Il 17 gennaio giorno di Sant’Antonio che era il protettore degli animali, nelle famiglie contadine usava dar da mangiare agli animali qualcosa di speciale e di benedetto. La tradizione era che alla vigilia di Natale sulla tavola imbandita si metteva una bottiglia di vino bianco chiusa, una bella ciotola di granoturco e il pane rimasto tagliato a quadretti. Il tutto veniva benedetto dalle preghiere dell’anziano di casa poi accantonato. Ora le nuove generazioni non credono più a queste cose ma a noi all’epoca con la nostra semplicità sembrava una cosa giusta. (Dal diario di Vittoria Garagnani)
La tradizione era che alla vigilia di Natale sulla tavola imbandita si metteva una bottiglia di vino bianco chiusa, una bella ciotola di granoturco e il pane rimasto tagliato a quadretti. Il tutto veniva benedetto dalle preghiere dell’anziano di casa poi accantonato.
Ora le nuove generazioni non credono più a queste cose ma a noi all’epoca con la nostra semplicità sembrava una cosa giusta.
(Dal diario di Vittoria Garagnani)
Le è sempre piaciuto scrivere, anche se ha dovuto lasciare la scuola in terza elementare richiamata agli obblighi dalla famiglia, tutta impegnata in campagna: due braccia in più ai tempi facevano decisamente la differenza. In tarda età ha recuperato l’antica passione per la scrittura cominciando a tenere un diario sul quale annota gli episodi più importanti della sua vita, oltre a proverbi e filastrocche del suo passato.
Questo rispetto e amore della vita si sono tradotte però, all’età di 95 anni, in una nuova passione, quella per il disegno. Fino a quel momento attitudine nascosta, ma venuta alla luce, quasi misteriosamente, all’indomani di un ricovero ospedaliero dove, dopo essere uscita da un’anestesia, chiede carta e penna e comincia a disegnare. E dobbiamo alla sua famiglia l’aver raccolto e sollecitato questa vocazione, che si è tradotta in una produzione di fogli di grande potenza espressiva.
Vittoria firma tutti i suoi disegni a colori, indicando la sua età, quindi con consapevolezza e orgoglio. L’uso sapiente dei colori si esprime con mezzi semplici come penne e pennarelli. I fiori, gli alberi, i piccoli uccelli, le foglie ricamate raccontano di una donna che nella sua lunga vita ha saputo raccogliere suggestioni, delicatezze, racconti che comunicano pace e forza. Nonostante queste opere abbiano l’energia del disegno infantile c’è in esse una concentrazione che incanta come l’opera di una grande artista, un riverbero della sua vita cosi lunga e ricca.
Vittoria nasce a Bazzano il 21 novembre 1918, appena finita la guerra, in una famiglia contadina laboriosa e molto unita, quarta di 9 figli: 2 femmine e 7 maschi.
Nonostante la poca istruzione, con orgoglio cita ancora oggi le tabelline e le operazioni imparate a scuola.
La sua vita non è diversa da quella di moltissime ragazze dell’epoca, i suoi racconti tratteggiano un mondo dove i piccoli accadimenti del quotidiano reggono la trama di un’esistenza dedicata al lavoro e alla cura dei figli. Nei molti ricordi della sua giovinezza, raccolti con entusiasmo nel suo diario, racconta con quale trepidazione si aspettavano le feste come Natale, l’Epifania, Carnevale, perché erano i momenti allegri dell’anno. Ricorda l’abitudine delle feste da ballo in casa, in famiglia, e come l’invito per le ragazze dovesse essere fatto di persona al padre: anche quando il padre lo permetteva – e lo permetteva quasi sempre – Vittoria doveva andare accompagnata da uno dei suoi fratelli maschi; dato che erano in cinque, tiravano a sorte.
Vittoria ha 22 anni quando scoppia la Seconda guerra mondiale: un lungo periodo triste di apprensione e sofferenza, per la lontananza dei cinque fratelli e del giovane marito, Bruno Ricci, andato “sotto le armi”. Al termine della guerra fratelli e marito tornano tutti salvi e la vita riprende sui consueti binari di lavoro e famiglia.
Vittoria ha sempre vissuto a Bazzano, e ancora ricorda perfettamente dove erano i negozi, le botteghe e le molte osterie che lo animavano, sul suo diario descrive con ironia e affetto i personaggi che abitavano il paesaggio paesano. Per molti anni lei stessa ha tenuto un negozio di frutta e verdura che ha gestito con facilità grazie al suo carattere aperto e socievole.
Nel corso degli anni è entrata anche nel mondo del volontariato, con la Proloco di Bazzano, durante le feste dell’Autunno Bazzanese, ha gestito per diversi anni la vendita di prodotti autunnali, sughi d’uva e torte di castagne fatti da lei; ha collaborato inoltre col Centro Sociale “Renato Cassanelli” di Bazzano nella gestione del bar e le altre attività rivolte agli anziani o alle persone sole.
“La vita vale sempre la pena di essere vissuta”, è una espressione ricorrente di Vittoria anche quando ricorda i momenti più difficili e le pene più tristi della sua vita e la sua espressione artistica, in costante evoluzione ne è il segno più eloquente.
Voce pubblicata nel: 2018
Ultimo aggiornamento: 2023