Dall’età di 4 anni la madre la fa cantare e ballare nei varietà, portandola in tournée per la provincia americana, più tardi insieme alla sorella minore June più docile e dotata, sulla quale si concentreranno tutte le ambizioni materne. Trascurata, Rose riesce a frequentare ogni tanto la scuola e diventa una lettrice appassionata. Con riluttanza, dirà poi, fa la ballerina di fila e viene scritturata dai fratelli Minsky che a New York gestiscono una catena di “burlesque”. Sotto il nome di Gypsy Rose Lee, diventa in quattro anni la spogliarellista più celebre degli Stati Uniti. I suoi monologhi spiritosi spiazzano gli spettatori mentre lei impiega fino a dieci minuti, un record, a svestirsi non sempre nel modo in cui se lo aspettano [1]. A Hollywood interpreta alcuni film stroncati dalla critica. Sul finire degli anni Trenta rientra a New York, milita a favore del Fronte popolare spagnolo, poi per i figli dei repubblicani orfani della guerra, si spoglia per beneficenza o per un cachet da star; si sposa e divorzia tre volte, ha un figlio da Otto Preminger - che non è uno dei suoi mariti - e grazie anche ai sostanziosi alimenti inizia una seconda carriera da autrice.
Pubblica due gialli The G-String Murders (1941), da cui viene tratto un film con Barbara Stanwick, e Mother Finds a Body (1942), scritti con l’aiuto di amici. Si trasforma in protettrice delle arti, frequenta il poeta Wynstan Auden, il compositore Benjamin Britten e parecchi intellettuali fuggiti dal nazismo e dal franchismo, che aiuta e sostiene. Dopo la guerra, per le amicizie con presunti filo-comunisti e “pervertiti sessuali”, cioè omosessuali come Auden, viene indagata dalla Commissione per le attività anti-americane del senatore Joseph McCarthy. Investe nella società Cinerama di Michael Todd, produttrice tra l’altro del Giro del mondo in ottanta giorni che costò 6 milioni di dollari e ne incassò 16. Dipinge ed espone i suoi quadri alla galleria Guggenheim, intanto continua a mantenere la madre ripetutamente abbandonata dagli amanti, indebitata e incline alle scenate violente. Dunque Rose provvede a prendere in affitto, nell’elegante Fifth Avenue, un appartamento di 10 stanze nel quale la madre apre una pensione per lesbiche finché viene arrestata per aver ucciso una cliente. Quando muore, nel 1954, Rose le dedica “un monumento”: Gypsy, il best-seller da cui Stephen Sondheim e Jules Styne traggono un fortunato musical e Hollywood un film.
Poco dopo si trasferisce a Los Angeles, in una villa piena di quadri, doni di Picasso, Mirò, Chagall e altri ammiratori. Fa una terza carriera in televisione come animatrice del proprio talk-show e recitando se stessa in diversi film e serie televisive. Brillante, cinica eppure impegnata fino all’ultimo in iniziative filantropiche, muore di cancro al polmone nel 1970.
1.Recita il suo monologo più famoso in Stage Door Canteen (1943), un film di Frank Borzage.
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Noralee Frankel, Stripping Gypsy: The Life of Gypsy Rose Lee, Oxford University Press, Oxford, 2009
Rachel Shteir, Gypsy: The Art of the Tease, Yale, N.H., Yale University Press 2009
Referenze iconografiche:
Prima immagine: Gypsy Rose Lee, seduta a una macchina da scrivere nel 1956. Foto di World Telegram & Sun photo by Fred Palumbo. Fonte: Library of Congress Prints and Photographs division.
Seconda immagine: Gypsy Rose Lee al Key West International Airport. Fonte: Jeff Broadhead Collection. Florida Keys Library. Creative Commons Attribution 2.0 Generic license.
Voce pubblicata nel: 2012
Ultimo aggiornamento: 2023