Volevo essere un’eroina e non vedevo motivo per cui una femmina non potesse diventarlo.
(Kelly, Westwood, 2015)

Vivienne Isabel Swire nasce l’8 aprile 1941 a Tintwistle, nel Derbyshire. Con i genitori e i fratelli, Dora e Gordon, vive un’infanzia felice, caratterizzata dall’amore per la lettura e la campagna inglese. Sin dai primi anni di vita la sua manualità e la sua inventiva vengono valorizzate a scuola, dove a 8 anni inizia a prendere le prime lezioni di cucito, e a casa, dove viene incoraggiata “a creare più che a leggere” (Kelly, Westwood, 2015).

Nel periodo liceale alla Glossop Grammar School, inizia ad avvicinarsi all’arte su esortazione dell’insegnante Gordon Bell che, dopo averla vista disegnare un bozzetto di moda, la aiuta nella creazione del primo portfolio.
Me ne andavo in giro per la Harrow a piedi scalzi, con un foularino in testa e una gonna lunga: ero proprio io!” (Kelly, Westwood, 2015).

Nel 1958, quasi diciassettenne, si trasferisce a Londra con la famiglia. Con il portfolio preparato insieme a Bell, Vivienne fa domanda per la Harrow Art School e viene ammessa. Delusa dal corso di modellismo sartoriale, passa al corso di lavorazione dell’argento, dove crea i primi gioielli che inizia a vendere nelle bancarelle di Portobello Road.
Nell’estate del ’58, Vivienne lascia la scuola e inizia a lavorare in una fabbrica Kodak per potersi pagare un corso di stenografia. Poco dopo abbandona il progetto, si specializza in Arte e inizia a insegnare ai bambini in una scuola di Harlesden.

Nel 1961 conosce Derek Westwood e il 21 luglio 1962 è già all’altare, in ritardo e con un vestito cucito da lei. Vivienne descrive il matrimonio con Derek come una tappa obbligata dalle restrizioni sessuali che la società dell’epoca imponeva alle ragazze, affermando che “anche se mi fidanzai con Derek, alla fine sapevo che avrei voluto uscire da quella relazione per sperimentare altro” (Kelly, Westwood, 2015). Nel 1963 nasce il figlio, Ben Westwood. Nello stesso anno, Vivienne pone fine al matrimonio con Derek: la voglia di ampliare i propri orizzonti culturali è più forte della favola dell’amore.

Nel 1965 conosce Malcom McLaren, studente d’arte, al tempo coinquilino del fratello, e poco dopo rimane incinta di lui. Vivienne parla di Malcom come del suo primo partner intellettuale: è un uomo carismatico e arguto, che le offre una nuova prospettiva sull’arte e sul mondo, ma è anche manipolatorio e bisognoso di approvazione, tanto da oscurare spesso il talento della compagna.

Alla nascita del bambino, Joseph, il 30 novembre 1967, Malcom non si trova in ospedale: si presenta solo dopo cinque giorni. L’assenza nella vita domestica diventa una costante e Vivienne trascorre anni molto duri, dovendo badare ai bambini e portare avanti, nel frattempo, il lavoro di insegnante. È in questo periodo che Vivienne trova negli abiti la sua oasi di felicità: dopo essersi licenziata dalla scuola, utilizza i soldi dell’ultimo stipendio per comprare una macchina da cucito Singer.

La forma di una t-shirt è semplice e bellissima. Ne apprezzi la forma, il corpo che ci sta sotto, ma anche l’immagine: è una tela.
(Kelly, Westwood, 2015)

Nel 1971 apre, assieme a Malcom, il primo negozio al 430 di King’s Road: Let It Rock. Ben presto inizia a sperimentare con i vestiti in modo del tutto originale, passando dagli iniziali completi da Teddy boy alla creazione di pezzi molto più insoliti e sovversivi, con borchie, pezzi di pneumatici, ossa di pollo, cuciture al contrario e zip in corrispondenza dei capezzoli.

Gioco con l’idea di sessualità perché non mi piace l’ortodossia in nessuna forma.
(Johnson, 2024)

Il negozio subisce continui rebranding: nel 1972 prende il nome di Too Fast to Live Too Young to Die e inizia a produrre le t-shirt con scritte di stampo anarchico. Nel 1974, diventa SEX e viene decorato con accessori pornografici e fetish, segnando un punto fondamentale in quella che sarebbe diventata la futura cultura punk. Successivamente, il negozio prende il nome di Seditionaries e poi, nel 1979, diventa Worlds End, nome che porta ancora oggi. Il nome di Vivienne è anche indissolubilmente legato agli esordi dei Sex Pistols, gruppo punk rock fondato nel 1975 da McLaren, i cui abiti portano la firma della stilista.

