È per me motivo di orgoglio e di profonda soddisfazione sentire le studentesse e gli studenti di tutta Europa che ora si riferiscono a me con l’affettuoso soprannome di Mamma Erasmus.

(dalla Lectio magistralis di Sofia Corradi in occasione del conferimento del Dottorato di ricerca h.c. in Psicologia sociale, dello sviluppo e ricerca educativa assegnatole dall’Università di Roma La Sapienza, 20 aprile 2021)

Figlia di Cosimo, ingegnere delle ferrovie, e di Anna, casalinga e già maestra elementare, Sofia Corradi nasce a Roma il 5 settembre 1934, primogenita di tre sorelle. I genitori («cittadini del mondo» come a Corradi piace ripetere in numerose interviste) la abituano sin da bambina a viaggiare, circostanza insolita per l’epoca, e a conoscere il mondo, instillandole fin da piccola la curiosità e la voglia di conoscere il diverso e l’ignoto.

Terminate le scuole, la giovane Sofia – che avrebbe voluto studiare medicina – si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma (allora, più semplicemente: Università di Roma, non essendovene ancora altre in città, come tiene a sottolineare la Professoressa), ove avrebbe conseguito la laurea col massimo dei voti e la lode. Gli studi giuridici sono imposti dal padre che, perfettamente in linea con lo spirito del tempo, temeva che la figlia a 24 anni, terminati i sei anni di medicina, sarebbe stata troppo vecchia per sposarsi e le impone perciò un corso di laurea più breve, di soli quattro anni.1

Nell’anno accademico 1957/58 Sofia vince insieme alla sorella minore Gemma – anch’essa sarebbe poi diventata docente universitaria – una borsa di studio Fulbright, «finanziata con la vendita all’asta dei residuati bellici della II Guerra Mondiale»2, che le permette di trascorrere l’intero anno presso la Graduate School of Law della Columbia University di New York, dove conseguirà un Master in Comparative Law.

È proprio al ritorno da questa esperienza unica che germoglia in Sofia l’idea di istituzionalizzare il riconoscimento delle esperienze di studio maturate all’estero. Nel settembre 1958, di nuovo a Roma, la sua richiesta di equiparare il master svolto oltreoceano e i tre esami che avrebbe dovuto ancora sostenere nella sua alma mater si scontra infatti con un netto rifiuto. Non le viene soltanto sbattuta la porta in faccia, Sofia Corradi viene dileggiata e accusata di volersi laureare dopo aver trascorso una “vacanza” in America: dovrà perciò sostenere quegli ultimi tre esami per conseguire la laurea.

Rabbia, delusione e umiliazione. Sarà da quella rabbia e da quell’umiliazione che nascerà l’Erasmus,3 il progetto educativo di maggior successo dell’Unione Europea.

Un’arrabbiatura e un’umiliazione: ecco la genesi dell’Erasmus. Ho promesso a me stessa che nessun altro studente avrebbe dovuto subire un’offesa come quella che avevo patito io.
(Sofia Corradi) 4

Dopo la laurea, Corradi affianca all’impegno accademico attività di ricerca sul diritto allo studio presso la Commissione per i Diritti Umani dell’ONU (nel 1962, come capo delegazione, unica vincitrice del IX concorso mondiale della International Federation of Business and Professional Women), l’Accademia di Diritto Internazionale dell’Aja, la London School of Economics e l’Università «La Sapienza», dedicandosi «ai temi della promozione della pace tra le nazioni mediante la reciproca conoscenza diretta fra popoli appartenenti a culture diverse, come pure al diritto all’educazione come diritto umano fondamentale». Parallelamente, diviene e rimane per anni consulente della Conferenza dei rettori delle università italiane, lavorando senza posa per la promozione degli scambi fra studenti di Università di paesi diversi.

Nel 1969 propone al Ministro dell’istruzione – per tramite del presidente dei Rettori italiani – il cosiddetto promemoria Corradi, un documento redatto da lei stessa in cui è contenuto il nocciolo di quel che poi sarebbe diventato il progetto Erasmus: «Lo studente, anche se non appartenente a famiglia residente all'estero, può chiedere di svolgere parte del suo piano di studio presso università straniere, presentandolo all’approvazione del Consiglio di Facoltà in preventivo. Il Consiglio di Facoltà potrà dichiarare l'equivalenza, che diventerà effettiva dopo che lo studente avrà prodotto la documentazione degli studi compiuti all’estero».

