Lea Quaretti nacque il 3 agosto 1912 a Rigoso di Monchio delle Corti, un piccolo borgo dell’Appennino tosco-emiliano. Trascorse la sua infanzia a Parma, dove studiò presso le Orsoline e, nel 1936, sposò Mario Masetti, un ingegnere parmense fedele al fascismo, trasferendosi poi con lui a Trieste. La convivenza tra i due si rivelò presto difficile a causa delle profonde differenze politiche e di carattere. Lea attraversò un periodo di lunga depressione e soffrì di pleurite, rischiando la tubercolosi. Superata la malattia, nel 1941, si trasferì a Venezia, dove iniziò a collaborare con vari giornali e riviste, tra cui «Stampa Sera» e «Il Gazzettino», ma anche «Il Mattino del Popolo». Quella di giornalista e cronista sarà una professione che caratterizzerà la sua vita, come quella di altre autrici negli stessi decenni di riferimento, tra cui Milena Milani e Marise Ferro.
A Venezia, nel 1945, Lea incontrò Neri Pozza, con il quale intrecciò una lunga e profonda relazione sentimentale che diventò anche una collaborazione intellettuale. I due si sposarono nel 1963 – ma con rito civile solo nel 1980. Pozza fu un compagno di vita e un mentore: con il suo sostegno, nel 1946, Lea pubblicò il suo primo libro, Il faggio (Neri Pozza) candidato, nel 1947, al Premio Tesoretto di Brera – e vinto da Milani con L’estate (Edizioni del Cavallino 1946). Quaretti costruiva qui un racconto lirico autobiografico che rispecchiava il suo stato di malattia e richiamava l’infanzia, l’Emilia di Rigoso e il ventennio fascista. Aldo Camerino ne scrisse sulla rivista veneziana «Terraferma», definendo il libro «il prodotto di una sapientissima innocenza» mentre Enrico Falqui e Sergio Romagnoli le dedicarono recensioni e articoli, riconoscendo il suo talento.
Lea visse per circa dieci anni al Lido, per poi trasferirsi, nella prima metà degli anni Sessanta, in una casa in calle degli Avvocati. Dopo un lungo lavoro di sistemazione, l’abitazione fu progettata da un’allieva dell’architetto Scarpa, che era profondamente legato alla coppia. Pubblicò, a quel tempo, altri due libri. Con La voce del fiume (Neri Pozza 1947) ricevette il plauso di critici come Emilio Cecchi e Massimo Bontempelli che, in particolare, scrisse della prima edizione lodandone la vivida descrizione di personaggi e i destini segnati. In effetti, le protagoniste della storia sono due donne, Maria e Lena, che vivono insieme in una casa isolata nella campagna dell’Italia del secondo dopoguerra e le loro vite si intrecciano con quelle di altre figure femminili sospese nel tempo: Marta, Caterina e Laura. La loro quotidianità è scandita dalla ricorrente “voce del fiume”, che si mescola al coro di questo congegnato gineceo in attesa di una nuova nascita. Emilio Cecchi definì il libro una «favola», encomiando lo stile fantastico che, come una cantilena lontana o un basso in sottofondo, permea la scrittura «carnosa, energica e trasognata» tipica di questa scrittrice. Una donna sbagliata usciva invece nel 1950 (per Neri Pozza) e si aggiudicava il secondo posto al premio letterario Venezia per un romanzo inedito: si tratta di un romanzo con al centro il personaggio di Caterina, che rivela al lettore, con passo lento, una lunga confessione sulla sua vita amorosa, dai toni drammatici e ripiegata su un sé riflessivo, anticipatorio di certi toni autobiografici che saranno sempre più presenti nella scrittura delle autrici soprattutto dagli anni Sessanta in avanti.
Dopo L’estate di Anna (Vallecchi 1955) – con ancora al centro una figura spezzata, Anna, chiusa nella propria follia – Lea Quaretti non pubblicò più nulla, nonostante gli insistenti inviti del marito Neri Pozza e degli amici Dino Buzzati ed Eugenio Montale. Le ragioni di questa scelta rimangono ignote e non facilmente comprensibili seppure numerose ipotesi siano state fatte negli anni.
