Non si può (fare) a meno di considerare come una curiosa anomalia, questa di una lieta e fiorente giovinezza femminile chiusa tra le pareti di un'antica e di una moderna fortezza a raccogliere cifre, a redigere osservazioni, a fare calcoli di probabilità in quasi perenne solitudine, in estate come in pieno inverno dinanzi alla maestà solenne dell'infinito quale si sente spingendo lo sguardo oltre le ampie finestre dell'Osservatorio. La chiamano la signorina che aspetta.... i terremoti.
- Carlo Montani

Maria Lombardini nasce a Roma il 16 luglio 1893, in una grande famiglia di undici fratelli e sorelle. Per il padre Martino, ingegnere ferroviario, l’istruzione è un bene comune, da mettere a disposizione di tutti, figlie comprese. E Maria nelle materie scientifiche scopre subito il suo talento, che coltiva con pazienza e determinazione.

Dopo aver conseguito un diploma di Magistero in Matematica, Maria si iscrive all’Università di Bologna. Sarà allieva di Augusto Righi, uno dei massimi esponenti della fisica italiana del tempo, e del noto matematico Federigo Enriques. Nel 1919 si laurea con lode in Matematica pura. Non le basta. Nel 1922 prende una seconda laurea all’Università di Parma, stavolta in Fisica, sempre con il massimo dei voti. Un bel traguardo, ancor più se si considera che in quegli anni le donne laureate in Italia sono poco più di mille.

Inizia la carriera accademica come assistente di Analisi algebrica all’Università di Parma e l’insegnamento nelle scuole medie, dove diffonde la sua passione per le scienze. Aiuta anche il fratello più piccolo, Pietro, considerato il meno dotato della famiglia. Grazie anche al suo incoraggiamento e alle sue lezioni, lui diventerà direttore dell’Istituto geofisico di Firenze e professore all’Università della Pennsylvania. Ma nel 1926 il regime fascista esclude le donne dall’insegnamento e Lombardini è costretta e rivedere le sue scelte professionali.

Vince un concorso per assistente all'Osservatorio geodinamico di Rocca di Papa al fianco del sismologo Giovanni Agamennone e si fa subito notare per competenza e dedizione. Nel 1927 a soli 34 anni viene inviata dal Genio civile a compiere i rilievi dopo il terremoto di Nemi, un piccolo borgo nei Colli Albani. ‘La signorina che aspetta i terremoti’: la chiamano così gli abitanti del posto. La lusinga, che suona come una beffa, viene riportata in una rivista femminile dell’epoca. Ma Maria è molto di più di una figurina sullo sfondo: inizia a pubblicare i suoi primi studi.

Nel 1928, la svolta della sua carriera. Viene assunta come geofisico principale all’Ufficio Presagi del Ministero dell’Aeronautica, quello che sarà il futuro Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare. La sezione ha il compito di coordinare le previsioni del tempo per sostenere l'agricoltura, la navigazione aerea e quella marittima.

Non è l’unica donna a lavorare dietro le quinte. Con lei vengono assunte all’Ufficio Presagi altre cinque geofisiche principali: Anna Malato, Luisa Palumbo, Giovanna Rossi, Luisa Borriello ed Eleonora Basili. Donne protagoniste, anche se nell’ombra, di uno dei periodi più vivaci per l’aviazione e la meteorologia italiane. È l’epoca delle trasvolate oceaniche di Italo Balbo, del volo del dirigibile Italia, delle grandi imprese aviatorie nelle colonie.

L’attività di ricerca di Maria Lombardini all’Ufficio Presagi si concentra principalmente sulla meteorologia e sulla fisica dell'atmosfera, con studi pionieristici sulle turbolenze dell'aria, sulla rosa dei venti, sulle correnti in quota e sull’impatto della curvatura terrestre nella determinazione dei venti. Si distingue per la sua capacità di applicare i concetti della matematica, della fisica e della meccanica classica ai fenomeni atmosferici. Elabora nuovi metodi di rappresentazione sintetica delle distribuzioni anemologiche.

È considerata una pioniera della modellistica matematica applicata alle previsioni meteorologiche. Concentra il suo interesse scientifico sul problema della previsione degli stati futuri dell’atmosfera. Lo spiega lei stessa in un intervento il 22 ottobre 1934:

Il problema della previsione del tempo deve dunque essere considerato come problema matematico ben determinato: si dovrebbe dapprima rappresentare nel modo più completo e più chiaro possibile lo stato iniziale dell’atmosfera, partendo da un numero sufficiente di osservazioni – problema di diagnosi – poi si dovrebbe risolvere il problema principale, quello della prognosi, integrando le equazioni della idrodinamica e della termodinamica.

Lombardini ha infatti il merito di aver contribuito a importare in Italia le teorie della Scuola norvegese di Bergen, che in quel periodo era ritenuta all’avanguardia nelle previsioni meteorologiche. Questo, insieme alla sua competenza matematica e alla conoscenza degli studi tedeschi sui movimenti delle masse d’aria, le ha permesso di sviluppare previsioni più affidabili rispetto alle peculiarità del bacino del Mediterraneo.
Distaccata in seguito all’Ufficio Rotte, svolge ricerche di Climatologia e meteorologia in relazione alla navigazione aerea.

Il luglio del 1937 segna per lei un'altra svolta. Partecipa attivamente alla fondazione della Rivista di Meteorologia aeronautica e inizia a pubblicare assiduamente, lavorando fianco a fianco con il geofisico e meteorologo Filippo Eredia (1877-1948) che sarà suo punto di riferimento costante in quegli anni. Nell’arco di soli 25 anni Lombardini pubblica una trentina di articoli scientifici, ma senza la visibilità che avrebbe meritato.

Muore nel 1950 a soli 57 anni dopo una lunga malattia e una vita passata interamente a studiare, a fare fronte a improvvise difficoltà economiche e a occuparsi della madre e dei fratelli. I suoi colleghi ne ricordano in un articolo la preparazione, la tenacia, l’abnegazione, la passione per la scienza, ma anche la sensibilità, il sorriso luminoso, lo sguardo vivacissimo e arguto.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Maria Lombardini

T.Col. Orazio Di Casola, “Ottant’anni di storia. La Rivista nel Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare”, in “Rivista di Meteorologia Aeronautica”, Anno 71, n. 2, pagg. Roma aprile-giugno 2017.
AA.VV, “Maria Lombardini” in “Rivista di Meteorologia Aeronautica”, Anno IX, n. 4, pagg. 29-31, Roma, 1949.

Maria Lombardini, produzione scientifica dal 1918 al 1949, e in particolare

Maria Lombardini, “Il tempo «in grande» di F. Baur e le onde della tropopausa” pubblicato su “Rivista di Meteorologia Aeronautica”, anno I, n. 1 - Roma, 1937.

Carlo Montani, “All’Osservatorio Geodinamico” in ‘La donna italiana’, rivista mensile di lettere, scienze, arti del Movimento sociale femminile, pagg. 58-59, Roma, 1928.

Archivio storico della statistica italiana, serie storiche. Tavola 7.14 “Laureati per sesso e docenti – Anni 1926-2014 (valori assoluti)”. Fonte: Istat- Ministero dell'istruzione pubblica, anni 1926-1942.



Voce pubblicata nel: 2025

Ultimo aggiornamento: 2025