Se poche donne, nel Seicento, si dedicarono alla pittura, il loro numero aumenta considerevolmente in quelle famiglie in cui i parenti maschi avevano abbracciato la professione artistica. È questo il caso di Maddalena Natali che non solo fu figlia di Giovan Battista (Cremona, 1630 - Roma, 1696), pittore, ingegnere, scenografo, scrittore d'arte e soprattutto architetto della cattedrale di Cremona; furono infatti artisti anche il nonno Carlo (Cremona, 1589-1683), pittore, incisore e, a sua volta, architetto della stessa cattedrale, nonché un trisavolo materno, Pietro Martire Pesenti da Sabbioneta (poco prima del 1530-1610) esponente di una famiglia tutta dedita alla pittura e alle arti. La sua formazione dovette dunque avvenire nella casa del padre, che la portò con sé a Roma dove è registrata negli Stati d'anime della chiesa dei SS. Celso e Giuliano nel 1675 (anno giubilare) insieme alla famiglia e al fratello minore Giuseppe Cristoforo, anch'egli pittore. È l’ultima data che ne attesta l'esistenza è anche la data apposta su di un cartellino antico applicato sul verso dell'unica tela che di lei ci è rimasta, un Ritratto di prelato (Cremona, Museo Civico Ala Ponzone, Inv. 120) che proprio a Roma fu eseguito. Quel cartellino la dichiara di anni 18, ma in realtà all'epoca ne aveva 21, essendo nata e battezzata il 3 agosto del 1654 nella parrocchia di S. Elena a Cremona. L'atto di nascita ne ricorda il nome completo, Maddalena Teodora, essendole stato imposto il nome della nonna paterna, quella naturale e quella acquisita (il nonno Carlo si era, infatti, sposato due volte). Maddalena era dunque una ritrattista, e in questa veste il padre Giovan Battista ne promuove l'attività cercando di introdurla, attraverso i buoni auspici del cardinal Leopoldo de' Medici col quale era in corrispondenza come mercante d'arte, presso la potente famiglia di papa Clemente X Altieri, in particolare come ritrattista di dame, un'attività all'epoca senz'altro più socialmente accettabile per una giovane. Nulla ci è pervenuto di questa sua attività, che deve senz’altro essere stata influenzata dai Cabinets de dames, allora di grande successo, del fiammingo Jacob Ferdinand Voet, su cui s'innesta il naturalismo lombardo della ritrattistica paterna (Ritratto di Francesco Maria Carena, Cremona, Museo Civico Ala Ponzone, inv. 605), come risulta dal citato busto del Ritratto di prelato, attualmente (2021) esposto a Milano alla mostra di Palazzo Reale Le signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600. Sottoposto ad analisi riflettografica, questo ha rivelato di essere stato eseguito in realtà da due mani, una più acerba – forse del più giovane (Cremona, 1661) fratello Giuseppe Cristoforo – che risolve le vesti in maniera più essenziale e rigida, e l'altra che interpreta il volto paffuto e lo sguardo diretto del personaggio con un convincente naturalismo. Da Roma il ritratto fu portato a Cremona, dove tuttora si trova; di Maddalena si perdono, invece, le tracce: non figura, infatti, né nel registro dei matrimoni, né in quello dei morti della chiesa di S. Elena, vicina all'abitazione dei Natali. A meno di pensare ad una monacazione, dobbiamo ipotizzare che si sia maritata a Roma, dove anche il padre avrebbe preso definitivamente dimora dal 1688.
M. Marubbi, Maddalena Natali, in Le signore dell’arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600, Milano 2021, pp. 210-211 e p. 324
Voce pubblicata nel: 2012
Ultimo aggiornamento: 2023