Se niente faremo nella vita, avremo piantato un albero che gli altri potranno vedere
Non è ‘schedata’ in nessun repertorio femminile o dizionario biografico. La fonte iconografica che la rappresenta in modo sublime, nella sua maturità di donna è lo splendido ritratto in olio su tela, eseguito negli anni 1945-46 da Geremia Re. L’artista affida alla densa pennellata, con una fervida freschezza espressiva i tratti del minuto volto femminile, i chiari occhi incorniciati dai ricci e scuri capelli neri. Le fonti orali, la memoria ‘a distanza’ resa dai racconti, dalle testimonianze di alcuni contemporanei che l’hanno conosciuta, amata e stimata consentono di acquisire informazioni sulla mentalità, sui sistemi di valori e sulla cultura della nobildonna Clementina, la cui vita si proietta verso le necessità dei più bisognevoli.
Le fonti storiche interrogate indirettamente offrono stralci del suo passato. A Lecce, in via Imperatore Adriano al civico 21, alle ore antimeridiane due e minuti trenta del 22 febbraio 1887, la nobildonna Maddalena Tafuri di Mollone dà alla luce una bambina a cui assegna i nomi di Maria, Clementina, Lucia, Concetta, Gaetana, Oronza. Seconda alla sorella Laura è settima di nove figli del quarantasettenne avvocato Angelantonio Fumarola, che aveva lasciato la sua Martina Franca per trasferirsi a Lecce e partecipare attivamente al processo di formazione e trasformazione postunitario del Consiglio provinciale e della Deputazione di Terra d’Otranto.
La famiglia Fumarola come una ‘dinastia’ traversa la storia dei consigli, conquistando eccellenti posizioni ed incarichi. L’anagrafica dei consiglieri provinciali (1865-1923) rubrica l’avvocato Angelantonio Fumarola, in carica per il periodo 1884 - 1894. Il primogenito Carlo ricalca le orme paterne non solo nella professione giuridica, ma anche nella carriera politica; è brillante avvocato liberale, protagonista di una lunga stagione da consigliere e parlamentare salentino.
Se alcuni componenti del nucleo Fumarola percorrono la storia della provincia di Terra d’Otranto, alle sorelle Indirizzate alle arti muliebri (ricamo, pittura, musica) frequentano l’Educatorio “Vittorio Emanuele”, diretto dalle suore Marcelline di Lecce.
Clementina vive e attraversa il nuovo secolo tra luci ed ombre, sullo sfondo, l’universo muliebre si anima nelle più varie forme di associazionismo e si aprono pagine nuove sull’intreccio fra femminismo, riforme sociali e acquisizione di responsabilità e potere di e per le donne. E la giovane Fumarola sceglie il suo modo di essere donna e lo fa nel laicato cattolico, attivista dell’Azione Cattolica diocesana, poi direttrice di “Quarantennio”, rivista dell’unione delle donne di A.C., incarna l’ideale cristiano con l’esemplarità della sua stessa vita.
In una calda mattina d’estate, il 26 giugno 1911, la ventiquattrenne sposa Michele De Pietro, giovane avvocato di Cursi; il matrimonio civile si svolge nella casa della nubenda ed il sindaco Egidio Aprile consacra civilmente l’unione di Clementina con il ventisettenne Michele, ultimo di sette figli, di cui cinque maschi, del fu Pasquale e di Addolorata Pranzo. Nelle cronache della vita mondana leccese, i periodici salentini non fanno reportage dell’evento, come accade per altri matrimoni della Bella Epoque.
Il 13 dicembre 1932, l’avvocato Michele De Pietro e la gentildonna Clementina Fumarola definiscono l’atto di acquisto della futura residenza in via Umberto I; il prestigioso palazzo diviene la dimora dei coniugi e la sede dello studio legale di Michele. L’edificio nella sua elegante architettura, prestigiosa dimora dalle ampie e luminose sale sapientemente decorate, dalle pareti tinteggiate ad olio, dalle volte sovrastanti a padiglione contrasta con la semplicità di animo di Michele e di Clementina, una coppia che apre le sue porte agli studenti, agli studiosi di ‘buone speranze’, ai negozianti amici di Michele che abitano in quella via, agli adorati nipoti che animano con affetto le giornate della loro vita. Una unione condivisa per oltre cinquanta anni, nei quali la straordinaria dimensione umana e la ricchezza spirituale di Clementina sostengono Michele De Pietro l’avvocato, il politico, il legislatore, il giurista, ‘pubblico personaggio’.
