Maria Karina Viktoria Jansson è stata una ballerina di origine svedese, conosciuta con il nome d’arte Carina Ari.
Nata da una famiglia umile, insieme al padre August Jasson e alla madre Emma Maria Danielsdotter Sundberg, nella prima parte della sua vita visse in un appartamento al Smala Gränd 13A, in un quartiere povero di Stoccolma. Nel 1906, dopo la separazione dei suoi genitori, si trasferì con la madre nella “Città Vecchia”, Gamla stan, dove lavorò con lei in un piccolo fruttivendolo.

Carina Ari ebbe la possibilità di coltivare la sua passione per la danza quando venne accettata dalla Scuola di Balletto del Teatro Reale (Kungliga Teaterns Balettskola) all’interno della quale partecipò alle lezioni del famoso ballerino e coreografo russo Michel Fokine un rinnovatore del balletto, colui che portò l’opera a Stoccolma. Fokine la scelse per partecipare al corpo di ballo per la produzione di Les Sylphides e l’anno successivo venne richiamata per un piccolo ruolo in Scheherazade.
Le attività della compagnia furono sospese a causa della prima guerra mondiale, ma nonostante questo Maria Karina Viktoria Jasson apparì come ospite del teatro dei Giardini di Tivoli presentandosi con il nome d’arte Carina Ari.

Nel 1919 lasciò il Royal Ballet, si trasferì a Charlottenlund in Danimarca, per svolgere degli studi col maestro Fokine il quale possedeva una villa nei dintorni. Dopo essersi diplomata alla formazione di Fokine e aver ricevuto il suo appoggio nell’insegnamento coreutico tornò a Stoccolma.
Venne assunta da Mauritz Stiller per dirigere la coreografia del balletto Schamane per il suo film Erotikon nel 1920, la scena realizzata fu ampia e vi partecipò l’intero Royal Ballet. Alla fine del periodo delle riprese Carina Ari lasciò Stoccolma per trasferirsi a Parigi. Qui lavorò per i Ballets suédois di Rolf de Maré come prima ballerina dal 1920 fino al 1923, quando abbandonò la compagnia. Ritornò a Stoccolma dove creò coreografie per uno spettacolo per bambini, nel “Barnens dag” il “giorno dei bambini” allo Stadio di Stoccolma, che venne replicato sia nel 1929 che nel 1930.

Nel 1925 Carina Ari sposò Désiré-Emile Inghelbrecht, che fu direttore d’orchestra ai Théâtres des Champs Elysées. Inghelbrecht nel 1920 si unì al Les Ballets Suédois e nel 1924 divenne maitre de Chapelle all'Opéra-Comique di Parigi.
Carina Ari creò otto danze, le Scènes dansées, per l'Opéra-Comique, dove danzò lei stessa nel 1925 con una grande orchestra sotto la guida del marito. Le danze ebbero un grande successo e furono riproposte anche nelle tournée di Francia, Svezia e in molti altri paesi europei.

Fu descritta dai giornali come “una delle ballerine più belle, piene di sentimento e originali del nostro tempo” e per queste ragioni ebbe l’onore di creare un balletto per un giubileo al palazzo presidenziale. Il risultato fu Ode à la Rose. L’anno successivo le venne data l’opportunità di allestire un balletto dell'Opéra de Paris. Carina Ari divenne una dei membri di un gruppo altamente esclusivo di coreografe che allestirono un balletto al suo interno. Lei stessa ha ballato nella prima del suo balletto Rayon de lune, che ha definito “un poema coreografico”, con musiche di Gabriel Fauré.
Era la prima volta che una ballerina svedese si esibiva all'Opera di Parigi dai tempi di Maria Taglioni nella prima metà del 1800.

Nel 1930 fu nominata direttrice del balletto e suo marito direttore d'opera all'opera di Algeri. Nel 1932 tornò a Parigi dove a lei e al marito offrirono un lavoro a tempo indeterminato all'Opéra-Comique, ma la loro permanenza nella città non durò a lungo: a metà degli anni ‘30 essa tornò a Stoccolma, dove tra il 1935 e il 1938 produsse molti dei suoi balletti. La sua ultima apparizione come ballerina fu all'Opéra-Comique. Nel marzo 1939, all'età di 42 anni, rappresentò per l'ultima volta le sue Scènes dansées.

Dopo il divorzio con il marito incontrò a Aix-les-Bains Jan Moltzer, erede dell'azienda di liquori Bols e multimilionario. Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale si trasferirono a Buenos Aires, dove si sposarono, e vi trasferirono l'azienda. Quando Jan Moltzer morì improvvisamente nel 1951, Carina Ari ereditò gran parte della sua fortuna e la devolse in beneficenza.

Terminata la carriera di ballerina, Carina Ari iniziò il suo percorso di scultrice. Studiò a New York e divenne abile nella realizzazione di busti, come quello di Dag Hammarskjöld conservato nel Palazzo delle Nazioni Unite a New York. Altre sue opere hanno sede a Uppsala e al Museo Nazionale di Stoccolma. I suoi soggetti furono: Serge Lifar, Émile Vuillermoz, D. É. Inghelbrecht e Karl Gerhard.

Carina Ari non ha mai avuto figli, e negli ultimi anni della sua vita aprì una fondazione che nominò sua erede universale. La Carina Ari Memorial Foundation assegnava borse di studio ai promettenti giovani ballerini per la loro formazione, sosteneva i ballerini più anziani e promuoveva la ricerca nel campo della danza donando fondi alla Carina Ari Library. Inaugurata nel 1961, la Carina Ari Library è annessa al Museo della danza svedese e contiene l’archivio più completo di letteratura sulla danza del Nord Europa, compresa la prima copia dei disegni del pittore Jules Grandjouan che ritraggono la ballerina Isadora Duncan.
Inoltre venne creata una medaglia al buon servizio da assegnare a chi avesse “onorato la danza svedese”, la Carina Ari Medal.

Carina Ari morì la mattina della vigilia di Natale del 1970. Oggi giace sepolta accanto al marito Jan Moltzer nei Paesi Bassi.



Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024