[…] Si tratta ora di dare questa possibilità anche a quei giovani (e sono certo la grande maggioranza) le cui famiglie non possono permettersi tale lusso. A parte il fatto che concedere tale possibilità allo studente non comporta alcuna spesa da parte dello Stato, il che non è certo trascurabile, è evidente che, dal punto di vista degli studenti e delle loro famiglie, un periodo di soggiorno all’estero non costituisce una spesa rilevante, a condizione che gli studi ivi compiuti vengano riconosciuti agli effetti del conseguimento della laurea: infatti non c’è molta differenza tra il mantenere un figlio agli studi per quattro anni in Italia oppure per tre anni in Italia ed uno all’estero. invece, a causa dell’attuale atteggiamento, un anno di studio all’estero costituisce un lusso, riservato a coloro il cui padre può permettersi di mantenerli allo studio per un anno più del normale[…].
(dal promemoria Corradi, 1969)

Del principio “erasmiano” contenuto nel promemoria Corradi, che pur viene accolto con favore dall’allora Ministro, non è fatta menzione nella legge 910 del 1969 di riforma del sistema universitario post 1968. Poco male, perché attraverso il riconoscimento dell’autonomia universitaria e della libertà dello studente di organizzare il proprio piano di studi (una novità assoluta) – princìpi, questi sì, previsti dalla riforma – vengono rimossi i principali ostacoli per la tanto agognata apertura internazionale degli atenei italiani: il 1969 prendono infatti avvio le riunioni bilaterali italo-tedesche e italo-francesi che, sull’impulso fornito dall’intuizione di Corradi, aprono i primi spiragli per una mobilità studentesca fra le università di quegli stessi Paesi.

Da allora, Sofia Corradi lavora per quasi un ventennio per trasformare il suo sogno in realtà.
Se già il 9 febbraio 1976 la Comunità Economica Europea adotta una prima risoluzione volta ad incoraggiare contatti fra atenei e scambi fra studenti, l’Erasmus prenderà forma soltanto verso la fine degli anni Ottanta, dopo il decennio dei cosiddetti Programmi Comuni di Studio (finanziati a partire dall’a.a. 1976/77), un progetto pilota condotto, ancora una volta su impulso della Professoressa, dalle Conferenze dei rettori italiana, tedesca e francese.

Il Programma Erasmus viene definitivamente varato dal Consiglio dei Ministri dell’Istruzione dei paesi europei il 14 maggio 1987: un risultato straordinario, unico nel suo genere, e un meritato riconoscimento degli anni di lavoro, spesso dietro le quinte, spesi da Sofia Corradi, Mamma Erasmus, per vedere concretizzato il suo obiettivo.

In questi quasi 40 anni di vita, l’Erasmus ha permesso a milioni di giovani europei di trascorrere uno o due semestri di studio in un Paese diverso da quello di nascita, favorendone le interconnessioni e una reciproca conoscenza del “diverso”. Dopo una prima fase in cui la partecipazione era riservata agli studenti universitari, questa preziosa esperienza è oggi aperta anche a giovani lavoratori, docenti, studenti delle scuole superiori. L’iniziale rodaggio del meccanismo Erasmus «è stato lento e faticoso, tanto che per arrivare a festeggiare il milionesimo studente ci sono voluti venti anni. Poi tutto è diventato più scorrevole e adesso il numero totale aumenta al ritmo di circa un milione ogni tre anni». 5

È un’attiva pacifista, il cui maggiore merito scientifico è di avere inventato, sin dal 1969, il Programma Erasmus dell’Unione Europea. Oltre ad avere ideato quel modello di esperienza interculturale che si sarebbe concretizzata nel Programma Erasmus, Sofia Corradi si è attivamente impegnata per ben diciotto anni in attività di ricerca e di promozione affinché la sua idea innovativa diventasse realtà.
(dal sito personale di Sofia Corradi)

Sul piano più strettamente accademico Sofia Corradi è stata a lungo docente di Educazione permanente degli adulti (Lifelong learning) nella facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre (1980-2004), dove per tre mandati (1993-2000) ha rivestito il ruolo di membro del Senato Accademico. Numerose le partecipazioni a gruppi di ricerca internazionali. Nel 2002 viene eletta nel comitato direttivo della EAEA (European Association for the Education of Adults), l’Associazione europea per l’educazione degli adulti.