Per il palazzo di via Umberto I, Michele nutre un sogno, coltiva un progetto. E Clementina, la compagna di un lungo viaggio condiviso con Michele, tiene fede al suo desiderio e lo realizza. Alla morte del coniuge, il 5 febbraio 1972, l’amata consorte Clementina dispone la donazione del palazzo all’Ordine degli Avvocati e Procuratori di Lecce:
"L’edificio di proprietà Fumarola De Pietro, sito in Lecce in via Umberto I, composto di scantinato, piano terreno, primo e secondo piano e giardino annesso, nonché la biblioteca e gli arredi…avrà una destinazione d’uso…il fabbricato e gli accessori siano destinati in perpetuo all’istruzione e al tirocinio dei praticanti procuratori, alla ricerca scientifica da parte degli avvocati, dei magistrati e dei giuristi salentini ed il primo piano di esso sarà… la sede del Centro Studi “ Michele De Pietro" ".
Lo sguardo sulla vita di Clementina Fumarola è lo sguardo ‘intelligente’ (nel senso etimologico del termine) sulla realtà vissuta con amore, che viene ‘letta’ per essere pienamente valutata e compresa nella storia della sua terra. Palestra di questa missione cristiana è il suo Salento. Definire il ruolo di Clementina, la cui vita si intreccia intimamente tra la privata e quella pubblica, ha significato - per alcuni aspetti - attingere alle fonti orali; fonti di memoria dalle quali il contatto con l’emotività, con la sofferenza o con la gioia di certe narrazioni, risvegliano la capacità di porre donna Clementina nella storia, di renderla parte di essa, di costruire il concetto di ‘passato indagabile’ attraverso i ricordi, anche se in parte persi nel tempo, ma custoditi nel cuore dei suoi cari.
Interrogando quelle voci corali che concorrono silenziose e discrete si tracciano le testimonianze di Clementina del suo ‘fare’, del suo essere caritatevole, in una forma in cui carità significa “amore, nel senso cristiano”, ove l’amore in senso cristiano non è un’emozione, ma uno stato non dei sentimenti ma della volontà: quello stato della volontà che conduce verso gli altri.
Uno degli aspetti più sublimi del percorso religioso è il culto di Clementina a Gesù Eucarestia, una devozione profonda, un’adesione alla pratica religiosa ed un fiducioso abbandono a vivere il ‘Cuore di Gesù’ , probabilmente sorto e nutrito con il magistero episcopale del vescovo Trama. La signora Fumarola sussidia le vocazioni ecclesiastiche e la mensa vescovile, non distraendo mai le sue forze per trent'anni come presidente di Azione cattolica nella comunità del capoluogo; il 18 aprile 1955 il papa Pio XII per l’opera prestata le concede la “ Medaglia benemeriti”. Flashback del suo vissuto, immagini e vaghi ricordi di Clementina e di Michele appartengono alla villa ottocentesca, allocata nel cuore del centro abitato di Cursi, lì dove tra lo splendido pergolato ed il roseto che si estende lungo il perimetro della abitazione, circondata da ampi spazi all’aperto, i due concepiscono il meraviglioso progetto che prevede nel piccolo comune, la nascita di un asilo per i bambini di Cursi.
L’istituto Scuola dell'infanzia paritaria, gestita dalle Suore di Carità dell'Immacolata Concezione d'Ivrea, è il sogno che si fa realtà. Il giorno 20 settembre 1958, nel palazzo del senatore, alla via del Santuario, innanzi al notaio Bruno Franco, ed ai testimoni, la nobildonna Maria Clementina Fumarola e l’avvocato Michele De Pietro danno atto della donazione di un immobile con la definita finalità :
"… la signora Clementina volle fondare una Scuola materna per i bimbi di Cursi, destinando a tale scopo un edificio di proprietà di suo marito…dapprima… adibito ad un’azienda per la lavorazione del tabacco".
