Nasce a Imola il 26 marzo 1859, in una famiglia di disagiate condizioni economiche. Prima di tre sorelle, il padre Tullio lavora saltuariamente come sarto e come guardia carceraria, la madre Teresa Buratti è levatrice.
La famiglia Cattani intrattiene stretti rapporti con esponenti di punta della cultura socialista e internazionalista, tra cui anche il poeta Giovanni Pascoli.
Giuseppina frequenta il Liceo classico “Luigi Galvani” di Bologna e nel 1878 decide di iscriversi alla Facoltà di medicina e chirurgia. Nessuna donna prima di lei ha ancora conseguito la laurea in questa facoltà. Giuseppina deve farsi valere in un’istituzione ancora tutta maschile. Nello studio ricerca l’eccellenza: ripete l’esame di Anatomia, pur avendo conseguito il massimo dei voti, solo per vedervi aggiunta la lode.
Nel 1884, pochi mesi prima di laurearsi, viene nominata assistente del laboratorio di patologia generale dell’università, diretto dal professor Guido Tizzoni.
Qui svolge le sue prime ricerche isto-fisiologiche, i cui esiti saranno presentati nello stesso anno presso l’Accademia dei Lincei.
Dopo aver conseguito la laurea, viene confermata nel ruolo di assistente presso l’università.
Si occupa in un primo momento dello studio del sistema nervoso, ma ben presto si concentra sugli studi batteriologici e nel 1889, in collaborazione con Tizzoni, riesce ad isolare una coltura pura del bacillo del tetano. È il primo passo per la creazione del siero antitetanico che verrà poi utilizzato soprattutto fra i soldati durante la prima guerra mondiale. Il tetano portava alla morte nell’85% dei casi. Debellare questa malattia fu una vittoria sensazionale della medicina ottocentesca.
Nel 1886 viene nominata socia della Società medico-chirurgica di Bologna, il cui accesso non era stato fino ad allora consentito a nessuna donna.
L’anno successivo ottiene l’abilitazione per la libera docenza in Patologia generale.
Oltre all'attività scientifica, Giuseppina si impegna nella lotta contro le diseguaglianze sociali. Nel 1890 si costituisce a Bologna il "Comitato di propaganda per il miglioramento delle condizioni della donna". Il Comitato vuole favorire l’emancipazione femminile attraverso battaglie per i diritti giuridici ed economici e attraverso l’educazione intellettuale e culturale delle donne.
Nel 1897 viene invitata a dirigere il Gabinetto di radiologia, anatomia patologica e batteriologia dell’ospedale di Imola.
Accettato l’incarico, lascia definitivamente Bologna e l’Università.
Si ammala gravemente, forse di tumore da radiazioni.
Morirà ad Imola nel 1914, a soli 55 anni.
* Voce redatta dalle ragazze e dai ragazzi della 5^ GA dell’Istituto “G. Galilei” di via Paravia 31 per il Noe (Nucleo Operativo Enciclopedia) dell’I.I.S. Galilei-Luxemburg di Milano. Questa voce è a cura di: Roberta Pirovano.
Voce pubblicata nel: 2019
Ultimo aggiornamento: 2023