Attualmente è Professoressa Emerita presso l’Università Roma Tre.
Tra le sue pubblicazioni si ricordano Educare all’internazionalismo (1963), Erasmus e Comet. Educazione degli adulti e formazione universitaria transculturale (1988), Cittadini italiani e cittadini europei. Per una educazione a nuove cittadinanze (2001), Erasmus ed Erasmus Plus. La mobilità internazionale degli studenti universitari (2015), oltre a numerosi altri contributi scientifici su tematiche inerenti alla pedagogia e all’educazione degli adulti.

Molti i premi vinti e i riconoscimenti ottenuti in ragione del suo pionieristico impegno per l’interculturalità e la mobilità studentesca, fra cui il Premio Europeo Capo Circeo, 35ª ed. (2016), il Premio Carlo V, 10ª ed. (2016), l’onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica Italiana (2017), la Gran Croce del re Alfonso X il Savio del Governo di Spagna (2017), il Premio Alcide De Gasperi-Costruttori dell’Europa (2018), il Premio Marisa Belisario (2019), il Dottorato h.c. in Psicologia sociale, dello sviluppo e ricerca educativa da parte dell’Università di Roma La Sapienza (2021) e, da ultimo (7 giugno 2024), la laurea h.c. da parte dell’Università Sorbona di Parigi.

La genesi e lo sviluppo dell’Erasmus sono raccontati dettagliatamente nel volume Erasmus ed Erasmus Plus. La mobilità internazionale degli studenti universitari (2015). Alla vita e al progetto di Sofia Corradi è stata dedicata, fra il resto, una puntata della trasmissione Nuovi Eroi. Storie di piccoli e grandi eroi contemporanei andata in onda su Rai Tre il 7 gennaio 2019.

Gli obiettivi generali dell′Erasmus si possono riassumere in due punti fondamentali: la promozione della pace attraverso l’amicizia tra i giovani di Paesi diversi e la democratizzazione del diritto allo studio offrendo a un gran numero di studenti (e anche di lavoratori di ogni livello) un’esperienza formativa all’estero che non comporta ritardo nel conseguimento del titolo di studio
(ancora dalla Lectio magistralis di Sofia Corradi in occasione del conferimento del Dottorato di ricerca h.c.)

Per il periodo 2021/2027 Erasmus+ dispone di una dotazione finanziaria pari a 28,4 miliardi di euro, che rappresentano un importo quasi doppio rispetto al Programma precedente (2014-2020): un trend positivo che dimostra la bontà e il valore del progetto.
È il grande risultato dell’opera di Sofia Corradi, Mamma Erasmus.

*voce a cura di Giacomo Gallo
Dottorando di ricerca in Studi Giuridici Comparati ed Europei presso l’Università di Trento. Partecipa al Gruppo SCRIBUNT: gruppo di Scrittura di Biografie- università di Trento (referenti: Maria Barbone, Susanna Pedrotti, Lucia Rodler).

Note


1 Lo dichiara la stessa Corradi in un’intervista al programma L’Ora Solare andato in onda il 10 dicembre 2019 sull’emittente TV2000.
Il video è disponibile a questo indirizzo.
2 Donne che hanno fatto l’Europa, Senato della Repubblica, 2017, p. 96.
3 Acronimo di EuRopean community Action Scheme for the Mobility of University Students.
4 «Ho inventato Erasmus perché mi avevano fatto arrabbiare» su La Stampa, 3 maggio 2016. Articolo disponibile a questo indirizzo.
5 S. Corradi, Lectio magistralis, Università «La Sapienza» di Roma, 20 aprile 2021.


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Sofia Corradi*

Corradi, S. (2015). Erasmus ed Erasmus Plus. La mobilità internazionale degli studenti universitari. Università degli studi “Roma Tre”. Disponibile a questo indirizzo.
Di Nonno, M. P. (2016). Per i giovani europei: intervista a Mamma Erasmus. Edizioni di Comunità.

Senato della Repubblica (cur.) (2017). Donne che hanno fatto l’Europa. Disponibile a questo indirizzo.

Caporaso, P., Mirandola, G., & Nanut, M. (2022). Pioniere: le donne che hanno fatto l’Europa. Settenove edizioni.

Sofia Corradi (2024, 15 luglio) in Wikipedia. Disponibile a questo indirizzo.

Sul sito personale di Sofia Corradi (https://www.sofiacorradi.eu) è disponibile ulteriore materiale: video, foto, articoli di giornale sul progetto Erasmus e sulla sua ideatrice.



Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2025