Provate a domandare chi sia stato Ettore Petrolini. La risposta è, nella maggior parte dei casi, esatta: attore, cantante di cabaret, compositore e molte altre cose, vissuto nel Novecento. Provate quindi a chiedere chi sia stata Ines Colapietro, in arte Ines Loris. La domanda potrebbe non trovare risposta, eppure Ettore e Ines sono stati per molti anni coppia sul palcoscenico e nella vita.

Nelle autobiografie di Petrolini, in alcuni testi che ne ricostruiscono le vicende teatrali ed esistenziali, nei volumi dell’Enciclopedia dello Spettacolo voluta da Silvio D’Amico, di Ines Colapietro/Loris non c’è traccia. Neanche nei racconti di Oreste Petrolini dedicati alla vita e alla carriera del padre Ettore c’è spazio per Ines e per la sua professione, eppure è sua madre.
Non si tratta dell’oblio ricorrente che colpisce le donne, di disattenzione della critica e di studi eccessivamente concentrati sulle figure maschili, bensì di una sorta di damnatio memoriae costruita, secondo Andrea Calcagni autore nel 2011 del libro Enciclopedia dei Loris-Petrolini, come «una sorta di schermo protettivo» contro ricordi dolorosi difficili da cancellare. Ma è qualcosa in più: è l’ostinata condanna familiare, artistica e sociale nei confronti di una donna che ha anteposto la fedeltà a sé stessa e alla propria libertà alla diffusa regola di un femminile fatto di sacrifici, silenzi e sottomissione.

Ines Colapietro nasce il 25 marzo del 1888 a Roma, precisamente al numero 18 di vicolo della Campanella, nel rione Ponte. Nel 1903 conosce Ettore Petrolini, ancora attore comico alle prime armi. Lei, nonostante la giovane età, ha già un discreto successo come cantante di caffè-concerto, grazie alla generose forme del corpo, all’arte di muoversi sul palco e contrastare con simpatia naturale lo spirito graffiante del pubblico maschile, spesso feroce e condito di fischi ed epiteti volgari.
Dopo una serie di serate al Giardino Morteo, un locale nei pressi della vecchia stazione Termini, Ines parte con la sorella Tina, anche lei canzonettista, per una tournée di otto mesi nel nord e centro Italia. La loro professione è considerata al limite della buona reputazione e l’esposizione pubblica del proprio corpo confligge col comune senso del pudore, ma garantisce l’indipendenza economica e una via d’uscita da un’esistenza marginale e sacrificata.

Rientrata dalla tournée le viene proposto di esibirsi al Gambrinus, un altro locale per caffè-concerto della capitale, questa volta con un ruolo più importante. Nel corso di quell’ingaggio conosce Ettore Petrolini, attore ancora poco conosciuto. Ines decide di cambiare il proprio cognome Colapietro, con cui è conosciuta e apprezzata, in Loris, finora utilizzato da Petrolini nelle sue esibizioni. Nasce il duo Loris-Petrolini, coppia in teatro e nella vita. Insieme formano un duetto di giovani comici promettenti e insieme partono per una serie di spettacoli nel nord Italia, dall’ottobre 1903 fino all’estate del 1904, quando sono scritturati di nuovo a Roma dall’impresario del teatro Bellini, un locale di intrattenimento popolare appena inaugurato. Il nome di Ines resta poco tempo in cartellone, nel mese di agosto lascia le esibizioni per prepararsi alla nascita del primogenito Oreste; anche Ettore per qualche tempo sospende le serate per restare vicino alla compagna. Una sosta felice ma di breve periodo: le necessità familiari ora sono aumentate ed è urgente trovare ingaggi per sopravvivere.

