Angioletta Coradini, conosciuta come la Signora dei Pianeti, nasce a Rovereto (TN) il 1° Luglio del 1946. Il padre, ingegnere dipendente dei Monopoli di Stato, lavora alla ricostruzione della Manifattura dei Tabacchi di Rovereto. Dopo un’infanzia passata nelle manifatture di molte città italiane, si iscrive alla facoltà di Fisica della Sapienza di Roma e si laurea con una specializzazione in Astrofisica nel 1970.

Studia giorno e notte per diventare fisica, nonostante il parere contrario della madre che per lei sogna una carriera da interprete. Anche lo stesso professore della Sapienza consiglia a lei e alle altre poche ragazze del corso di diventare insegnanti. Ma Angioletta Coradini ha ben chiaro quale sarà il suo futuro e sostiene che ”Più sei competente più sei autorevole”.
Angioletta ama la luna e Marie Curie e, riferendosi alla scienziata, afferma: “lei rappresenta l’essenza di tutto ciò che avrei voluto essere, un misto di timidezza, cocciutaggine, consapevolezza e determinazione”.

È proprio dalla luna che inizia la carriera scientifica di Angioletta Coradini. Il suo supervisore di tesi, Marcello Fulchignoni, e il geologo Renato Funiciello collaborano alla scrittura di un articolo nel 1969 sulla struttura di sferule cosmiche trovate in sedimenti nell’Italia centrale. In contemporanea, visto l’Allunaggio dell’Apollo 11 nel 1969, vengono fatte le prime analisi di campioni di rocce lunari in cui si evidenzia la presenza di sferule vetrose silicatiche. Perciò Funiciello, Fulchignoni e il loro team di ricerca, che comprende Coradini, iniziano una collaborazione con la NASA. Angioletta è dunque tra i primi ricercatori non americani a testare i reperti provenienti dalla luna.

Il gruppo di lavoro si allarga: entrano in particolare Costanzo Federico, geofisico e futuro marito di Angioletta; Gianfranco Magni, astrofisico e compagno di tesi di Marcello Coradini, fratello di Angioletta; e casualmente, dopo una chiacchierata tra colleghi, decidono di concentrare la loro ricerca sulla formazione del Sistema Solare. Questo è solo uno dei diversi campi in cui Angioletta lavora: si possono contare più di 200 articoli scientifici di cui è l’autrice principale, che variano tra la classificazione di reperti lunari con nuove tecniche statistiche, l’evoluzione termica dei corpi solidi, la formazione dei pianeti giganti e delle loro lune.

Attraverso il suo contributo alla ricerca scientifica, crea un quadro d’insieme che permette di risalire alle nostre origini cosmiche e di dare un senso alla nostra presenza nell’Universo. Coradini sostiene che bisogna mantenere viva l’attenzione verso informazioni e dati che vengono dai contesti più vari e che si deve coltivare la capacità di creare collegamenti per realizzare la multidisciplinarietà, riconosciuta come uno dei tratti distintivi e indispensabili della moderna ricerca scientifica.
Riguardo alla condivisione delle esperienze e di progetti comuni a livello mondiale, sostiene che: “Non c’è speranza di fare da soli questo tipo di lavori”. Con questa ottica si vedano il suo spirito di collaborazione e la volontà di creare con i colleghi un gruppo di ricerca eterogeneo.

Per oltre 30 anni, dal 1970 al 2001, Coradini lavora presso il reparto di planetologia dell’Istituto di Astrofisica Spaziale del Comitato Nazionale di Ricerca.
Nel 2001 entra a far parte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica come direttrice dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario (fino al 2010). A lei si devono gli strumenti che hanno permesso di studiare Marte e Venere, ma anche lo spettrometro Virtis, volato nel 2014 a bordo della missione Rosetta. Coradini è anche alla base delle missioni Cassini su Saturno, nata dalla collaborazione di NASA, ESA e ASI; e della sonda Dawn progettata dalla NASA per lo studio degli asteroidi Vesta e Cerere.

Angioletta Coradini muore a Roma, la città che ama, il 4 settembre 2011 per un cancro. L’anno successivo la NASA la celebra e la commemora, prima italiana nella storia, con la Distinguished Public Service Medal, una delle massime onorificenze. Il comune di Rovereto le ha intitolato il Planetario del Museo delle Scienze e Archeologia, mentre l’INAF ha istituito a suo nome un premio rivolto ai giovani planetologi. Inoltre, ad Angioletta e al fratello Marcello è stato dedicato un asteroide (il 4598 Coradini) per il contributo dato allo sviluppo delle scienze planetarie.

*voce a cura di Margaux Introna.
Nasce a Torino nel 1997. Laureata in matematica, è ora Dottoranda in Meccanica Celeste del Dottorato Nazionale in Scienze Spaziali e Tecnologiche. Partecipa al Gruppo SCRIBUNT: gruppo di Scrittura di Biografie- università di Trento (referenti: Maria Barbone, Susanna Pedrotti, Lucia Rodler).


Voce pubblicata nel: 2025