Maria Chiara Toni è stata indicata tra le più significative e innovative artiste nell’ambito dell’incisione calcografica contemporanea da autorevoli esponenti della critica d’arte e della filosofia, tra i quali Mario De Micheli, Dino Formaggio, Renzo Margonari.

Incisora, disegnatrice, arredatrice, nasce nel 1950 a Porto Mantovano, nei pressi di Mantova, in una famiglia di estrazione piccolo borghese, il padre rappresentante di commercio e la madre, operaia tessile e poi casalinga, amante del bello e curiosa di conoscenza.
Sin dall’infanzia manifesta il suo interesse per l’arte e soprattutto per il disegno, che considera una specie di “cassaforte” ove riporre le idee più intime e le “stranezze” della sua immaginazione.
La sua educazione, ricevuta dalla madre e dalle nonne, risente di una forte impronta che potremmo dire “femminista”, naturalmente insofferente a un maschilismo imperante e discriminatorio.

Nella visione di sintesi di Maria Chiara, gli antichi miti arcaici di un mondo che non c’è più, se non nella sua memoria, si trasformano e si adattano perfettamente al nostro mondo reale. In gioventù, i primi punti di riferimento in arte furono Michelangelo scultore, Morandi, Munch, De Chirico, e soprattutto Picasso. A undici anni rimase folgorata da una natura morta proprio di Picasso raffigurante una brocca sopra a un piatto con delle pere, in una composizione fuori da ogni schema convenzionale.
Frequenta a Mantova l’Istituto Statale d’Arte, dove alcuni insegnanti, ammirati dai suoi progetti, la spronano a proseguire sulla strada dell’arte e del design.

Il trasferimento della famiglia a Cremona nel 1969 segna un nuovo percorso di vita e di lavoro. Diventa arredatrice, e questa attività l’aiuta a vincere l’innata timidezza. Nel contempo prosegue la sua attività artistica attraverso la pittura e il disegno, fino a quando, nel 1978 incontra l’artista Vladimiro Elvieri (compagno nell’arte e nella vita), con il quale intraprende, presso la stamperia del Torchio Thiene di Armando Martini, l’attività incisoria, che costituirà, con il disegno, il linguaggio privilegiato con il quale esprimere le idee e i sentimenti più intimi.

Ma un linguaggio che possa dirsi autonomo e personale, deve trovare soluzioni tecniche altrettanto personali, così Maria Chiara elabora a suo modo alcuni metodi dell’incisione, sperimentando nuovi supporti e strumenti inusuali, per giungere a risultati inediti. Riferendosi ai propri lavori Maria Chiara scrive:

Le mie figure rinchiuse nelle nicchie e i miei mezzi busti nei “depositi di manager” non sono nient’altro che proiezioni di sogni diurni, sarcastiche rappresentazioni di un campionario umano destinato a vivere spesso un tempo sbagliato, in uno spazio che pone in estrema evidenza l’ambiguità delle forme. (...) Figure femminili pesanti come la pietra che lottano ad ogni istante per una liberazione dai vincoli gravitazionali delle “norme codificate” del vivere, per un pensiero finalmente liberato dalle catene dei pregiudizi e dei luoghi comuni. L’essere donna ha influito enormemente sulla mia personalità; la mia visione ha contestato certi ruoli “al femminile” imposti da una cultura maschilista, purtroppo adottata e accettata, spesso inconsapevolmente, anche dalle stesse donne. Questo mi ha aiutata a creare delle metafore ironiche sul vivere la nostra condizione e a ritrovare me stessa.

Seguiranno mostre personali, tra cui ricordiamo quelle alla Biblioteca Sormani, allo Studio d’arte grafica e allo Spazio Aleph a Milano e in altre città, oltre a prestigiose collettive internazionali ad invito o a selezione (Cracovia, Tokyo, Pechino, Portland, Londra, Praga, Rosario ecc.), dove acquisisce premi e riconoscimenti, e nelle quali il confronto artistico è motivo di crescita e di riflessioni sullo stato della ricerca nell’arte a stampa in generale.

Con il compagno Vladimiro Elvieri (Schio, 1950) acquista un torchio e affitta uno studio dove poter proseguire, in contemporanea con il lavoro di arredatrice, l’attività incisoria, in prevalenza con le tecniche dirette della puntasecca e del bulino su plexiglas e su altri materiali metallici o plastici come il forex. Esegue personalmente anche la stampa al torchio, usando carte tradizionalmente bianche, in seguito sostituite da quelle marroni e infine nere, dove le luci non sono più determinate dal foglio bianco, ma dai segni incisi riempiti con inchiostri chiari, evidenziando così quei valori grafici di notevole impatto chiaroscurale e plastico, caratteristici della sua opera. Il bianco e nero, come la notte e il giorno, si fondono in una nuova visione del mondo, ribaltando ogni rapporto e superando ogni confine prestabilito.