Ricominciano a esibirsi a Roma, poi nuovamente in tournée in nord Italia, con Milano tappa fondamentale verso la notorietà. È un momento magico il 1907, culminato con l’ingaggio per una serie di esibizioni in Uruguay, Argentina e Brasile. Partono alla fine di maggio col piroscafo Espagne dal porto di Genova, destinazione Buenos Aires. È un programma lungo circa un anno e di gran successo, soprattutto per Ettore che viene ribattezzato il rey de la risa. Rientrati in patria nell’estate del 1908, Ines ed Ettore vengono ingaggiati da numerosi teatri fino a quando, all’inizio del 1909, viene offerto loro un secondo giro artistico nel continente americano, con molti impegni in Messico e a Cuba e una breve esibizione a New York. Il successo cresce e il duo Loris-Petrolini comincia a raccogliere i frutti di tanto lavoro.
La coppia è sempre più sbilanciata verso le qualità artistiche di Ettore, ma Ines si ritaglia alla perfezione il ruolo di spalla, sa capire i tempi, assecondare le battute, accompagnare con il giusto tono di voce e di espressività canora i duetti. La spalla deve stare un passo indietro rispetto al comico, metterlo in risalto e Ines lo fa con bravura, eleganza e “modestia”, così raccontano la critica e i cultori dei caffè concerto. Una compagna fedele e sincera che, sempre da buona spalla, trascrive a mano i copioni teatrali che permetteranno in seguito, a generazioni di artisti, critici, studiosi e semplici appassionati del teatro di varietà, di conservare la memoria dell’arte comica di Petrolini.

Ines ed Ettore sembrano una coppia di artisti in perfetta sincronia, destinata a durare e a trionfare. E invece, dietro le luci dello spettacolo e gli svolazzi dei costumi, l’unione sentimentale entra in crisi, o meglio Ines vive con sempre maggior disagio la sua vita con Ettore, condita da continui tradimenti e con l’asimmetricità dei ruoli teatrali riproposta anche in casa, lui dominante e lei, spalla pure in privato, sempre a un passo di distanza. Il successo e la fama possono accecare e forse Ettore, comprendendo che il pubblico adora lui e la sua comicità, comincia a percepire la sua compagna come un ostacolo al definitivo trionfo.

Nell’ottobre del 1911 Petrolini scrive ad alcune riviste teatrali che il sodalizio con la «ex duettista signorina Ines Loris» è da ritenersi definitivamente concluso. Ines se n’è andata via di casa lasciandogli i due figli, Oreste e Renato. Li aveva accompagnati da una vicina perché restassero con lei solo qualche ora, solo il tempo di una commissione da sbrigare. E invece Ines non fa più ritorno, quell’uscita di scena l’ha evidentemente programmata. Comincia una seconda vita professionale e già nel 1912 il suo nome riappare in cartellone, questa volta insieme al comico Gustavo De Marco con il quale sceglie di condividere per un po’ palcoscenico e vita. Nuova carriera e nuovi successi non bastano a coprire però il perdurante disagio, probabilmente dovuto ai pettegolezzi e alle maldicenze sul suo conto che girano nell’ambiente teatrale. Ines tenta anche il suicidio, per fortuna senza successo. La sua carriera è alla fine, insieme alla relazione con Gustavo. Da quel momento scende su di lei un sipario così pesante da calare sulla memoria della sua arte.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Ines Colapietro

Andrea Calcagni, Enciclopedia dei Loris-Petrolini. Tempi, luoghi e personaggi di una coppia di caffè concerto, Fermenti Editrice, Roma, 2011
Ettore Petrolini nel Dizionario Biografico degli Italiani (Treccani)

Vicolo della campanella n°18. La casa natale di Ines Colapietro, in arte Ines Loris - vitamine vaganti

Referenze iconografiche:

Fig. 1 - La casa natale di Ines Colapietro in Vicolo della campanella 18 a Roma, foto di Serena Vignati, Archivio Barbara Belotti


Barbara Belotti

Dopo aver insegnato per oltre trent’anni Storia dell’arte nelle scuole superiori, si occupa ora di storia e cultura delle donne e di toponomastica. Cofondatrice dell’associazione Toponomastica femminile, ha partecipato alla stesura dei volumi Roma. Percorsi di genere 1-2 (Iacobelli, 2011 e 2013), La differenza insegna (Carocci, 2014), Grammatica e sessismo 2 (Universitalia, 2015), Le Mille (Navarra, 2016), Segnali familiari. Immagini e immaginario della/e famiglia/e nei percorsi urbani (Blonk, 2019), La famiglia italiana raccontata dai cognomi. Storie di rimozioni (Blonk, 2022). Ha pubblicato il libro Le Medici (Storie di Toponomastica femminile, 2021) e scritto con Maria Pia Ercolini Il femminile dalla famiglia allo spazio pubblico (Il Mulino, 2019). Collabora dal 2019 al progetto Calendaria di Toponomastica femminile.

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Voce pubblicata nel: 2023

Ultimo aggiornamento: 2024