, deciderà di restare a vivere in Italia, continuando – attraverso i suoi studi – la sua opposizione al regime fascista. Carlo e Nello vennero uccisi a Bagnoles-de-l’Orne in Francia nel 1937, per mano dei Cagoulard, sicari francesi assoldati dai fascisti italiani.
Dopo l’assassinio di Carlo e Nello, Amelia scelse volontariamente l’esilio assieme alle due nuore e ai sette nipoti. Dopo aver abitato in Svizzera, a Villars-sur-Ollon dal 1937 al 1939, andrà a vivere nel Regno Unito, a Quainton-Bucks dal 1939 al 1940, per poi trasferirsi negli Stati Uniti, a Larchmont, dove visse dal 1940 al 1946, quando quando fece ritorno in Italia. Morì a Firenze nella sua casa di Via Giusti nel 1954.
Oltre ad articoli apparsi su «Il Marzocco» dal 1904 al 1914, fra le opere di Amelia Rosselli si ricordano i drammi teatrali quali Anima, Torino, Lattes 1901; Illusione, Torino-Roma, Roux & Viarengo 1906; Emma Liona (Lady Hamilton), Firenze, Bemporad 1924. Degne di menzione sono anche le sue commedie in dialetto veneziano: El réfolo, Milano, Treves 1910; El socio del papà, Milano, Treves 1912; San Marco, Milano, Treves 1914. Fra i suoi racconti si vedano: Felicità perduta, Livorno, Belforte 1901; Gente oscura, Torino-Roma, Roux & Viarengo 1903; Fratelli minori, Firenze, Bemporad 1921. Si considerino anche i libri per l’infanzia: Topinino. Storia di un bambino, Torino, Casa Editrice Nazionale, 1905; Topinino garzone di bottega, Firenze, Bemporad 1910.Per gli epistolari: Carlo, Nello e Amelia Rosselli, Epistolario familiare (1914-1937), a cura di Z. Ciufoletti, II ed., Milano, Mondadori 1997; M. Calloni e L. Cedroni (a cura di), Politica e affetti familiari. Lettere dei Rosselli ai Ferrero (1917-1943), Milano, Feltrinelli 1997; Carlo Rosselli, Dall’esilio. Lettere alla moglie 1929-1937, a cura di C. Casucci, Firenze, Passigli 1997. Importante è l’autobiografia: Amelia Rosselli, Memorie, a cura di M. Calloni, Bologna, il Mulino 2001.
Di interesse sono anche le missive inviate da Alberto Moravia alla zia Amelia: A. Moravia, Lettere ad Amelia Rosselli con altre lettere familiari e prime poesie (1915-1951), a cura di S. Casini, Milano, Bompiani 2010.
Per studi critici: M. Calloni, “Ebraismo, italianità e questione femminile in Amelia Rosselli”, in: S. Visciola, G. Limone (a cura di), I Rosselli: eresia creativa, eredità originale, Napoli, Guida 2005, pp. 41-61; M. Calloni, “Le due Amelie e le diaspore della lingua m/paterna”, in: Quaderni del Circolo Rosselli, 2007, n. 3, pp. 13-33; M. Calloni. “Freedom and Resistance against Oppression: The Legacy of Amelia Rosselli”, in: J. Szapor, A. Pető, M. Hametz, M. Calloni (eds.), Jewish intellectual Women in Central Europe 1860-2000: Twelve Biographical Essays, New York, Edwin Mellen Press 2012, pp. 129-172; G. Amato, Una donna nella storia. “Vita e letteratura di Amelia Pincherle Rosselli”, in Quaderni del Circolo Rosselli, 2012, n.1.
Voce pubblicata nel: 2017
Ultimo aggiornamento: 2017