Nel 1999, insieme al compagno, Maria Chiara è fondatrice di quella che sarà per un ventennio (fino al 2019) una delle maggiori biennali internazionali dedicate all’incisione contemporanea, dal titolo “L’arte e il torchio”, che ha presentato, nelle sue dieci edizioni, opere di centinaia di artisti dei cinque continenti, circa 2000 delle quali donate al Gabinetto Stampe e Disegni del Museo civico di Cremona. Tale rassegna, ad invito, comprendeva tre o quattro sezioni, da quella storica a quella degli artisti contemporanei, da quella riservata agli ex libris, fino ai lavori degli incisori italiani under 35.

L’impegno di Maria Chiara riguardava, oltre che l’organizzazione e l’allestimento degli eventi, anche quello dell’insegnamento delle tecniche dell’incisione per gli studenti degli istituti scolastici d’ogni ordine e grado. Corsi, anche serali, che prevedevano un’attività di diversi mesi, necessari per una non superficiale conoscenza di un’arte “manuale” non ancora del tutto cancellata dall’avvento dei nuovi medium digitali, un’arte che riesce ad esprimere la vera e più profonda personalità di chi la pratica.

In coppia con Vladimiro Elvieri, è docente al corso estivo internazionale al Kaus di Urbino nel 2006, espone su invito a Cracovia, presso l’Istituto Italiano di Cultura, alla Lessedra Gallery di Sofia e in altre sedi. I suoi lavori vengono acquisiti in permanenza presso la Galerie Michelle Champetier di Cannes. L’amicizia fraterna con l’anziano filosofo dell’arte Dino Formaggio, che la presenta in diverse occasioni, la stimola ad approfondire studi e ricerche in ambito letterario e filosofico. Formaggio, in occasione della mostra al Museo di Teolo (PD), a lui intitolato, scrive:

Chiara Toni è passata dalle incisioni su metalli vari all’incisione d’altro stampo sulla particolare durezza del plexiglas, alternando bulino e puntasecca con maestria tecnica crescente e sempre più sicura liberazione di questo personalissimo suo mondo interiore. (...) Un originale e straordinario mondo di una figuralità accesa di figura pietrificate, di agglomerati urbani accatastati, di estraniamenti solitari, di oscure maternità e di donne fossili, di personaggi imbalsamati nella forma che li contiene, di miti agricoli e animali fantastici...

La sua ricerca è tuttora in fieri, aperta a mille soluzioni, come dev’essere il pensiero dell’artista, sempre disponibile a nuove esplorazioni e interpretazioni del suo mondo interiore.
Un altro grande amico e profondo indagatore del suo lavoro, il critico d’arte e artista Renzo Margonari, nel catalogo di una recente mostra, testimonia:

La fantasia di quest’artista è di un genere particolare nel quale si trovano mescolati momenti d’ironico sarcasmo, spia di una sottile belligeranza verso i disvalori della società contemporanea, ed altri disposti all’evocazione del mito e al senso naturale dell’introspezione che offre consistenza visiva al sogno e ai fantasmi dell’inconscio.

L’artista è membro del gruppo internazionale ‘Prism Print International’ (Regno Unito), con il quale espone in musei e gallerie d’arte nel mondo. Nel 2021, si trasferisce da Cremona a Schio (Vicenza), dove prosegue ininterrottamente la sua ricerca delle possibilità espressive e comunicative che l’arte le offre nei suoi giardini incantati.
Da segnalare, le sue recenti (2024) donazioni di opere (selezionate dalla sua vasta produzione grafica) alla Biblioteca Teresiana di Mantova, alla Galleria Civica di Uzice, Serbia, con relativa esposizione, e quella al Museo civico di Vicenza.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Maria Chiara Toni

Mario De Micheli “Il cielo e la terra - incisioni e disegni di Chiara Toni” Nuovo Aleph, Milano 1990
Dino Formaggio “I fantasmi delle notte. Disegni, incisioni, cibachrome di Maria Chiara Toni e Vladimiro Elvieri” Museo d’arte contemp. ‘Dino Formaggio’, Teolo (PD) 1996

Maria Chiara Toni “Il giardino privato” AreaArte Magazine, inverno 2022-2023

Renzo Margonari “Sogni di luce – Maria Chiara Toni e Vladimiro Elvieri, incisioni” Galleria civica, Uzice, Serbia, 2024

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Voce pubblicata nel: 2025

Ultimo aggiornamento: 2025