Marguerite Johnson, meglio conosciuta come Maya Angelou, è una poetessa e scrittrice americana, attivista, attrice, ballerina, regista, docente e madre nubile (Townes, 2013). Nelle vesti di attivista per i diritti civili collabora, fra l’altro, con Martin Luther King Jr. e Malcom X. Nel 2000 riceve la Medaglia Nazionale delle Arti dal presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton; nel 2010 riceve il più alto onore civile riconosciuto negli Stati Uniti, la Medaglia della Libertà, dal presidente Barack Obama. Prima della sua morte, Angelou ha ricevuto cinquanta lauree onorarie.
Maya Angelou nasce nel 1928, a St. Louis in Missouri. All’età di tre anni si trasferisce a Stamps, in Arkansas, con il fratello maggiore, Bailey. Entrambi vengono accuditi dalla nonna paterna, che chiamano momma, figlia di ex-schiavi e imprenditrice (Koyana, 2002). Vengono ricongiunti alla madre, Vivian, una carismatica cantante blues, solo quattro anni dopo e, di nuovo a St.Louis, si trasferiscono a casa del fidanzato della madre, Mr. Freeman. Quando Maya ha solo otto anni, Mr. Freeman comincia a molestarla, minacciando di uccidere il fratello nel caso in cui confidasse l’accaduto a qualcuno. Quando le molestie culminano nello stupro, Maya nasconde il suo intimo macchiato di sangue sotto il materasso, e rimane in silenzio. Cambiando il letto, la madre ed il fratello trovano la biancheria, e capiscono immediatamente le circostanze dell’accaduto. Qualche giorno dopo, Mr. Freeman viene trovato morto. Questo episodio è formulato da Maya Angelou stessa nel suo primo volume autobiografico, I Know Why the Caged Bird Sings (1969) come uno dei nodi principali della sua infanzia. È proprio in risposta alla morte di Mr. Freeman che Maya perde la parola, e per anni non riesce a riconciliarsi con la sua voce. Alcuni mesi dopo l’avvenuto, Maya e Bailey tornano da momma, a Stamps. Qui Maya conosce Mrs. Bertha Flowers, un’aristocratica del posto, che la introduce all’importanza della scrittura. Maya da sempre si era dedicata alla lettura, ma grazie all’intervento di Mrs. Flowers comincia a sperimentare la poesia e soprattutto ritorna a parlare.
A 16 anni Maya Angelou dà alla luce Guy, convivendo questa volta con la madre. Momma è vedova e Vivian divorziata: in nessuna delle due case c’è un sostegno economico maschile in senso tradizionale. Per le donne bianche, tra gli anni Quaranta e Sessanta, la maternità era associata al lavoro domestico, mentre per le donne nere e di altre minoranze è sempre stata inseparabile anche e soprattutto dal lavoro al di fuori delle mura domestiche. Influenzata dalla cultura nera del motherwork, Maya rifiuta l’assistenza del governo nel sostegno e cura di Guy, e deve così accettare situazioni lavorative molto dure (Koyana, 2002). In uno dei punti più difficili della sua giovane carriera, Maya lavora come prostituta, nella speranza di guadagnare abbastanza per aiutare il suo “magnaccia”, L.D. Tolbrook, di cui è innamorata, a uscire dai debiti. Sempre, probabilmente, nella speranza di un matrimonio considerato come auspicato “punto di equilibrio”.
Nel 1949 Maya sposa invece Tosh Angelos, un marinaio greco (Paramita, 2009). Fin dal principio, Tosh pretende che Maya abbandoni i suoi ruoli all’interno della Chiesa e della comunità, così come le amicizie con persone nere. Non solo: Tosh non riesce a tollerare la complessità di una coppia interraziale nei primi anni Cinquanta, e non condivide nemmeno l’ideale di famiglia nucleare. Così, il matrimonio si scioglie già nel 1952.
Dopo la separazione, Maya continua i suoi studi di danza e recitazione a New York, iniziati su suggerimento della madre Vivian. Nonostante Maya ritenga la bellezza ed il magnetismo di Vivian oppressivi, riconosce che essi sono una importante presentazione per il successo sul palcoscenico. Nel 1955 viene assunta nel cast dell’opera Porgy and Bess, e così riesce finalmente a migliorare la sua situazione finanziaria.
Maya si sposa una seconda volta, anche se non ufficialmente, con un attivista sudafricano di nome Vusumzi Make. Quando lo incontra per la prima volta, è in procinto di sposare un cacciatore di taglie, Thomas Allen. Anche se Maya a questo punto già collabora con Dr. King nella lotta per i diritti civili, desidera talmente il matrimonio con Thomas che pensa perfino di rinunciare alla sua carriera, per aderire a un ruolo tradizionale di moglie. Ma, quando la storia incontra una difficoltà, Maya decide di sposare Vusumzi Make. Purtroppo, anche in questa relazione si scontra con la dura realtà del matrimonio, lontana dalla beatitudine sognata. Vusumzi, come Thomas, si aspetta che Maya abbandoni la vita lavorativa per dedicarsi alla vita domestica. Se nel matrimonio con Tosh, Maya era spiritualmente affamata, nel matrimonio con Vusumzi è fisicamente esausta: ” […] volevo essere una moglie e creare una bella casa per rendere il mio uomo felice, ma desideravo di più dalla vita che essere una domestica diligente con una vagina sempre disponibile […]”. “[…] ero disoccupata, ma mai nella vita ho lavorato così tanto […]” (Koyana, 2002).
