"Se la tua è la grazia della parola e della forza, la mia è forse quella del silenzio. E per renderti tutto quello che mi hai dato con la parola - che dico? una minima parte - non trovo altro che offrirti il mio silenzio. E vorrei davvero che le parole che ti dico o che ti scrivo di quando in quando fossero il frutto del silenzio." (Lucia De Gasperi al padre Alcide, 28 settembre 1948)

Tenerezza e coraggio. Sono queste le doti di Lucia che hanno accompagnato e guidato il padre Alcide De Gasperi nella sua difficile attività di governo per la ricostruzione dell’Italia nel secondo dopoguerra. Tenerezza e coraggio che scaturiscono da una fede profonda, ma anche nella bellezza e nella bontà dell’umanità e del creato.

Lucia nasce a Trento nel 1925 secondogenita di Francesca Romani e Alcide De Gasperi. La sua nascita fu un raggio di luce per la famiglia del politico trentino durante gli anni bui di opposizione al governo Mussolini, che nel 1927 porterà il padre ad essere arrestato e incarcerato per sedici mesi. Il nome di battesimo viene scelto traendo spunto dall’amata Commedia, dove nel XXXII canto del Paradiso Santa Lucia viene identificata come la Grazia illuminante per il pellegrino Dante. Nomen omen: Lucia non smetterà mai di portare luce.

Nel 1929 la famiglia si trasferisce a Roma. Dopo un primo momento in cui è costretto a vivere di lavori precari, l’ex deputato viene assunto come impiegato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Nonostante la difficile situazione i genitori di Lucia riescono a garantire alle quattro figlie Maria Romana, Lucia, Cecilia e Paola un’infanzia serena.

Gli anni di forzata inattività politica permettono a De Gasperi di stare più vicino alla famiglia. Lucia gli sarà sempre grata per la sua “paternità calda e forte” e soprattutto per le sue doti di educatore, che erediterà e farà proprie. A tal riguardo gli scriverà: «Mi accorgo ben adesso, e me ne sono accorta specialmente preparando la tesi di laurea, che non sono tanto le cognizioni acquisite a scuola che mi hanno educato all’intelligenza, quanto il tuo continuo parlarci di cose belle e intelligenti. Grazie, perciò, di non aver taciuto: grazie di avermi sempre raccontato, anche quando ritornavi stanco a casa, di averci spezzato il pane della cultura così universale e così poco pedante» (De Gasperi, 1968, 173).

Dopo aver conseguito la maturità classica, nel 1943 Lucia s’iscrive alla facoltà di Lettere classiche alla Sapienza. Durante gli studi universitari frequenta la FUCI, Federazione Universitaria Cattolica Italiana, associazione nella quale si formò buona parte della futura classe dirigente della Democrazia Cristiana. Anche cinque delle ventuno Madri Costituenti ne fecero parte: Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Maria Federici, Angela Gotelli e Maria De Unterrichter. Benché la strada di Lucia sia diversa dalla loro, anche lei accompagnerà, in un modo tutto speciale, il nascere della Repubblica italiana e veglierà su di essa durante i suoi primi anni burrascosi di vita democratica. Si potrebbe dire che Lucia sia stata una “Madrina Costituente”.

In FUCI Lucia viene incaricata di seguire le attività del movimento internazionale degli universitari cattolici Pax Romana, che ha come obiettivo quello di promuovere la pace e la giustizia a livello internazionale. Oltre a ciò si dedica al volontariato prestando aiuto concreto alla popolazione prostrata dalla guerra e per approfondire la sua spiritualità partecipa a dei ritiri presso l’Istituto dell’Assunzione. È qui che inizia un dialogo profondo con una delle suore, che culminerà con la scelta, già nel cuore da tempo, di consacrarsi per sempre a Dio.

Comunicherà questa decisione nel marzo 1947 al padre, che rimane inizialmente turbato. Il timore è quello di perdere la vicinanza della figlia. Lucia, con tenerezza e determinazione, gli descrive il percorso di fede che l’ha portata a questa decisione. Lui comprende e mette da parte quello che in una lettera chiamerà il suo “fondaccio egoista”, dando spazio alla gratitudine e alla fiducia in Dio, che ha chiamato sua figlia alla vita religiosa. Anche la madre Francesca la sosterrà nella sua scelta.

