Corradina Gabriella Carolina Mola nasce a Torino il 29 luglio 1896. Diplomatasi in pianoforte presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano sotto la guida di Vincenzo Appiani, continua la sua formazione musicale con lo studio dell’organo, della composizione e del clavicembalo. Per quest’ultimo, in Francia, è allieva di Wanda Landowska, con la quale perfeziona la corretta prassi esecutiva degli strumenti a corde pizzicate. Considerata dai critici la sua erede artistica, Corradina intraprende la carriera concertistica da clavicembalista, riportando eccellenti affermazioni come solista e nelle formazioni da camera, sia in Italia che all’estero, contesa dalle migliori orchestre dell’epoca, dovunque apprezzata per le sue doti interpretative e per la solidità della tecnica. Sigla una serie di successi: compie tournée in tutta Europa, su invito di Adriano Lualdi partecipa al 2° Festival Internazionale di Venezia, suona alla Scala e al San Carlo. Viene invitata in più occasioni per concerti davanti a teste coronate: alla Reggia di Napoli suona per i Principi di Piemonte, a Bruxelles per il Re del Belgio, all’Élysée in occasione della visita dei sovrani d’Inghilterra a Parigi. A Vienna suona sul clavicembalo di Haydn nella ricorrenza del bicentenario della nascita del compositore.

Nella stagione 1932-33, suona alla Regia Filarmonica Romana da poco affidata alla direzione di Alfredo Casella. Il 6 dicembre 1934, al Teatro Vittorio di Torino, esegue la Sonata in mi maggiore di Haendel con il violinista boemo Jan Kubelik. Già pochi giorni prima, il 23 novembre, nella Sala Grande del Conservatorio di Milano, Corradina aveva suonato con il violinista sotto la direzione del giovanissimo Rafael Kubelik, figlio di Jan.

Sempre con i Kubelik aveva suonato anche al Teatro San Carlo il 30 novembre “sotto l’augusto patronato delle LL. AA. RR. i Principi di Piemonte e a beneficio delle Opere assistenziali del Partito”, riportando “un vivo successo”.1

Tanti altri sono i nomi di prestigiosi direttori d’orchestra che guidano negli anni le performance di Corradina, tra i quali Ottorino Respighi, Manuel De Falla, Ferdinando Previtali, Vittorio Guy, Fritz Busch, Franco Ghione, Émilie Juliette Marie Bigot e Willem van Otterloo.

Corradina negli anni si esibisce in manifestazioni musicali e in sale da concerto tra le più importanti della sua epoca: suona per i Concerti sinfonici del Teatro alla Scala e per i Concerts Lamoureux di Parigi.

Nell’estate del 1935, la clavicembalista prende parte alle Manifestazioni musicali di Perugia con un concerto nella Sala dei Notari.2

A Corradina, prima volta in assoluto per una concertista, l’Accademia Reale d’Italia con l’adunanza generale solenne del 21 aprile 1936 conferisce, per la classe delle arti, il premio di £ 2000 per i suoi studi sul clavicembalo. Dedicataria della Sonatina in trio op. 85 per clavicembalo, clarinetto e flauto di Florent Schmitt, la clavicembalista la esegue in prima assoluta al Teatro Trianon di Parigi il 24 maggio 1935 e il 25 maggio 1936 in Ungheria, su invito della Reale Accademia di Musica di Budapest.

Il 1936 è anche l’anno in cui la Mola viene scritturata per alcuni concerti per la Kermesse della Mezzaluna Rossa di Istanbul, in seguito al grande successo riportato il 1° luglio di quell’anno nella Grande Sala “Halkevi” della città con il concerto dato su invito del partito del popolo. Nella Sala, che le cronache del tempo ci dicono addobbata con bandiere italiane e turche e gremita di pubblico, Corradina esegue, tra le altre, musiche di Scarlatti, Pergolesi e Cimarosa.3

Negli anni Trenta, per circa un decennio, è feconda anche la sua attività concertistica nelle stazioni radiofoniche. Tra i tanti concerti dati alla radio, degna di nota è l’esibizione dell’11 dicembre 1935, quando, con Paul Hindemith, interpreta le tre sonate dalle “Sei lezioni per viola d’amore con basso” di Attilio Malachia Ariosti.4

