È stata la prima campionessa italiana di tennis. Per il suo impegno durante la Grande Guerra come crocerossina, è stata insignita della medaglia d'Argento al Valor Militare.
Rhoda de Bellegarde de Saint Lary nasce a Firenze l’8 agosto 1890. Chiamata familiarmente Rhodina, è figlia di Roberto de Bellegarde, un ufficiale sabaudo trasferito a Firenze quando questa città era capitale del neonato Regno d'Italia. La sua è una famiglia di antica nobiltà di origini francesi. Seguendo le orme della sorella Margherita, maggiore di lei di 8 anni, si appassiona al tennis, all'epoca sport praticato soprattutto dalle classi più elevate, vincendo i primi due campionati italiani femminili, nel 1913 e nel 1914 – quest'ultimo disputato nella sua città natale. Gioca anche in doppio insieme alla sorella.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale chiede di poter prestare servizio volontario e nel 1916 viene assegnata a un ospedale militare di Cormons come interprete per le ambulanze radiologiche inglesi. Ricalcando l'esempio della sorella, crocerossina dal 1908, si diploma infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana il 29 marzo 1917. Viene affiancata alla sorella in servizio all’ospedale n. 71 di Gradisca, tra i primi a essere travolti dalla massa in ritirata da Caporetto, e doverne affrontare gli esiti più drammatici.
Nella primavera del 1918 viene assegnata all’ospedaletto n. 191, allestito nel castello di Stigliano, nel Comune di Noale, nel Veneziano, lungo le retrovie del fronte del Piave. Nel settembre dello stesso 1918 anche a Stigliano si manifestano i primi casi della terribile influenza “spagnola”, quell’epidemia che in tutta Europa miete in questi anni decine di milioni di vittime, che si sommano alle innumerevoli causate dal conflitto. Anche Rhoda, che ha appena ventotto anni, viene colpita dalla spagnola, e muore il 13 ottobre del 1918, meno di un mese prima della fine della guerra.
Viene decorata con la Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
Animata da elevato sentimento del dovere rimase intrepida al compimento della sua missione durante intensi bombardamenti nemici. Singolare esempio di altruismo e di abnegazione, continua a prestare l’opera sua in ospedali avanzati sino a grave contagio, contratto nella cura degli infermi, che ne tronca la giovanile esistenza. 1
La Federazione Tennistica Italiana le dedicò per alcuni anni la Coppa Bellegarde, poi soppressa. Sostanzialmente dimenticata per decenni, la memoria di Rhoda de Bellegarde è stata riscoperta negli ultimi anni con il conferimento della cittadinanza onoraria alla memoria da parte del Comune di Noale e l'erezione di un cenotafio nel cimitero della frazione di Briana, dove sorgeva la sua sepoltura.
Una pagina a lei dedicata su tennisforum.com
Referenze iconografiche:
Prima immagine: Rhoda de Bellegarde, fonte: Croce Rossa Italiana. Immagine in pubblico dominio.
Seconda immagine: Tenniste italiane a Firenze nel 1907: Maud Maquay, Margherita de Bellegarde, Rhoda de Bellegarde e Margery Maquay. Fonte: Circolo del Tennis Firenze via Museo UNASCI. Immagine in pubblico dominio.
Voce pubblicata nel: 2015
Ultimo aggiornamento: 2023