A settembre di quell’anno, mancano pochi mesi al suo ingresso in monastero, sul muro di fronte alla loro casa compare la scritta «A morte De Gasperi». È uno dei tanti momenti di sconforto in cui lo statista chiede aiuto alla figlia: «Se hai la chiave di quella porta, dietro la quale è la luce di Dio, dammela. La luce che illuminerà la mia coscienza nel momento del bisogno» (Giovannini, 2012, 71). Il giorno prima di entrare nell’Istituto dell’Assunzione, Lucia scrive al padre delle parole che ben descrivono quello che sarà il loro futuro di collaborazione per l’umanità tutta: «Ora basta, ché le parole non dicono nulla di fronte alla tenerezza ch’io sento in cuore: una tenerezza che non stringe il cuore, ma che lo allarga fino ad abbracciare le anime più lontane, ché da d’ora innanzi la mia famiglia resterete sempre voi, ma anche tutta la Chiesa, tutto il mondo. Ed in questo ci incontriamo, vero? Tu nella tua diurna fatica, io nella costante preghiera e nel lavoro modesto di ogni giorno, penseremo a tutti, in una visione universale e larga di tutte le cose» (De Gasperi, 1968, 175).

Il 7 dicembre del 1947 tutta la famiglia l’accompagna per il suo ingresso definitivo nell’Istituto dell’Assunzione. Il 12 giugno 1949 Lucia pronuncia i suoi primi voti in una celebrazione officiata dall’allora monsignor Montini, futuro papa Paolo VI. Alla fine dell’estate le verrà assegnata la sua prima cattedra di insegnante di lettere al liceo classico presso la scuola dell’Istituto.

La guerra è finita ma il paese è ancora da rappacificare e da ricostruire. Sono anni tesi e difficili, caratterizzati da una grande crisi economica. Il 1947 segna l’inizio della guerra fredda e la fine dell’unità antifascista con l’inizio degli scontri parlamentari e di piazza tra destra e sinistra. Le notizie delle vicende politiche arrivano nel convento attraverso «L’Osservatore Romano». L’impegno politico del padre si fa sempre più gravoso. Nonostante le regole dell’ordine prevedano che i contatti con il mondo esterno siano limitati a rarissime circostanze, le madri superiore comprendono l’importanza che Lucia continui a svolgere il suo ruolo di guida spirituale per quest’uomo che sta governando il paese alla luce della fede. La sorella Paola, alunna presso la loro scuola, fa da tramite, recapitando a casa quei «foglietti per papà» densi di meditazioni scelte con cura in relazione ai fatti di attualità. Pensieri che – come scriverà De Gasperi ringraziandola – «hanno il profumo del timo degli antichi chiostri». Telegrammi spirituali e lettere più lunghe che sono specchio di una simbiosi spirituale durata 7 anni, fino alla morte dello statista nel 1954 nella sua casa in Trentino.

Pochi mesi dopo la morte del padre, le viene chiesto di trasferirsi a Genova dove diventerà preside della scuola. Nel 1965 Lucia viene nominata madre superiora. Si è appena concluso il Concilio Vaticano II e anche lei si adopera per mettere in atto il rinnovamento promosso dalle costituzioni conciliari. Con il coraggio e la speranza che ogni cambiamento richiede. Non riuscirà a vederlo attuato. Nel 1966 le sue condizioni di salute si aggravano e dopo esser stata trasferita a Roma per accertamenti muore il 5 dicembre.

 

*Voce a cura di Maria-Caterina Sighel - Laureata a Trento in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, è studentessa presso l'Istituto di Scienze Religiose Romano Guardini di Trento. Nell’ambito del volontariato ha frequentato il corso “Biennio di Educazione al Dialogo” propedeutico alla relazione d’aiuto, riconosciuto dall’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona di Carl Rogers.

 

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Lucia De Gasperi*

DE GASPERI L., Appunti spirituali e lettere al padre, a cura di M. Romana Catti De Gasperi, Morcelliana, Brescia 1968.

GIOVANNINI F., Suor Lucia De Gasperi. Disarmata di sé, San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo 2012.

Voce pubblicata nel: 2022

Ultimo aggiornamento: 2022