Thérèse Planiol. Tutti i medici conoscono il suo nome, aureolato dal prestigio dei pionieri della medicina della seconda metà del XX secolo: lo associano a tutti gli inizi della medicina nucleare e degli ultrasuoni. Sanno che ella è stata una scienziata feconda, una docente brillante, una capo scuola incontestata (cosa rara per una donna, trent’anni fa), la cui autorità ed il cui prestigio superano le frontiere del nostro Paese e quelle europee. Molti ricordano la sua bellezza solo apparentemente languida, il suo sguardo ammaliatore, seduttore, che in un lampo poteva divenire affilato, la sua voce dolce che durante le discussioni scientifiche, pur restando melodiosa, disorientava l’interlocutore con la vivacità delle sue risposte. Era conosciuta la sua energia, la sua capacità di lavoro, il suo gusto di piacere. Si avvertiva una personalità complessa, un po’ segreta; ma rari erano quelli che sapevano che, dietro a tanta grazia femminile, c’era una volontà indomabile, una donna di scienza. (Maurice Tubiana, Introduzione al libro Una donna, un destino, Ed. 2008)
Thérèse Planiol. Tutti i medici conoscono il suo nome, aureolato dal prestigio dei pionieri della medicina della seconda metà del XX secolo: lo associano a tutti gli inizi della medicina nucleare e degli ultrasuoni. Sanno che ella è stata una scienziata feconda, una docente brillante, una capo scuola incontestata (cosa rara per una donna, trent’anni fa), la cui autorità ed il cui prestigio superano le frontiere del nostro Paese e quelle europee. Molti ricordano la sua bellezza solo apparentemente languida, il suo sguardo ammaliatore, seduttore, che in un lampo poteva divenire affilato, la sua voce dolce che durante le discussioni scientifiche, pur restando melodiosa, disorientava l’interlocutore con la vivacità delle sue risposte. Era conosciuta la sua energia, la sua capacità di lavoro, il suo gusto di piacere. Si avvertiva una personalità complessa, un po’ segreta; ma rari erano quelli che sapevano che, dietro a tanta grazia femminile, c’era una volontà indomabile, una donna di scienza.
Thérèse Marguerite Planiol, nata Dupeyron, è stata la prima donna laureata in Medicina in Francia, pioniera e specialista della medicina nucleare e degli ultrasuoni.
Non conobbe mai il padre e venne abbandonata dalla madre a soli tre mesi di vita. Nella sua autobiografia dal titolo Une femme, un destin, Thérèse scrive (trad. di chi scrive): Non avevo mai accettato il mio nome e il mio cognome, erano stati dati da una madre che mi aveva respinto. Li avevo per lungo tempo detestati, al punto che a volte mi facevo chiamare Elena o Margherita. Se questo nome e cognome avevano così crudelmente risuonato nelle mie orecchie, è perché essi erano carichi delle parole più penose da sopportare: Assistenza Pubblica.
Non avevo mai accettato il mio nome e il mio cognome, erano stati dati da una madre che mi aveva respinto. Li avevo per lungo tempo detestati, al punto che a volte mi facevo chiamare Elena o Margherita. Se questo nome e cognome avevano così crudelmente risuonato nelle mie orecchie, è perché essi erano carichi delle parole più penose da sopportare: Assistenza Pubblica.
Dopo l’abbandono della madre viene affidata in adozione a una famiglia di Sauxillanges, nella regione di Clermont-Ferrand. Nonostante l’ambiente rurale in cui cresce sia segnato dalla precarietà, Thérèse rimane legata in modo particolare alla sua seconda nutrice.
La sua spiccata intelligenza è notata dalla sua istitutrice, Madame Bussac, che la prepara ad un concorso per una borsa di studio – cosa eccezionale per una figlia dell’Assistenza Pubblica – facendole recuperare anche tre mesi di ritardo dovuti ad un’infezione primaria. Ottenuto un diploma di stenografia, nel 1929 diviene allieva del Liceo Jeanne d’Arc di Clermont-Ferrand. Ma dopo il diploma nel 1933, conseguito brillantemente, le viene rifiutata l’iscrizione alla facoltà di Medicina. La motivazione addotta è che si tratta di studi troppo lunghi e di una professione non adatta ad una ragazza.
