Gunnhild di Danimarca nacque intorno al 1020 dal matrimonio di Cnut, re d’Inghilterra e
Danimarca, ed Emma di Normandia. Il 18 maggio 1035, a Bamberga, l’imperatore Corrado II
concluse ufficialmente gli accordi di fidanzamento tra suo figlio Enrico e Gunnhild, ratificando la
concessione a Cnut della città di Schleswig e del territorio di confine tra l’Eider e lo Schlei, come
parte degli accordi raggiunti tra il re danese e l’impero.
Le nozze ebbero luogo a Nimega il giorno di Pentecoste del 1036; Gunnhild fu consacrata regina, verosimilmente dal vescovo Pilgrim di Colonia, col nome di Kunigunde. Cnut era morto sei mesi prima, il 12 novembre 1035. Guglielmo di Malmesbury racconta che Harthacnut di Danimarca aveva dato in sposa ad Enrico la sorella, giunta in Germania via nave insieme a molti Inglesi, con dispendiosi festeggiamenti. Guglielmo inoltre aggiunge che Gunnhild era una fanciulla di bellissimo aspetto.
In una lettera del luglio-agosto 1036, indirizzata al vescovo Azecho di Worms, il sacerdote Immo comunicava che Gunnhild aveva saputo da un’ambasceria delle trame poste in atto dal suo fratellastro Harold e dalla di lui madre Ælfgifu per estromettere suo fratello Harthacnut di Danimarca dal governo sul regno inglese e delle richieste di aiuto che gli Inglesi avevano inviato a Harthacnut. Gunnhild festeggiò il Natale 1036 a Ratisbona insieme a suo marito e all’imperatrice Gisela; nel 1037-1038 seguì il suocero e il marito in Italia, dove diede alla luce la figlia Beatrice, futura principessa-badessa di Gandersheim e Quedlinburg. Nel Natale del 1037 si trovava a Parma. Dopo aver trascorso quasi due anni ad appianare problemi relativi alla penisola, come la disputa col vescovo Eriberto II di Milano e le rivalità tra Pandolfo IV di Capua e Guaimario IV di Salerno, all’inizio dell’estate del 1038 Corrado prese la via del ritorno in Germania, costeggiando l’Adriatico.
Un’epidemia scoppiata tra le file dell’esercito nel mese di luglio provocò numerose
vittime, tra cui Gunnhild, che morì il 18 luglio, e il giovane duca Hermann di Svevia, figliastro
dell’imperatore, deceduto dieci giorni dopo. La salma di Gunnhild fu trasportata in Germania e
sepolta presso la chiesa dell’abbazia di Limburg.
“Guglielmo di Malmesbury e più tardi Elinando di Froidmont, ripreso da Alberico delle Tre Fontane e vari cronachisti inglesi in latino e in volgare, raccontano che Gunnhild era stata accusata di adulterio, e aveva chiesto un’ordalia, scegliendo come campione un ragazzino “[sturni] sui alumnu[s], quem secum ex Anglia duxerat” (Guglielmo, Elinando) o un giovane piccolo di statura (Alberico) o addirittura un nano, che tuttavia aveva sconfitto l’accusatore, più imponente fisicamente
Dopodiché aveva ripudiato il marito e preso l’abito monacale. Non sappiamo quanto affidabile possa essere questa testimonianza, che riecheggia in maniera sospetta il racconto dell’ordalia a cui era stata sottoposta qualche decennio prima l’imperatrice Cunegonda, che aveva camminato a piedi scalzi su vomeri arroventati per dimostrare la sua innocenza dall’accusa di condotta scandalosa. Una tarda fonte annalistica inglese (Annales monasterii de Wintonia) riporta che anche Emma, madre di Gunnhild, era stata sottoposta alla medesima ordalia, perché accusata di avere rapporti illeciti col vescovo Ælfwine.
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Elinando di Froidmont, Helinandi Frigidi Montis Chronicon, Patrologiae Latinae cursus completus, ed. J. P. Migne, vol. 212, Paris, 1849-1855.
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Wipo di Borgogna, Gesta Chuonradi II. imperatoris, in Wiponis Opera. Die Werke Wipos, ed. H. Bresslau, Hannover und Leipzig, 1915, dritte Auflage, MGH SS rer. Germ. 61.
Referenze iconografiche: Gunhilda di Danimarca, tredicesimo secolo. Immagine in pubblico dominio.
Voce pubblicata nel: 2022
Ultimo aggiornamento: 2023