Già direttore e docente della sezione lombarda dell’IsIAO (Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente) c/o l’Università degli Studi di Milano fino al 2011, data della chiusura dell’Istituto. Già docente di Arte Scenica Indiana al Conservatorio di Vicenza “Arrigo Pedrollo” nell’ambito della facoltà di Tradizioni Musicali Extra-europee a Indirizzo Indologico.
È direttore scientifico di AsiaTeatro, primo sito e rivista online in lingua italiana sui teatri asiatici. Per dieci anni presidente della YANI (Yoga Associazione Nazionale Insegnanti), presso le scuole di formazione quadriennale di tale istituzione continua a condurre corsi di cultura indiana. Attualmente tiene un corso di Introduzione all’Hinduismo presso l’UTE, Università del Cardinal Colombo a Milano ed è socia onoraria del Centro di Cultura Italia-Asia di Milano. Marilia nasce a Milano nel 1952, circondata da donne interessate ad altre culture: la madre aveva una vera passione per la Cina e con la nonna materna condivideva sin da bambina i viaggi.
Si iscrive a Lettere classiche, dove incontra il Sanscrito attraverso la sua docente Giuseppina Borsani Scalabrino, per la quale sviluppa una profonda ammirazione: grazie a lei Marilia si appassiona all'India e ancora oggi, a più di quarant’anni di distanza, la sua immagine e il suo insegnamento le sono costantemente presenti. “Il primo impatto con l’India fu tuttavia disastroso: era il 1975 ed ero andata a cercare dati per la tesi. Non sapevo come comportarmi e così infilai una serie di errori madornali, come quello di stendere la mano a professori ed esponenti della cultura, tutti di alta casta e quindi attenti ad evitare contatti contaminanti, che ignoravano bellamente la mia mano tesa. Andavo in giro senza maniche (erano altri tempi in India), non mangiavo piccante e non sapevo porgere le domande secondo l’etichetta indiana: come donna e per giunta giovane avrei dovuto per lo più stare in silenzio. E poi troppa folla, troppi colori, troppi odori, troppe difficoltà di vita: rimasi talmente sconvolta che giurai a me stessa di non tornarvi mai più e di dedicarmi ad altro, una volta conseguita la laurea. Invece continuai a studiare la complessa, affascinante, contraddittoria cultura indiana e ritornai in India 43 volte.”
Nel frattempo frequenta l'IsMEO (Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente), dove conosce Vanna Scolari, che sarebbe in seguito diventata una delle sue più preziose amiche. Il suo è un cammino difficile che sembra non offrire molti sbocchi, mentre i ritorni economici sono talmente esigui da far dire ai suoi familiari che il suo lavoro è in realtà un “hobby” costoso, tra libri, lezioni e viaggi. Il marito e il compagno che Marilia ha dopo il divorzio, pur non intralciando i suoi studi e i suoi spostamenti resi più facili dal fatto che non vi erano figli, non la seguono mai in India.
Inizia ad insegnare Lingua Hindi e Cultura Indiana presso la Civica Scuola di Lingue e Culture Orientali del Comune di Milano; semestri di hinduismo e buddhismo presso la sede distaccata dell'Università Urbaniana al seminario del PIME (Pio Istituto Missioni Estere) di Monza; corsi e lezioni di cultura indiana presso scuole di formazione yoga… E arrivano le prime cariche: preside della Scuola di Lingue e Culture Orientali del Comune di Milano, direttore della sezione lombarda dell’IsMEO diventato poi IsIAO (istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente), presidente della YANI (Yoga Associazione Nazionale Insegnanti), la principale associazione di categoria che cura, fra l’altro, la formazione degli insegnanti secondo standard europei.
