Chissà se Pier Giacomo Castiglioni, uno dei più importanti maestri del design italiano del novecento, si compiacque dell'aver chiamato sua figlia Giorgina quando, tre anni dopo la sua nascita, scoprì lo pseudonimo con cui Lina Bo (poi Bo Bardi) firmava i suoi appassionati articoli, sulle pagine di A Attualità Architettura Abitazione? Quella rivista, fondata con Bruno Zevi, fu una palestra di novità della cultura architettonica in quel vivace dopoguerra in cui Milano e l’Italia tutta erano animate dallo slancio entusiastico della rinascita culturale, della quale Pier Giacomo fu uno dei protagonisti più insigni e creativi. Certamente quel nome portò fortuna a Giorgina Castiglioni, vista la carriera che avrebbe intrapreso da adulta nel campo del progetto; sarebbe proprio il caso di dire: nomen omen.

Giorgina Castiglioni non è soltanto figlia d’arte, ma è anche nipote di artisti: suo nonno, infatti, è il famoso medaglista (per Johnson Milano) e scultore Giannino Castiglioni, allievo di Enrico Butti, che, fra le molte sue opere, nel 1950 realizzò la Porta bronzea del Duomo di Milano dedicata nientemeno che a Sant'Ambrogio, il nume tutelare della città meneghina. Suoi zii sono poi gli altrettanto famosi architetti, soci di suo padre, Achille e Livio (che però lascerà presto il fraterno sodalizio lavorativo per mettersi in proprio).

C’è una bella foto, scattata da Ugo Mulas nel 1968, che ritrae i cinque architetti Castiglioni, i senior: Livio, Pier Giacomo e Achille, e gli junior: Giorgina, appunto, e suo cugino Piero, foto della quale lei va giustamente orgogliosa.

A proposito del nonno e del luogo in cui anche Giorgina ha trascorso molte giornate da bambina, così ne ha scritto lei stessa:

"Tutta la famiglia Castiglioni lavorava in un vecchio edificio situato di fronte all'ospedale Fatebenefratelli: Corso di Porta Nuova numero 52. Sulla sinistra c'era lo studio dove il nonno realizzava medaglie e sculture di medie dimensioni. Di fronte al portone dello scultore si poteva accedere allo studio degli architetti Pier Giacomo e Achille; sul retro c'era lo spazio di Livio e quindi un altro studio, quello dello zio Tullio Emanueli, ingegnere con la passione dell'Aeronautica. Un largo viale portava all'altro laboratorio del nonno, contiguo alla scuola Svizzera tutt'ora situata in via Appiani 21."

La parte abitativa era invece al primo piano di quella grande casa di ringhiera, tipica della vecchia Milano che oggi non esiste più, un cortile dopo l'altro, un cortile nell'altro, vere agorà della vita cittadina, piazze minori rispetto agli slarghi pubblici urbani, ma non per questo meno pieni di vita e meno fecondi di relazioni sociali (come ha magistralmente testimoniato Giovanni Testori nei suoi romanzi).

L'anima del focolare di casa Castiglioni era la nonna, Livia Bolla, brianzola, una donna colta, energica e volitiva che ha saputo tenere insieme una famiglia così speciale e creativa: una famiglia di artisti. Così ne ha scritto Massimo Vignelli, che l'ha frequentata da giovane, quando lavorava nello studio di A&PG:
"Una tipica famiglia di artigiani dell'arte come esistevano un tempo in Lombardia, dove tutta la famiglia era coinvolta nel mestiere, con somma modestia e grande compattezza."

Giorgina Castiglioni si è laureata in Architettura al Politecnico di Milano nel 1969, con Ludovico Barbiano di Belgiojoso, uno dei membri del famoso studio BBPR (autore, tra l’altro, della Torre Velasca) e, come lei ama ricordare con orgoglio, ha sostenuto l'esame di stato con il grande Piero Bottoni. In facoltà è stata allieva di Alberto Rosselli e di Marco Zanuso che l'hanno avviata alla ideazione di oggetti di design e all’architettura degli interni, campi per i quali ha mostrato fin da subito una spiccata predilezione, senza però mai abbandonare la progettazione architettonica.
In campo professionale, Giorgina Castiglioni è stata precoce, infatti, già nel 1965, quand'era ancora studentessa, ha vinto il Concorso Nazionale Fiera di Trieste con il progetto di una seduta monoscocca sovrapponibile in resina poliestere che è stata poi messa in produzione da Kartell (con il numero 4850) e subito pubblicata sulla rivista Domus, alla cui direzione c’era di nuovo Gio Ponti, il suo fondatore dall’occhio lungo.