Essendo il clavicembalo, in quegli anni, uno strumento ormai desueto, meritoria risulta l’attività artistica di Corradina rispetto alla sua riscoperta in Italia, soprattutto considerato che all’attività concertistica ella affianca anche quella di ricerca e revisione di opere antiche.
Sono meriti, questi, che le vengono già riconosciuti nei resoconti giornalistici dell’epoca: “La clavicembalista Corradina Mola, oltre al merito di aver dedicato intenso fervore e la sua migliore attività allo studio di uno strumento ora dissueto, qual è il clavicembalo, ma che per secoli fu di uso predominante, si fa ora benemerita propagatrice di musiche ignote, che essa stessa va laboriosamente riesumando da antichi manoscritti. Infatti essa, con l’abilità concertistica che le è ormai largamente riconosciuta, presenterà – venerdì 22 agosto, alle ore 12.15 per le Stazioni del Secondo Programma – alcune sconosciute composizioni clavicembalistiche di G. B. Paisiello (di cui è ricorso l’anno scorso il bicentenario della nascita) e di F. Durante: due, cioè, dei maggiori esponenti della scuola napoletana settecentesca […]. Anche il vivace Divertimento del viennese G.C. Wagenseil (1715-1777) è inedito e in prima audizione”.5

Accanto all’interesse volto alla produzione clavicembalistica poco nota del passato, nei suoi programmi la Mola dimostra una vivida attenzione per una certa produzione clavicembalistica contemporanea caratterizzata da una profonda concezione moderna della musica, comunque manifesta pur nell’ambito di una produzione destinata a uno strumento ormai desueto: è quanto emerge, ad esempio, dal programma del concerto trasmesso alla radio il 27 dicembre 1940 che vede, accanto al Mattutino di Cimarosa e alla Tarantella di Pergolesi, una corposa parte moderna data da Due preludi di Alderighi, Sarabanda di Cilea, Idillio di Giordano, Antico cembalo di Mantia, Madrigale di Scuderi e Largo di Mulè.

Dal suo interesse per la ricerca nasce anche il programma per il concerto che il 22 gennaio 1939 chiude il Teatro dell’Uaddan di Tripoli,6 nel quale Corradina inserisce due brani di musica araba, Marcia e Canzona, riscuotendo un enorme successo di pubblico e gli apprezzamenti dell’organizzazione che le chiede un’esecuzione alla radio coloniale, per la quale Corradina sceglie altre musiche arabe.

L’interesse di Corradina per la riscoperta del clavicembalo prende forma anche attraverso il ritrovamento, la segnalazione e l’acquisto del cembalo-pianoforte a due tastiere costruito nel 1746 da Giovanni Ferrini, uno strumento ibrido che assomma in sé le due diverse meccaniche a penna (tipica del clavicembalo) e a martelletti (propria del pianoforte).7

Dopo una prima esperienza quale docente di clavicembalo compiuta a cavallo dei due conflitti mondiali all’Accademia Musicale Marco Enrico Bossi di Milano, nel 1940 a Corradina viene affidata la neonata cattedra di clavicembalo al Conservatorio Santa Cecilia di Roma.8
L’anno successivo, anche al Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo viene istituita la Scuola di Clavicembalo che viene anch’essa affidata alla Mola. Sempre nel ‘41, Corradina pubblica il trattato Elementi di tecnica del clavicembalo o del pianoforte. Non trascurabile risulta la sua attività discografica: per l’etichetta “La Voce del Padrone” incide svariati dischi, tra i quali un’elaborazione di sei sonate per clavicembalo di Paisiello e sei sonate per clavicembalo di Pergolesi. Per queste ultime, il 3 agosto 1942 la Mola scrive una lettera ad Alfredo Casella chiedendogli di invitarla a Siena per eseguire queste sonate da lei “scovate e riesumate”.9

Sono, questi, gli ultimi bagliori di una vita densa di arte e soddisfazioni: l’artista, in un incidente domestico, riporta gravi ustioni alla mano sinistra che ne causano il ricovero presso il Policlinico di Milano dove, il 3 agosto 1948, si spegne tragicamente a soli 52 anni gettandosi nel vuoto, a detta degli infermieri perché sconvolta dall’idea di non poter più suonare.10

