Signe Linder, nata il 10 Maggio 1886 a Umeå Västerbotten (Svezia), fu inviata in Eritrea come missionaria dalla organizzazione Barnens vän, Amico dei bambini, Società evangelica svedese.
Nel 1921 si sposò con il reverendo e missionario della Evangeliska Fosterlands Stiftelsen (EFS, Missione evangelica per l’estero) Daniel Berg, che morì il 25.08.1925. Fu ad Asmara dal 1921 al 1930 dove dirigeva la Casa dell’Infanzia.
Agì, dal 1931 al 1933, nel bassopiano occidentale eritreo tra i Kunama nel villaggio di Ashoshi, nella stazione missionaria di Awsa Konoma (lett. “Coloro che bevvero il latte insieme”, il che ci dice che i protestanti svedesi costruirono la casa e la chiesa proprio sulla collina dove avvenivano, con la commensalità condivisa, i riti di conciliazione degli anziani kunama con i loro altari di pietra per i sacrifici).
Si unì ad altre intraprendenti missionarie come Maria Nilsson (1879-1930) e Lina Hallendorf (1866-1942), quest’ultima sposata al pastore Johan Magnus Nilsson, che ebbe un ruolo decisivo nel ristabilimento della missione evangelica tra i Kunama dal 1898 al 1910, dopo la fine tragica del primo insediamento tra 1866 e il 1869.
Queste missionarie alfabetizzarono e educarono le giovani sia al Vangelo che ad attività tecniche come il cucito e l’intreccio e grazie alla loro progressiva padronanza della lingua, nilosahariana, tonale e senza genere, svolsero un ruolo misconosciuto nella raccolta di folklore kunama.
Signe Linder si divise tra la stazione del bassopiano occidentale ed Asmara dal 1931 al 1935; viaggiava sulle piste tra la rada boscaglia di savana e i guadi di fiumi con una Ford che veniva guidata dal convertito memhir Saleh, perché a lei era affidata la gestione della cassa centrale della EFS in Eritrea. Nella sua responsabilità di tesoriera doveva interagire anche con le autorità coloniali italiane. I quadernetti del Kassabok (o registro di cassa) sono conservati negli archivi e in essi si può leggere la minima vita quotidiana delle stazioni missionarie nell’Eritrea degli anni Trenta.
Intorno a lei, nelle storiche sedi di Geleb e Beleza, vi erano altre donne svedesi e anche italiane come Ida Mathieu (1897-1990), sposata al missionario valdese Enrico Coïsson, e Therese Palmqvist (1876-1961), sposata al medico italiano Nicola De Pertis. I protestanti italiani erano stati chiamati a sostituire nell’attività evangelica, educativa e di assistenza gli svedesi banditi dall’amministrazione coloniale, sia allo scoppio della prima guerra mondiale che durante la preparazione dell’aggressione all’Etiopia.
Il sistema educativo e sanitario della colonia eritrea si reggeva soprattutto sulle missioni cristiane, e quelle protestanti erano le più organizzate. Con la sua determinazione e applicazione Signe ebbe un ruolo importante nel formare come maestri sia giovani convertiti kunama che altri giovani tigrini come WoldeAb Woldemariam. Questi, provenendo dall’altopiano, dovettero ambientarsi in un bassopiano che avevano sempre considerato terra calorica e malsana, colpita dalla malaria, e abitata da gruppi umani diversi, tsellim cioè neri, rispetto ai qayeh o rossi dell’acrocoro etiopico.
WoldeAb Woldemariam avrebbe avuto successivamente un ruolo importante come giornalista e attivista nel movimento nazionalista eritreo con alterne vicende e severe disillusioni. Questi ebbe una corrispondenza continuativa con Signe Linder in svedese, tigrino e italiano, con un cambio di codici linguistici non infrequente all’epoca. Anche quando Signe dovette rientrare in Svezia, le si rivolgeva con l’appellativo di “madre” e continuava a chiederle consigli.
Presso l’archivio della casa madre della EFS a Johannelund, Uppsala, sono conservati i suoi album di fotografie che ne mostrano anche la sensibilità etnografica, mentre negli archivi della città di Stoccolma è conservata la sua ricca corrispondenza, documentazione preziosa per la storia sociale dell’Eritrea. Morì a Stoccolma il 6 Dicembre 1979.
Voce pubblicata nel: 2021
Ultimo aggiornamento: 2021