Sorge il primo nucleo dell’asilo, trasformato un vetusto edificio, in uno stabile nuovo, solido, vasto, ‘ricco d’aria’ e di luce, in tutto rispondente alle esigenze della funzione cui è destinato. Ed affida la direzione della scuola materna intitolata al “ Sacro Cuore di Gesù” all’ordine della Congregazione di Ivrea. I donanti impongono all’Ente donatario l’obbligo di ‘perpetuare’ la Scuola materna con l’annesso laboratorio femminile, accogliendo gratuitamente nell’asilo almeno trentatré bambini di famiglie particolarmente povere del paese; all’Arcivescovo pro-tempore dell’Arcidiocesi di Otranto ed al sindaco pro-tempore di Cursi chiedono di vigilare nell’adempimento degli obblighi da parte della Congregazione.
Il percorso temporale attraverso i ‘luoghi della memoria’ porta alla luce le silenziose ‘operazioni’ benefiche di Clementina Fumarola, quelle che, in nome della cristiana carità, possono sollevare fasce di una umanità deficitaria nel corpo o nello spirito. E la storia di Clementina si interseca con la storia delle Salesiane dei Sacri Cuori di Lecce e l’Istituto Smaldone. Il 30 novembre 1957 la signora Fumarola dona alla Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, il terreno e la masseria “ Case Nuove” in Lecce alla contrada Santa Rosa, pervenuti con atto dotale del 24 giugno 1911.
Sorgerà un nuovo e moderno Istituto per l’assistenza, la formazione, l’educazione e l’istruzione delle sordomute e per l’esecuzione di spazi idonei adibiti per particolari attrezzature. Il 16 dicembre 1964 nella sede della Curia Vescovile di Lecce, dinanzi al notaio Franco Bruno, i coniugi Clementina Fumarola e Michele De Pietro perfezionano la donazione. Il 29 giugno 1970 donna Clementina inaugura il nuovo Istituto “Filippo Smaldone”. Dalle narrazioni intrise di nostalgia e venata malinconia, fortemente emotive e coinvolgenti, si manifesta l’immagine con cui Clementina definisce il proprio Sé, costruita sulla interiorizzazione dei valori, su un forte filo ininterrotto di amore, un affetto coraggioso, quello indirizzato verso il prossimo, quello che può allargare i confini della sua vita.
Una donna, sostenuta dai valori etico-religiosi di verità e giustizia, un modello responsabilmente impegnato sul terreno dell’educazione spirituale giovanile, Clementina transita da una mancata ‘maternità naturale’ ad un ‘maternità sociale’, fortemente vocata a sollevare i più deboli, capace di sublimare la sua natura andando oltre se stessa, consapevole che la ‘donna è sempre madre’. E la quotidianità del ‘vivere’ di Clementina per tutte e per tutti diventa patrimonio comune.
G. Bino, Sulle tracce di Clementina Fumarola De Pietro in "Una vita di impegno civile e sociale. Michele De Pietro e Clementina Fumarola", Lecce, Edizioni Grifo, 2017
Madre Angela Casciaro, in L’Opera di Filippo Smaldone , 2 (1984). p.3
L. Porsi, Sulla vita dell’Istituto dal 1885 al 1923, copia dattiloscritta, p. 22-23.
Quarantennio!: Unione donne di Azione cattolica italiana. Lecce: tip. Editrice Salentina, 1949. – 55cm.; n. posseduti: numero unico 25 giugno 1949 Periodicità: non determinata. Descrizione basata su: numero unico (25 lug. 1949). / Direttore: Clementina De Pietro.
Archivio di Stato di Lecce, Stato civile, Atti di nascita, Lecce, a.1887
Ivi, Atti di matrimonio, Lecce a.1911
Ivi, Nuovo Catasto Terreni (NCT) di Lecce, anni 1930-1975
Archivio Distrettuale Notarile di Lecce, Atti del notaio Bruno Franco,16 novembre 1957
Voce pubblicata nel: 2023
Ultimo aggiornamento: 2023