Thérèse ripiega allora su una laurea in Scienze. Dopo la laurea, si vede opporre un secondo rifiuto al suo desiderio di diventare medico da parte del direttore generale della Pubblica Assistenza, Louis Mourier, che però le offre un posto nell'amministrazione, a Parigi, nel servizio “Bambini Assistiti e Salvati". Vi arriva nel 1936 ed è qui che Thérèse ha modo di consultare il proprio dossier personale, nel quale scopre di essere nata da Suzanne Dupeyron, da padre sconosciuto, e di essere stata abbandonata il 30 marzo 1915.
L’occasione per abbracciare lo studio della Medicina viene offerto a Thérèse dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Dal 1939 gli ospedali si svuotano di medici, impegnati sui fronti di combattimento. Per questo motivo Serge Gas, che aveva sostituito Louis Mourier come direttore del dipartimento, le propone di iscriversi alla facoltà di Medicina. Thérèse si iscrive allora a Jussieu e svolge la pratica medica presso l’Ospedale di Créteil.
Nel 1941, a 27 anni, Thérèse decide di cercare e incontrare sua madre, grazie alle informazioni contenute nel dossier che aveva avuto modo di consultare al dipartimento della Pubblica Assistenza. Per avvicinarla, fingerà di essere un’assistente sociale, venuta per darle una risposta positiva in merito alla richiesta di sostegno economico avanzata dalla donna. In quell’occasione, scoprirà che la donna, Suzanne Dupeyron, non l’aveva abbandonata per egoismo, ma per risparmiarle la miseria più nera. Scopre anche che suo padre si chiamava Henri Person, che era un pittore e che sua madre posava per lui. Ma una volta partito per la guerra, Susanne non lo aveva più rivisto.
Nel 1945 Thérèse si laurea in medicina a pieni voti. Nel frattempo continua a lavorare in ufficio e si prepara per il concorso come medico interno all’ospedale. Studia di notte. Per un soffio le prime tre volte non supera il concorso. Nelle sue memorie, scrive: «La mia disperazione si è trasformata di nuovo ancora in furia». Non si scoraggia, anzi si dedica alla preparazione del concorso con maggiore caparbietà. La sua costanza sarà premiata. Nel 1946 sarà interna all’Ospedale di Parigi, con le congratulazioni dei membri della giuria.
Nell’ottobre 1947 incontra René Planiol, fisico e medico di talento, il quale ha lavorato a lungo presso il Laboratorio dell’ École Normale Supérieure. L’anno successivo lo raggiunge a New York, dove René lavora. Il matrimonio viene celebrato a New York, dove la coppia risiede per un anno. René aiuterà Thérèse a mettere a punto il dispositivo per la mappatura degli isotopi del cervello. Grazie ad una segnalazione del Direttore generale dell’Assistenza Pubblica, Thérèse va a lavorare all’Ospedale dei bambini malati, nel reparto del professor Robert Debré, medico di chiara fama. Grazie a Debré conosce Maurice Tubiana e inizia a seguire le sue lezioni sui radioisotopi. Di ritorno dall’America, in Francia, per due anni si dedica allo studio della meningite tubercolare.
Nel 1951, insieme a suo marito René, Thérèse acquista il Castello di Saint Senoc, a Varennes, una splendida dimora dove saranno ospitati diversi concerti e importanti congressi medici. Nel 1954 a Parigi discute la sua tesi di dottorato: Studio isotopico del sodio radioattivo della meningite tubercolare nei bambini piccoli, che, come afferma Tubiana, le conferisce una fama internazionale. Debré è Presidente di commissione.