Note


1 “Il Piccolo”, 1° dicembre 1934, p. 2.
2 Le Manifestazioni musicali di Perugia erano un ciclo di lezioni-concerto dedicate alla storia della musica italiana, che si svolgevano nell’ambito delle settimane di alta cultura tenute ogni anno nei mesi di luglio-settembre presso la Regia Università per stranieri di Perugia.
3 "Il Piccolo", 2 luglio 1943 p.3.
4 Per maggiori approfondimenti sulla collaborazione di Corradina con la radio, cfr. Maria Adele Ambrosio, Rendez-vous radiofonici: presenze musicali femminili nel primo trentennio della radio italiana, Musiciste e didatte 2. Creazione, interpretazione, didattica, a cura di Bianca Maria Antolini, Orietta Caianiello, Milena Gammaitoni, Roma, Società Editrice di Musicologia, 2023, pp. 173-194.
5 “Radiocorriere”, XVII/34, p 10.
6 Uaddan di Tripoli: all’interno del suo complesso turistico, costruito a Tripoli negli anni ‘30, il teatro, inaugurato il 3 maggio 1936, venne concepito come luogo di intrattenimento riservato all’élite nazionale e straniera. Nella programmazione degli spettacoli, per i quali vigeva il veto di ripetizione in altri teatri cittadini, si inserivano i concerti di musica da camera con interpreti o ensemble provenienti dall’Italia, considerati quali ambasciatori della cultura italiana all’estero, tra i quali, oltre alla Mola, anche Carlo Zecchi e il Trio Italiano (formato da Alfredo Casella, Arturo Bonucci e Alberto Poltronieri).
7 Il cembalo-pianoforte: lunghissima la storia di questo strumento, fu di proprietà anche del castrato Farinelli che, con riferimento alla sua timbrica straordinaria, lo appellava “Raffaello”. Durante il secondo conflitto mondiale, la Mola, in quegli anni proprietaria dello strumento, per tenerlo a riparo da bombardamenti o sottrazioni, lo nascose nei sotterranei del Castello Sforzesco, esponendolo così a danni irreversibili dovuti all’umidità. Alla morte della clavicembalista, il Ferrini fu ereditato dai nipoti dai quali venne acquistato da Luigi Ferdinando Tagliavini ed incluso nella Collezione Tagliavini del Museo di San Colombano di Bologna, dove si trova attualmente.
8 Per l’occasione viene girato un film documentario dell’Istituto Luce “Musica a Santa Cecilia” al quale prende parte anche la Mola.
9 Fondazione Giorgio Cini - Istituto per la Musica/Fondo Alfredo Casella. Lettera di Corradina Mola a Alfredo Casella. Numero L 3844, Roma, 03 agosto 1942.
10 Altro evento nefasto aveva colpito la Mola pochi anni prima: in data imprecisata, ma probabilmente dopo il 25 settembre 1944, il marito, l’ebreo Guglielmo Fels, era deceduto nel campo di concentramento di Auschwitz, dove era stato deportato nel maggio dello stesso anno.


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Corradina Gabriella Carolina Mola

Ambrosio Maria Adele, Rendez-vous radiofonici: presenze musicali femminili nel primo trentennio della radio italiana, Musiciste e didatte 2. Creazione, interpretazione, didattica, a cura di Bianca Maria Antolini, Orietta Caianiello, Milena Gammaitoni, Roma, Società Editrice di Musicologia, 2023, pp. 173-194
«Augustea. Rivista imperiale del nostro tempo», Anno XVII 1-15 gennaio 1942

Instruments à claviers – expressivité et flexibilité sonore, Actes des Rencontres Internationales harmoniques. Proceedings of the harmoniques International Congress, Lausanne, 2002

Ministero dell'educazione nazionale, «Bollettino ufficiale», Anno 63°, Vol. II

«Musica d'oggi, Rassegna di vita e di coltura musicale», ANNO XVIII NUMERO I, p. 325

Roma. La sig. Corradina Mola concertista di clavicembalo; l'antico, classico istrumento da cui proviene il moderno pianoforte

Lettera di Corradina Mola a Alfredo Casella , Roma , 03 agosto 1942



Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024