Quando, nell’ottobre del 1915, oltre 25.000 suffragette sfilarono per la Fifth Avenue per chiedere il diritto di voto, Florence, già a capo della fiorentissima azienda di cosmetici Elizabeth Arden, manifestò assieme a loro distribuendo gratuitamente uno dei suoi articoli più provocanti: il rossetto rosso fuoco finora usato dalle prostitute o dalle donne delle classi sociali basse: un autentico tabù per le signore perbene. Quell’omaggio, lungi dall’essere soltanto la trovata di una imprenditrice di successo per allargare ulteriormente la sua clientela, era in realtà un chiaro e appassionato invito all’affermazione di sé in una società ottusa e repressiva nei confronti delle donne e delle loro libertà.
Ma cosa aveva portato la giovane canadese a creare un’azienda cosmetica?
Nata in una piccola località canadese, la Nightingale ancora studiava per diventare infermiera quando decise di trasferirsi a New York, dove trovò poi lavoro come aiuto estetista in un Beauty Salon. Il tempo di apprendere i rudimenti del mestiere e Florence si mise in proprio: grazie, infatti, a una creatività debordante e a un forte senso degli affari, fondò il marchio Elizabeth Arden e aprì un grande salone sulla centralissima Fifth Avenue.
Durante i primi mesi di attività, a causa dei costi sostenuti per avviare l’operazione commerciale, la novella imprenditrice fu costretta a risparmiare su tutto: dopo dodici ore di duro lavoro giornaliero era lei stessa a occuparsi delle pulizie dei locali. Tuttavia, l’investimento diede presto i frutti sperati: con l’aiuto di un amico farmacista, Florence mise a punto la sua prima crema per il viso, accompagnandola con lo slogan “Ogni donna ha il diritto di essere bella”, e nel giro di qualche settimana poté finalmente assaporare l’ebbrezza di un successo che superò le sue più rosee aspettative.
Instancabile e versatile, la Nightingale sapeva che per battere la concorrenza bisognava starle sempre un passo avanti, di conseguenza, non esitò a volare a Parigi per apprendere le migliori tecniche per eseguire i massaggi del corpo e nuove idee per il trucco.
Tornata a New York con tante proposte utili per perfezionare la sua idea di bellezza totale, vide aumentare di giorno in giorno le donne disposte a mettersi in fila davanti all’inconfondibile porta rossa del suo salone di bellezza, ormai diventato il tempio di un lusso gratificante e mai borioso. Oltre la mitica Red Door, infatti, si susseguivano interni ampi e curatissimi, pensati per accogliere ad arte la clientela, coccolarla, farla sognare e fidelizzarla. Una sintesi perfetta di raffinatezza estetica, sensibilità umana e quel senso pratico che stava alla base del suo motto “spendi soldi per fare soldi”.
Appena qualche anno dopo aver lasciato una sperduta località nei pressi di Toronto, quella che d’ora in poi si farà chiamare Elizabeth anche dagli amici era già a capo di un impero che contava decine di filiali in tutto il mondo e annoverava tra le maggiori clienti la regina Elisabetta II e la first lady Jacqueline Kennedy, oltre a tante stelle del cinema, tra le quali Marlene Dietrich e Marilyn Monroe.
Pur assorbita dal mondo della moda e degli affari, la Nightingale trovò anche il tempo di sposarsi, a 37 anni, con il banchiere Lewis, potendo così prendere la cittadinanza americana. Divorziò quasi vent’anni dopo, durante il lancio sul mercato del suo “Blue Grass”, considerato il primo profumo statunitense e tuttora in commercio. Convolò ancora a nozze e stavolta, come nelle favole, si maritò con un principe, il russo Evlonoff. Ma l’idillio fu breve e questo secondo matrimonio durò molto meno del primo.
Le disfatte sentimentali non influirono sulla vita professionale di Elizabeth, che nel 1946 conquistò la copertina del prestigioso “Time”. Nel 1962 fu insignita dell’ambita Légion d’honneur da parte del governo francese per aver fortemente contribuito allo sviluppo dell’industria cosmetica. Fiera di sé, amava dichiarare che c’erano soltanto tre nomi americani conosciuti in ogni angolo del pianeta: Singer (macchine da cucire), Coca-Cola ed Elizabeth Arden.
Morì a New York alla bella età di 87 anni ma, fino a un anno prima, la donna che aveva sempre voluto accanto a sé “soltanto persone capaci di fare l’impossibile” ancora scorrazzava per le vie della città a bordo della sua fiammante Ferrari.
www.elizabetharden.fr
Lindy Woodhead, War Paint Elizabeth Arden and Helena Rubinstein. Their Lives, their Times, their Rivalry, Orion Publishing Co, 2017
Referenze iconografiche: Ritratto di Elizabeth Arden, di Arnold Genthe. Fonte: Arnold Genthe Collection (Library of Congress). Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication.
Voce pubblicata nel: 2020
Ultimo aggiornamento: 2023