Belle Greene da Costa, nata Belle Marion Greener, fu tra le prime self made women d’America. Incarnò gli anni della Belle Époque e ne cavalcò lo spirito d’intraprendenza e di fiducia nella crescita sociale e nella modernità, ponendo un importante tassello nella costruzione dell’identità culturale degli Stati Uniti d’America. Dotata di grande capacità progettuale e di lungimiranza, creò una delle più importanti biblioteche al mondo, la Morgan Library & Museum, tuttora tra le principali istituzioni culturali americane.
Incerta la data della sua nascita; c’è chi la colloca nel 1879 (26 novembre), chi nel 1883 (13 dicembre), a Washington. I genitori, Genevieve Ida Fleet e Richard Theodore Greener, entrambi meticci di pelle chiara, erano impegnati in attività culturali. La madre era insegnante di violino, il padre fu il primo afroamericano laureato a Harvard e affiancò alla carriera di insegnante quella di attivista per le rivendicazioni dei diritti dei neri d’America.
Quando i genitori si separarono, Belle, allora diciassettenne, litigò violentemente col padre, interrompendo ogni ulteriore relazione con lui. Insieme a sua madre e ai suoi fratelli si trasferì a New York. Qui il nucleo familiare, come molta altra gente di colore, cambiò le proprie generalità, falsificando le vere (fenomeno definito “passing”). La madre di Belle trasformò il loro cognome da Greener in Greene. Belle completò l’opera aggiungendovi “da Costa”, di presunta origine portoghese, per giustificare il suo colorito olivastro, e in poco tempo divenne miss Belle Greene da Costa, di New York.
Nel 1902, all’età di 23 anni, iniziò a lavorare presso la Princeton University Library, a Princeton, dove si trasferì. In seguito il ricco finanziere Junius Spencer Morgan la presentò a suo zio John Pierpont Morgan, tra i più ricchi uomini d’America. Nel 1905 Belle iniziò l’opera di catalogazione della biblioteca di J.P. Morgan, guadagnandosi stima e amicizia. Nel 1908 la biblioteca Morgan fu trasferita in un edificio appositamente costruito. Belle ne fu nominata agente, con pieni poteri decisionali e cominciò a viaggiare in tutta Europa, alla ricerca di pezzi preziosi che potessero arricchire la biblioteca.
È del 1908 il colpo più grosso della sua carriera. Riuscì a farsi vendere da Lord William Amhurst, esperto papirologo, 17 incunaboli del XV secolo. Dal 1908 al 1921, in fasi successive, la collezione Amherst passò gradualmente alla Morgan di New York, anche con l’acquisto di pezzi unici che andarono ad ingrossarne il patrimonio artistico. Nel 1913 J.P. Morgan morì e l’impero dei Morgan passò nelle mani del figlio J. P. Morgan Junior. Nel frattempo era scoppiata la Prima Guerra Mondiale che portò inevitabilmente alla chiusura della biblioteca.
Belle riprese a lavorare solo nel 1920, così come riprese a viaggiare per l’Europa divenendo la più apprezzata e pagata esperta di arte del mondo. Nel 1924 la biblioteca, da fondazione privata, fu trasformata in istituzione pubblica, divenendo centro mondiale per la ricerca accademica. Fu proprio Belle da Costa, che ne divenne direttrice, a traghettare la delicata operazione che trasformò la biblioteca dei Morgan nella Morgan Library & Museum così come la conosciamo noi oggi, un centro di cultura polivalente e vivace nel cuore di New York.
I giornali dell’epoca parlarono a lungo di questa donna che fu la più pagata d’America. Belle fumava il sigaro, adorava ballare, amava i vestiti alla moda, che indossava con grande eleganza ed eccentricità, e guidava per le strade di New York una Pierce-Arrow rossa, auto status symbol, la stessa ufficiale della Casa Bianca. Era ammirata e corteggiata, ma non strinse mai relazioni affettive stabili perché aveva compiuto il “passing”. Le donne che, come lei, tentavano la strada del cambio di generalità erano consapevoli di dover rinunciare ad una propria famiglia per non rischiare di mettere al mondo figli di colore. Ma Belle s’innamorò follemente del critico e storico d’arte Bernhard Berenson, un amore destinato a rimanere impossibile.
Nel 1948 fu colpita da un tumore che la costrinse ad abbandonare il lavoro. L’anno dopo la Morgan Library & Museum inaugurò una mostra in suo onore, con i migliori pezzi d’arte da lei acquistati. Il 10 maggio 1950 Belle si spegneva stroncata dalla malattia. Con la sua vita, e a dispetto delle convinzioni paterne e le lotte da lui intraprese per i diritti dei neri, riuscì a dimostrare che si poteva raggiungere lo stesso scopo attraverso strade differenti. L’uguaglianza l’alta posta in gioco che entrambi perseguirono per l’intera esistenza.
Belle da Costa Greene - Wikipedia (ENG).
Marie Benedict e Victoria Christopher Murray, The Personal Librarian, Berkley Books, New York City, 2021.
Alessandra Necci, Belle da Costa Greene, la bibliotecaria che si finse bianca e nobile, in «Il Messaggero», 11 luglio 2024.
Heidi Ardizzone, Illuminated Life: Belle Da Costa Greene's Journey from Prejudice to Privilege, WW Norton & Co, 2007.
The Society for Women of Letters.
Voce pubblicata nel: 2025
Ultimo aggiornamento: 2025