Serafina Quattrocchi, nata a Mazzarino il 26 novembre del 1901, fu la prima sindaca di Sicilia. Nata da Vincenza Cantaro e da Francesco, dopo aver frequentato le scuole elementari del suo paese, proseguì gli studi a Gela, presso l’Istituto Tecnico Agrario, dove nel 1919 si diplomò a pieni voti. Da Gela si trasferì a Piazza Armerina per frequentare la Regia Scuola Normale e nel 1921 ottenne l’abilitazione all’insegnamento elementare. Amava lo studio e la scrittura e nel 1922 pubblicò un piccolo volume dal titolo La società e i tempi moderni, in cui affrontava la relazione tra capitale e lavoro. Il 7 novembre del 1944 conseguì la laurea in Materie letterarie presso l’ateneo di Messina.
Luigi Fanzone nel suo libro, Ricordare Mazzarino, riporta il suo profilo: “…un tipo tosto, occhiali da vista con montatura d’oro, capelli sempre in ordine, acconciati a tupè; passo cadenzato e sicuro, borsa sempre al braccio e ogni mattina a Messa con le sue tre sorelle, anch’esse nubili e poi, a scuola, con le sue alunne delle elementari fino alle undici e trenta e nessuno doveva disturbarla durante le ore di insegnamento”. All’uscita della scuola un vigile urbano l’accompagnava al Palazzo Comunale dove una folla di gente, composta soprattutto da donne, voleva conferire con lei. Serafina cercava di risolvere i mille problemi di fame e miseria che attanagliavano i concittadini. Non sempre, ovviamente, ci riusciva a causa delle risorse limitate di cui disponeva. Capitava che gli oppositori politici la denigrassero ma lei, senza alcun turbamento, ignorava pettegolezzi e insulti.
I primi passi in politica li aveva mossi con Luigi Sturzo, il ministro Salvatore Aldisio e il primo presidente della Regione Giuseppe Alessi. Fu tra le prime consigliere comunali votate nella primavera del 1946. Diventò sindaca di Mazzarino il 9 aprile 1947 dopo la morte del sindaco eletto. Il suo impegno politico si svolse nelle fila della Democrazia Cristiana. Veniva chiamata Sindachessa, poiché l’elezione di una donna alla carica di sindaco costituiva una grande novità e il primo dilemma fu proprio quello linguistico. Sindaco o Sindachessa? Prevalse quest’ultimo appellativo anche se Luigi Sturzo in un articolo sottolineò che con il termine sindachessa si era sempre indicata la moglie del sindaco e che era preferibile indicarla come “donna sindaco”. Sempre Sturzo in quell’articolo denunciava che anche all’interno del Partito c’erano state opposizioni e critiche per “i sindaci in gonnella” aggiungendo “ma quale sindaco in calzoni può dirsi esente da critiche?...il fatto notevole è che, nonostante tutto, esse siano rimaste a lungo a reggere un Comune e dare prova di resistenza non solo politica…ho sentito parlare una donna di opere pubbliche con tale competenza da darne dei punti agli uomini; un’altra anche di trasporti…purtroppo il vaglio elettorale per gli uomini non funziona bene, mentre che per le donne, pur essendo adatte, le lascia spesso fuori concorso…”.
Serafina Quattrocchi da sindaca lavorò alacremente per avviare il rilancio economico e sociale del suo paese. Ricostruì il Municipio, pavimentò le strade principali con mattonelle di asfalto, si prodigò per fornire un alloggio dignitoso ai senza tetto, predispose una casa di accoglienza per i poveri, istituì colonie estive per bambine e bambini e avviò i lavori di costruzione di due edifici scolastici delle elementari. Ottenne dalla Regione Sicilia il finanziamento per la costruzione di una scuola di Avviamento Professionale.
Amministrò saggiamente il suo Comune fino al 1951. Proprio nel 1951 partecipò al Convegno Nazionale delle amministratrici democratiche cristiane che si svolse a Roma. Così scrisse un cronista, riportando quell’evento: “…Tutte a Roma le consigliere comunali e provinciali. Quattrocentocinquanta donne che parlano e discutono, pensate! C’era da inorridire e da tremare. E, invece, macché. Molti uomini quando salgono su una pedana e cominciano a parlare, potrebbero abbondantemente arrossire di fronte alla stringata concretezza delle oratrici…non una parola di troppo così brave e piene di attività capaci di citarvi su due piedi, leggi e regolamenti, prezzi e problemi…Non so quante di loro conoscano l’ultimo modello di Christian Dior ma provate a parlare del problema delle baracche, delle case minime, della burocrazia e vedrete. Con le lentezze burocratiche in modo speciale se la prendeva il sindaco di Mazzarino, dott. Serafina Quattrocchi che è sindaco da cinque anni, una dei due sindaci donna che conta la Sicilia; quando mi ha elencato tutto quello che è stata capace di fare mi sono sentito allibito”.
Un altro cronista di un giornale locale napoletano così scrisse: “Le donne ci sono sembrate persone che parlano poco e costruiscono in silenzio…il loro apporto di concretezza e di sensibilità, di arditezza nell’affrontare e di tenacia nel portare a termini certi problemi, se da un lato poteva suscitare meraviglia, dall’altro non poteva che indurre, ancora gli increduli che le donne hanno preso coscienza del loro ruolo in politica e nel sociale…”
Dal 1951 al 1953 Serafina Quattrocchi fece parte della Consulta Nazionale per gli Enti Locali e il 2 giugno del 1954 le fu conferito il titolo di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Nella proposta fatta per questo riconoscimento leggiamo: “…ritenendoti meritevole di un pubblico riconoscimento per l’attività da te svolta in maniera veramente eccezionale nel campo dell’assistenza sociale ed in quello educativo e politico, azioni che hanno largamente contribuito alla ripresa morale, sociale ed economica del nostro paese”.
Il suo impegno politico si esplicò anche nel ruolo di Consigliera provinciale di Caltanissetta assumendo l’assessorato alla Pubblica Istruzione. Fece parte della Commissione regionale per gli asili infantili e per l’assistenza sociale per le provincie di Agrigento, Caltanissetta, Enna e Ragusa.
Il suo ruolo politico non le impedì di continuare a svolgere quello di educatrice tramite l’insegnamento. Fece parte attivamente dell’Aimc, l’Associazione italiana dei maestri cattolici.
Fu anche dirigente dell’Associazione cattolica femminile e spesso organizzava raccolte di generi alimentari e allestiva pranzi collettivi per i più bisognosi.
Con il suo Partito non si trovò sempre in sintonia ma lei non abbandonava i suoi principi.
Diceva: “Non si tratta di fare a gara con gli uomini, né di togliere agli uomini i posti di loro pertinenza, bisogna cooperare insieme nella pubblica amministrazione, come si coopera nella famiglia e nel lavoro. Si tratta di portare nella vita pubblica un soffio di umanità gentile, di bontà comprensiva, di attività premurosa, di convinzione cristiana che sa comunicare agli altri così grandi valori e svolgere attività che interessano la collettività, senza sentimenti di parte e ostilità di bandiera”.
Nel marzo del 2023 le è stata intitolata l’Aula magna dell’I.I.S.S. Carafa di Mazzarino ed è stato piantumato in suo onore un albero di alloro nel Giardino dei Giusti e delle Giuste all’interno dello stesso edificio scolastico.
Luigi Fanzone, Ricordare Mazzarino, Paruzzo editore
Voce pubblicata nel: 2023
Ultimo aggiornamento: 2024