Dal 1955 al 1957, Lea lavorò a più riprese su un terzo romanzo, conosciuto con vari titoli provvisori come “L’acqua”, “La strada dell’acqua” e “Le grandi acque”: nei suoi quaderni, infatti, restano tracce e solo alcuni capitoli di questo lavoro incompiuto. Nel 1961, Giorgio Bassani aveva manifestato l’intenzione di pubblicare con Feltrinelli il nuovo romanzo e, nel 1963, un suo libro di racconti. Tuttavia, il progetto svanì quando Bassani lasciò Feltrinelli nel dicembre dello stesso anno.
La vita di Quaretti, nel frattempo, si intrecciava con quella della casa editrice Neri Pozza e con le frequentazioni di artisti, autori e intellettuali dell’epoca, tra cui Aldo Palazzeschi, il già nominato Montale, Osvaldo Licini, Milena Milani, Gianna Manzini, Diego Valeri, Paola Masino e il già nominato Bontempelli. I suoi incontri, le frequentazioni, e la Venezia amata ma anche vissuta da vicino, sono narrati in Il giorno con la buona stella (Neri Pozza 2016) con la cura di Angelo Colla. Lea Quaretti continuò a compilare questi diari dal ’45 fino al 1976, documentando ogni accadimento della sua vita: la storia d’amore con Pozza, le collaborazioni editoriali, le relazioni amicali e le conversazioni con letterati e artisti. Queste pagine intense offrono uno sguardo straordinario sulla sua avventura sentimentale e intellettuale. Educata alla vita di società, elegante e colta, Lea suscitava passioni e confidenze inaspettate. Si scoprono ritratti affascinanti di personaggi come Emilio Cecchi, Dino Buzzati e Goffredo Parise.
Lea Quaretti morì a Vicenza il 9 febbraio 1981, lasciando un’eredità letteraria che riflette la complessità e la profondità della sua vita e delle sue esperienze. Neri Pozza, nel Congedo che chiude il diario, riprese il colloquio con Lea, reso silente dalla morte ma mai interrotto. Postumo, nel 1982 e sempre per Neri Pozza, uscirà un volume che raccoglie Il faggio, La voce del fiume e Le storie di Rigoso ossia alcuni racconti di Lea con un’introduzione di Geno Pampaloni.
Nel 2018, Palazzo Chiericati a Vicenza ha inaugurato la mostra permanente del Legato Pozza-Quaretti, realizzata in conformità al testamento olografo di Neri Pozza, redatto il 9 luglio 1984. Questa collezione, iniziata da Neri Pozza e sua moglie Lea Quaretti alla fine degli anni Cinquanta, rappresenta una raccolta condivisa che riflette i gusti e le sensibilità di entrambi e comprende dipinti, sculture e incisioni di importanti artisti del Novecento, tra cui Carlo Carrà, Gino Severini, Felice Casorati, Filippo de Pisis, Virgilio Guidi, Osvaldo Licini, Ottone Rosai, Emilio Vedova e Tancredi.
Il gatto, Il Pellicano, 1945. Il faggio, Neri Pozza, 1946. La voce del fiume, Neri Pozza, 1947. Una donna sbagliata, Neri Pozza, 1950. L’estate di Anna, Vallecchi, 1955. Scrittori di Vicenza. Antonio Fogazzaro, Paolo Lioy, Gian Dauli e altri, a cura di Lea Quaretti, Neri Pozza 1974. Il giorno con la buona stella. Diario 1945-1976, a cura di Angelo Colla con Congedo di Neri Pozza, Neri Pozza, 2016. Anna Zamboni, Lea Quaretti (1912-1981), in «Studi Novecenteschi», dicembre 2001, Vol. 28, No. 62 (dicembre 2001), pp. 271-307 Alessandra Trevisan, Lea Quaretti e la voce del fiume. Una lettura, in «Le Ortique», 19.09.2023 https://leortique.wordpress.com/2023/09/19/lea-quaretti-e-la-voce-del-fiume-una-lettura/ Alberto Trentin, Un lungo intervallo di luce. Rileggere i diari di Lea Quaretti, in «Le Ortique», 18.07.2024 https://leortique.wordpress.com/2024/07/18/un-lungo-intervallo-di-luce-rileggere-i-diari-di-lea-quaretti/#more-5558
Voce pubblicata nel: 2024
Ultimo aggiornamento: 2024