Thérèse Pleniol si specializza quindi in applicazioni di medicina nucleare legate alla neurologia, compresi i radioisotopi, e diventa pioniera di questa specialità in tutto il mondo. Sviluppa le prime applicazioni conosciute a ultrasuoni per rilevare ematomi e tumori cerebrali. Svolge la sua attività in prima linea per trent’anni, dieci dei quali quasi da sola e senza aiuto. Si circonda poi di un’équipe medica di eccellenza che, al momento della sua pensione, è tra le più prestigiose della medicina francese.
Svolge la sua attività prima presso la Pitié-Salpêtrière di Parigi, poi a Rouen. Qui, nel 1962, è la prima donna a diventare docente di fisica medica. Dal 1968 rinnova l’insegnamento della biofisica a Tours, dove apre un grande dipartimento di esplorazione funzionale non invasiva presso l'Ospedale Universitario Bretonneau, nonché un laboratorio di biofisica presso la Facoltà di Medicina.
Il 25 settembre 1979 muore René Planiol. Per Thérèse si tratta di un dolore lacerante. Se n'è andata la sua “felicità che tutti noi consideriamo eccezionale” (Une femme, un destin, op. cit.). Nel 1980 Thérèse va in pensione, dopo una vita carica di impegni e di lavoro. Da quel momento si dedica a nuovi viaggi e alla cura del suo castello, a scrivere libri, a riscoprire il gusto per la poesia e per la musica. Nel 1981 Thérèse ritrova la sua sorellastra Andrée, quarant’anni dopo il suo primo – e unico – incontro con la madre. Continua tuttavia anche le sue ricerche genealogiche, che le permetteranno di “riconnettersi” ai suoi antenati.
Nel 2000 pubblica l’opera di divulgazione medica Herbes folles hier, femmes médecins aujourd'hui, elogio e studio delle donne che riuscirono a diventare medici in contesti estremamente machisti: sarà il culmine del contributo letterario di Thérèse alla difesa della posizione della donna nella medicina, segnato, in Francia, già dal 1936 (all’epoca Thérèse ha ventuno anni) dalla nomina di Irène Joliot-Curie al Segretariato di Stato per la Ricerca Scientifica nel governo del Fronte Popolare di Léon Blum. Nel 2003 fonda la Fondation Thérèse et René Planiol per l’etude du cerveau, con sede a Veigné, nel dipartimento di Indra e Loira, riconosciuta come ente di pubblica utilità nel febbraio 2005. Nel 2014 Thérèse muore, centenaria, nel suo castello di Varennes.
La sua attività scientifica ha ottenuto riconoscimenti internazionali e, nel 1989, è stata vice presidente del XVI congresso mondiale di radiologia, a Parigi. È stata insignita della medaglia Antoine Béclère nel 1996; nominata professore onorario della Facoltà di Medicina di Tours, Ufficiale dell'Ordine Nazionale al Merito (1980), Commendatore della Legione d'Onore (2011), premio conferitole proprio dal professor Robert Debré. In Francia, a suo nome, sono dedicati alcuni istituti di istruzione superiore.
Come recita nella prefazione della sua autobiografia, “La bambina abbandonata era diventata una grandissima signora”.
Thérèse Planiol, Une femme, un destin, introduzione di Maurice Tubiana; prefazione di Jean Bernard, Rive Droite, Parigi; ed. 2008 senza prefazione. Sylvie Pouliquen, Dames de Touraine, Monts, Éditions Hugues de Chivré, 2019, 287 p. 276 a 279.
Léandre Pourcelot, "In memoriam - Thérèse Planiol (1914-2014)".
Necrologie Planiol - academie de Touraine
Fondation Planiol
Thérèse Planiol évoque la psychiatrie infantile aux Enfants-Malades - Vimeo
Thérèse Planiol - Lycee Planiol
Thérèse Planiol - Fondation Planiol
Acteurs de la physique médicale : Andrée et Jean Dutreix
Voce pubblicata nel: 2024
Ultimo aggiornamento: 2024