Sul finire degli anni ’70, Vivienne si allontana dal punk, delusa dal fatto che il movimento abbia perso la sua iniziale spinta rivoluzionaria. Ha così inizio l’era del New Romantic, movimento che riprende i drappeggi, i volant e le sottovesti di fine ‘800 e li unisce a elementi glam rock degli anni ’70, come i trucchi eccentrici e i capelli cotonati.

Il 1981, la collezione Pirate rappresenta un punto di svolta: gli abiti di Vivienne fanno la prima comparsa in passerella. Gli anni successivi si caratterizzano per una fervida ispirazione creativa, che trova espressione in diverse collezioni, come la Buffalo/Nostalgia of Mud (1982), ispirata allo stile delle donne peruviane, Witches (1983), che vede la collaborazione di Vivienne e dell’artista Keith Haring, e Hypnos (1984). Il 1985, con la collezione Clint Eastwood, segna la fine formale dei rapporti lavorativi tra Vivienne e Malcom, da tempo lontani anche nella vita privata.

Verso la seconda metà degli anni ’80, la produzione di Vivienne inizia ad assumere i tratti distintivi con i quali è oggi riconosciuta: nasce l’orb, il globo con croce e anelli, simbolo della regalità inglese da un lato e dell’innovazione dall’altro. Con le collezioni Harris Tweed (1987) e Anglomania (1993), Vivienne continua il progetto di riattualizzazione dei materiali tradizionali britannici, come il tweed e il corsetto, non più elementi costrittivi ma grido di libertà.
Tra gli anni ’80 e ’90, la vita di Vivienne cambia anche in ambito sentimentale: mentre insegna arte applicata a Vienna, conosce lo studente Andreas Kronthaler. I due cominciano presto a collaborare sul piano lavorativo e si sposano nel 1992.

Bisogna scendere in profondità per capire chi si è, che cos’è il mondo e come le cose potrebbero essere migliori. Questo implica una cultura che si può acquisire solo con l’autoeducazione: l’essere umano deve essere lo specchio del mondo.
(Johnson, 2024)

Agli inizi del 2000, Vivienne inizia a usare la moda per fare attivismo. Dal 2007 bandisce le pellicce dalle collezioni, scegliendo materiali vegani e, l’anno dopo, redige il manifesto dal titolo Active Resistance to Propaganda.

Nel 2012, fonda la Climate Revolution, con l’obiettivo di fornire alle associazioni una base sicura per portare avanti la battaglia contro il cambiamento climatico e spingere i grandi marchi a ridurre l’uso di combustibili fossili. Negli anni seguenti dedica anima e corpo all’attivismo, contribuendo con manifestazioni contro la fratturazione idraulica del terreno e istituendo, nel 2019, la Vivienne Foundation, che ancora oggi opera con l’intento di “fermare il cambiamento climatico, fermare la guerra, difendere i diritti umani e protestare contro il capitalismo” (Johnson, 2024). Nel 2021, all’età di 80 anni, partecipa al progetto Letters to the Earth, affrontando il tema del rapporto tra economia e sostenibilità.

Il ruolo di Vivienne nella moda britannica riceve un riconoscimento ufficiale nel 1992 con l’onorificenza The Most Excellent Order of the British Empire e, successivamente, nel 2006, con il riconoscimento Dame Commander.
Muore il 29 dicembre 2022 a Clapham, a causa di una malattia che ha sempre tenuto lontana dai riflettori.

*voce a cura di Chiara Fratini.
Studentessa di Psicologia Clinica presso l’Università di Trento.
Partecipa al gruppo SCRIBUNT: gruppo di Scrittura e di Ricerca di Biografie - Università di Trento (referenti: Maria Barbone, Susanna Pedrotti, Lucia Rodler).

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Vivienne Westwood

Johnson, G. (2024). Vivienne Westwood. La storia dell’iconica stilista. Il Castello.
Kelly, I., Westwood, V. (2015). Vivienne Westwood. OL – Odoya Library.

Murgia, M. (2018), Vivienne Westwood (N. 6) [Episodio del podcast audio]. In Morgana.


Voce pubblicata nel: 2025