Diventata consulente del FAI (Fondo Ambiente Italiano) per i viaggi in India e in Indocina, ha modo di condividere con tanti viaggiatori entusiasti la magia – e la difficoltà – del muoversi fisicamente e psicologicamente in India. Così racconta di un campo di lavoro di tre mesi in India realizzato dalla Televisione della Svizzera Italiana (1998) per verificare lo iato fra l’importanza della Dea hindu e la condizione della donna nella vita di tutti i giorni: “fu un’esperienza dolorosa e scioccante, che mi portò a contatto con aspetti terribili del mondo indiano..”
Approfondisce l'interesse per la psicologia e consegue una specializzazione in counseling. “Tale percorso mi ha aiutato a raffinare l’ascolto e ad allargare sempre di più i miei orizzonti di sensibilità e attenzione ad ogni forma di vita attorno a me e, di conseguenza, mi ha insegnato come portare qualche cosa di più nel contatto con le tante persone che incontro sul mio cammino: moltissime di queste si rivolgono all’India in cerca di alternative per contenere le paure dell’anima e lenirne la solitudine, e per loro può essere di particolare aiuto ritrovare nel counseling anche suggerimenti e tecniche che vengono dall’Oriente. “
Il teatro indiano sembra coniugare tutti i suoi interessi, come un'arte in grado trasformare le emozioni attraverso i gesti e il corpo, che mette a tacere il rovello mentale. “E approdai a quell’istituzione meravigliosa e purtroppo oggi tanto minacciata che è la Facoltà di Tradizioni Musicali Extra-europee a Indirizzo Indologico presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza: un sodalizio di artisti impegnati a seguire strade difficili con entusiasmo e determinazione, con uno scambio di docenza e apprendimento circolare, ove i confini tra insegnanti e allievi si fanno labili.”
Lezioni, corsi e seminari d’ogni genere negli ambienti più disparati le hanno continuamente offerto possibilità di condivisione, dando un senso al suo immergersi nella cultura indiana.
Ha curato esposizioni e mostre sull’India, l’ultima delle quali è stata Magie dell’India: dal tempio alla corte capolavori d’arte indiana”, presso Casa dei Carraresi a Treviso; ha collaborato con il Museo di Arte e Scienza di Milano per la sezione sui Buddha e con il Museo Archeologico di Milano per una ricerca sul cibo nella tradizione indiana. È curatrice della mostra permanente “Vīrabhadra, il divino eroe” presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano e ha più volte partecipato alla trasmissione radiofonica di Rai 3 “Uomini e Profeti” e sempre per la Rai è intervenuta in programmi speciali sull’India. Ed è instancabile autrice di numerosi articoli, saggi e libri.
“E dopo tanto lunghissimo cammino, l’India mi ha riportato a casa, alle mie radici, al mio essere occidentale, più consapevole e fiera di una eredità che fa parte del mio dna. Sono figlia della mia terra, nutrita dalla cultura greca, e al tempo stesso profondamente grata a quanto di universale mi ha schiuso lo studio della cultura indiana.
Impossibile sintetizzare in poche parole quello che mi ha dato l’India: se proprio dovessi farlo, direi che mi ha dato me stessa, con tutte le sfaccettature, le contraddizioni, le difficoltà di essere tanti personaggi in uno e di vivere più vite, qui e adesso. L’immagine della Dea hindu, amorevole signora di vita e oscura regina di morte, Parvati e Kali al tempo stesso, mi ha insegnato che sono questo e anche quello, sive sive, e non o questo o quello, aut aut. Accogliere, amalgamare, trasformare.
E mi ha regalato incontri con donne davvero depositarie della Shakti, il divino potere femminile: Vandana Shiva, Maneka Gandhi, Kapila Vatsyayana… e tante, tante altre senza nome, incrociate sui sentieri indiani e sulle vie occidentali. Che fortuna averle incontrate.
Se davvero c’entra il karman, il mio è stato molto favorevole.”
Bibliografia completa delle pubblicazioni sul sito di Marilia Albanese.
Voce pubblicata nel: 2020
Ultimo aggiornamento: 2020