Maria Signorelli è stata burattinaia, scenografa e costumista, uno dei più grandi talenti del teatro di figura del XX secolo, non solo italiano ma di tutto il mondo. Nasce a Roma nel 1908 da Angelo Signorelli e Olga Resnevič, entrambi medici ed entrambi amanti dell’arte e di ogni forma di cultura. In famiglia Maria viene soprannominata “il pittorino” per la facilità con cui fin da piccola riesce a dare forma alla creatività utilizzando oggetti e materiali che ha a disposizione in casa. Il suo talento colpisce l’imprenditore teatrale russo Sergej Djagilev, che più volte frequenta l’abitazione della famiglia Signorelli durante le tournée italiane della compagnia dei Balletti russi. Chiede a Olga di poter ricevere le piccole creazioni della figlia: «Penso che questa bambina diventerà qualcuno. Mi faccia il piacere: mi mandi ogni anno una di queste bambolette perché mi piacerebbe seguire come si svolge un talento così originale e vedere cosa diventerà». L’influenza del magico mondo dei Balletti russi di Djagilev comincia durante la prima tournée italiana del 1911 quando Maria, assistendo a uno spettacolo del ballerino Vaslav Nijinski, riesce a immortalarlo con veloci tratti mentre ringrazia il pubblico tra due tendaggi rossi. In seguito ha l’opportunità di osservare da vicino il lavoro di Natalia Goncharova e Michail Larionov, impegnati nelle scenografie e nella realizzazione dei costumi per i Balletti russi. «Ciò che più mi colpì ‒ scrive Maria ‒ oltre al fatto che, dipingendo, camminavano sui coloratissimi tappeti delle loro scenografie, furono gli enormi pennelli che a me piccina sembravano scope». Per incoraggiarla nelle prove di pittura, i due artisti le donarono alcuni barattoli di colore, gli stessi che usavano per dipingere, in modo che si cimentasse con materiali migliori rispetto a quelli per l’infanzia. È grazie a loro che Maria sceglie di diventare scenografa e costumista.
I genitori, consapevoli del talento della figlia, assecondano la scelta di Maria di frequentare l’Accademia di Belle Arti. Suo importante mentore in quei primi anni è Anton Giulio Bragaglia, regista sperimentatore di cinema e teatro, col quale comincia a collaborare e che la incoraggia nella realizzazione dei suoi pupazzi; nel 1929 le apre le porte della sua “Casa d’arte Bragaglia” e Maria può tenere la sua prima mostra dal titolo Figurini plastici. Nascono i “fantocci”, un mix tra il suo interesse per la figura umana e le novità delle avanguardie artistiche: qualsiasi materiale può essere trasformato, utilizzato, compresi gli objets trouvés, i valori cromatici e quelli tattili conquistano pari dignità nella realizzazione. Nel 1931 una seconda mostra, questa volta a Parigi presentata dal pittore Giorgio De Chirico, comincia a darle una dimensione internazionale, confermata da un’esposizione del ’32 a Berlino, dove intanto si è trasferita per approfondire le sue ricerche artistiche. Le mostre dei suoi figurini plastici si susseguono: nel 1933 a Firenze, presentata da Giuseppe Ungaretti, poi a Torino, nel ’34 a Buenos Aires. Nello stesso anno partecipa alla realizzazione del Pluriscenio M, un progetto di palcoscenico in grado di presentare sette ambienti contemporaneamente per dare agli spettatori la possibilità di vivere simultaneamente più ambienti e paesaggi nello stesso spazio teatrale. Maria ha talento e comincia a essere famosa come costumista e scenografa, ma i burattini restano la sua grande passione. È lei stessa a sintetizzare in pochi tratti la sua vita professionale:
sono giunta alla professione di burattinaia dopo molti anni di costumista e scenografa teatrale […] scelsi il burattino, mosso dalla mano stessa dell’uomo e non la marionetta, retta dai fili, perché trovai che esso meglio poteva esprimere le sfumature più intime del personaggio e che il burattinaio che gli dà vita può farlo veramente, nel massimo abbandono, con tutta l’anima.
Nel 1939 Maria sposa il pedagogista Luigi Volpicelli e, negli anni difficili della guerra, inventa i primi spettacoli di burattini per far divertire la sua prima figlia Giuseppina e alcuni suoi amichetti. Sono rappresentazioni casalinghe, messe in piedi con i pochi mezzi a disposizione, con tanta fantasia e ancor maggiore passione. Sono i primi passi verso l’Opera dei burattini, che Maria fa nascere nel 1947 e che dirige fino al 1973.
Per la creazione dei suoi burattini resta fedele all’idea dell’utilizzo libero e creativo di materiali diversi, privilegiando la cartapesta o la stoffa rispetto al legno, considerato troppo rigido. Tutto può contribuire a dar vita all’illusione, anche le pagliette per la cucina che si trasformano in luccicanti parrucche ricce, o i bottoni che diventano occhi. Le forme e le caratteristiche dei burattini sono diverse e dipendono dai movimenti e dalle funzioni in scena: ne realizza con gambe libere di volteggiare ed eseguire passi di danza, oppure a guanto, perfetti per la narrazione delle fiabe e capaci di trasmettere forza espressiva; per altri combina entrambi gli aspetti garantendo contemporaneamente il movimento delle gambe e delle braccia, con ben cinque persone a movimento manovrarli.
Numerosi i personaggi prestigiosi della cultura e dello spettacolo che la affiancano nelle produzioni teatrali per l’Opera dei burattini: da artisti del calibro di Enrico Prampolini e Toti Scialoja a Lina Wertmüller, che cura la regia di alcuni spettacoli nei primi anni Cinquanta, a Scilla Brini, a Roman Vlad a Ennio Morricone per la composizione delle musiche; e poi ancora Gianni Rodari, Guido Ceronetti, Emanuele Luzzati, Carlo Verdone, solo per citane alcuni.
Nella sua lunga carriera Maria Signorelli ha creato centinaia di spettacoli, molti quelli interamente dedicati al balletto realizzati col contributo di ballerini e coreografi professionisti, utilizzando musiche colte, concentrando le sue ricerche sul rapporto tra colori e ritmo, arrivando a includere nel suo pubblico anche le persone adulte e non solo il mondo dell’infanzia.
Maria Signorelli ha firmato come autrice anche numerosi spettacoli radiotelevisivi e pubblicato libri sul valore educativo e didattico del teatro di figura. A Roma, nella sua abitazione di Trastevere, ha raccolto una prestigiosa e ricca collezione di oggetti teatrali (burattini, marionette, parti di scena, manifesti, spartiti musicali etc.), in parte frutto del suo intenso lavoro e della lunga carriera, in parte provenienti da ogni parte del mondo.
Patrizia Veroli, Giuseppina Volpicelli (a cura di), La fabbrica dei sogni. La compagnia romana dei Piccoli di Podrecca 1914-1959. Marionette e materiali scenici della Collezione Signorelli, Catalogo della mostra tenuta a Roma, Casa dei Teatri, 11 novembre 2005-22 gennaio 2006 https://www.treccani.it/enciclopedia/maria-signorelli_(Dizionario-Biografico)/ https://www.collezionemariasignorelli.it/ https://www.raiplay.it/video/2023/11/Il-segno-delle-donne-Maria-Signorelli--cfc481ff-473d-4c1f-a6d4-6ec2a79ec382.html https://vitaminevaganti.com/2023/06/10/via-corsini-n-12-la-casa-di-maria-signorelli/
Voce pubblicata nel: 2024