Da quel momento in poi, Giorgina non ha più smesso di progettare pezzi di design e complementi d'arredo per i brand più importanti, quali Alessi, Audiomatic, Bilumen (sgabello Starcy; lampada Giona; specchio Gioela; contenitore Packo; porta ombrelli Juppi; accessori bagno Banda), Ceramica Dolomite (serie Rio; lavello Georgia 4420), Ceramicas Gala, Crien, Gedy, Elle, Kartell, Gufram (sedia Canguro), Hatria Spea (serie Lotus), Ideal Standard, Pedano (sedia e tavolo Millefogli), Rai Radiotelevisione Italiana, Sirrah (sistema di illuminazione Bit/Bip), Sirrah Iberica, Spea, Sugherificio Ambrosiana (sgabello); Valenti (elementi componibili); contenitori componibili Colomba e serie vasi Giano, Impagliata (autoprodotti).

Una delle valenze della sua progettualità è la poliedricità che la vede impegnata sia nel campo del design che in quelli dell'urbanistica e dell'architettura civile, dove ha svolto addirittura un ruolo pionieristico occupandosi di bioarchitettura, in tempi in cui essa non era ancora in auge, come è invece oggi. Attenta alla sperimentazione ma sensibile ai temi ambientali, al green, nei suoi progetti Giorgina Castiglioni predilige sempre l’impiego dei materiali ecosostenibili.

Così, in proposito ha scritto lei stessa:

"L'interesse per la realizzazione di progetti nei quali si considera la possibilità di impiegare materiali naturali con rilevanti caratteristiche ecologiche, mi ha portata ad esaminare più attentamente l'interazione fra aspetti propri della vegetazione ed interventi progettuali che la relazionano, di volta in volta con criteri spesso differenti all'ambiente costruito. L'impiego della terracotta per la produzione di attrezzature utili alla qualificazione del paesaggio mi è sembrato subito molto pertinente, proprio per omogeneità di materia, la terra, che in presenza di humus dà origine allo sviluppo delle varie specie di organismi vegetali. Il terreno è infatti soggetto a continui mutamenti determinati da fattori ambientali: ne consegue una dinamica vegetale, la cui continua evoluzione va prevista ed integrata in modo significativo allo sviluppo del progetto globale."

Molte sono le rassegne espositive a cui ha partecipato nel corso della sua carriera, sia in spazi pubblici che privati, fra di esse la XV Triennale di Milano (1973); la VII Biennale di Architettura di Venezia (2000) e Woman in Design, alla XXI Triennale di Milano (2016). Ha partecipato inoltre a numerosi Concorsi Internazionali di Architettura e di Design, tra i quali ricordiamo il TISCH ’80 per un microsistema di tavolo e sedie; il concorso sponsorizzato da Albatros intitolato Il Mosaico come linguaggio di Architettura; e quello di urbanistica, Canale Verde in città, bandito dal Comune di San Donato Milanese.

Suoi oggetti sono esposti in permanenza al Design Museum di Triennale Milano, al Centre de Création Industrielle Paris Louvre, al Kungstgewerkemuseum di Zurigo, al Museo Alessi di Crusinallo, al Museo Kartell di Binasco, al MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche) di Faenza.

Custode dell’archivio di suo padre Pier Giacomo, Giorgina Castiglioni ha recentemente creato un sito internet a lui dedicato per promuoverne la memoria e diffonderne l’innovativo messaggio artistico.


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Giorgina Castiglioni

Domus, nr. 438, maggio 1966

Interni, nr. 404, ottobre 1990

Biografia su www.giorginacastiglioni.it

Giorgina Castiglioni su Architectuul

Enciclopedia del Design

Video

Mise en place su www.giorginacastiglioni.it

Intervista a Giorgina Castiglioni - YouTube



Voce pubblicata nel: 2021

Ultimo aggiornamento: 2023