Nonostante pretenda una diligenza ferrea nel lavoro domestico di Maya, Vusumzi non è economicamente altrettanto preciso: il lavoro da attivista lo fa dipendere economicamente da donatori e sponsor e inoltre ha una passione per il design di classe. Le spese per i mobili si traducono per Vusumzi in debiti perpetui. Scoperto che il marito insolvente è pure infedele, Maya ritorna a dedicarsi alla vita lavorativa, e anche questo matrimonio si scioglie di lì a poco (Koyana, 2002). Maya Angelou si sposa una terza volta con uno scrittore e fumettista, Paul du Feu, nel 1973. Dopo quasi un decennio, anche questo matrimonio si conclude in un fallimento, e Maya rimane sola (Paramita, 2009).
La carriera e la produzione artistica di Maya Angelou, così come il suo contributo alla lotta per i diritti civili, sono una pietra miliare della storia statunitense. La sua fama inizia con la prima pubblicazione, l’autobiografia I Know Why the Caged Bird Sings (1969); seguono altri sei volumi, l’ultimo dei quali è intitolato Mom & Me & Mom (2013), sulla relazione tra Maya e la madre biologica, Vivian. L’approccio di Maya Angelou al racconto autobiografico si contraddistingue per elementi d’innovazione, come la sovrapposizione di diverse voci narranti: una voce del passato, appartenente a Maya protagonista degli eventi narrati, ed una voce del presente, di Maya che racconta lo svolgimento della storia. Un esempio di questa dinamica è la quarta autobiografia, The Heart of a Woman (1981): è evidente in questo volume il dialogo tra l’ironia di Maya come scrittrice, e l’esperienza dolorosa vissuta da Maya personaggio (Neubauer, 1987).
In un’intervista con la giornalista Carol E. Neubauer (1987), Maya descrive il processo dal quale scaturisce la sua scrittura autobiografica. Una volta isolata dall’ambiente sociale, in una camera d’albergo quanto più spoglia possibile, alle 6:30 ogni mattino comincia a scrivere. Quando si tratta di riesplorare eventi o sensazioni inquietanti, la scrittrice dubita della sua capacità di riuscire ad uscirne indenne: non è facile permettere a sé stessa di essere fragile; paragona il processo di ricordo e stesura ad una caduta e all’impossibilità di recuperare l’equilibrio. Proprio a causa di questa inquietudine, normalmente non si dilunga più di sei o sette ore. Un altro elemento che contraddistingue il processo di scrittura di Maya Angelou è il funzionamento della memoria. Come approfondisce nell’intervista, a seguito degli anni spesi nell’impossibilità di comunicare vocalmente, crede che la memoria si sia sviluppata in maniera bizzarra: ricorda tutto, dagli odori al tessuto dei vestiti, ai rumori, o nulla.
Maya Angelou si dedica alla saggistica, alla produzione di volumi per bambini, alla composizione poetica e alla performance delle sue poesie. Un momento di svolta nella popolarità è stato l’invito del presidente statunitense Bill Clinton a scrivere e performare un poema inaugurale in occasione della sua elezione. Oltre a dedicarsi alla scrittura e all’attivismo politico, Maya spende parte della sua carriera nell’industria cinematografica. Infatti, è la prima donna nera a produrre una sceneggiatura nel 1972, Georgia, Georgia di Stig Björkman. Nel 1979, collabora alla produzione di un film basato sul suo primo e più celebre volume autobiografico. Negli anni, compare in diverse produzioni, tra le quali Poetic Justice (1993) di John Singleton, There Are No Children Here (1993) di Anita W. Addison, e How to Make an American Quilt (1995) di Jocelyn Moorhouse.
Maya Angelou muore nel 2014, all’età di 86 anni. Alla sua scomparsa, Barack Obama la ricorda come: “[…] la luce più luminosa dei nostri tempi – una scrittrice brillante, un’amica fiera, ed una donna veramente fenomenale […]” (BBC News, 2014).
*voce a cura di Margherita De Zerbi. Nata a Ravenna nel 1999, ha conseguito una laurea triennale in Psicologia Clinica presso l’Università di Amsterdam (Universiteit van Amsterdam). Attualmente frequenta il corso magistrale di Psicologia Clinica presso l’Università di Trento. Partecipa al gruppo SCRIBUNT: (Gruppo di) Scrittura di Biografie - Università di Trento (referenti Maria Barbone; Susanna Pedrotti; Lucia Rodler).
Angelou, M. (1969). I Know Why the Caged Bird Sings. Random House. Angelou, M. (1974). Gather Together in My Name. Random House.
Angelou, M. (1995). Phenomenal Woman: Four Poems Celebrating Women. Random House.
Angelou, M. (1997). The Heart of a Woman. Random House.
Angelou, M. (2013). Mom & Me & Mom. Random House.
BBC News. (2014, May 28). Maya Angelou “the brightest light” says Barack Obama. https://www.bbc.com/news/entertainment-arts-27606776
Koyana, S. (2002). The Heart of the Matter: Motherhood and Marriage in the Autobiographies of Maya Angelou. The Black Scholar, 32(2), 35–44. https://doi.org/10.1080/00064246.2002.11413190
Neubauer, C. E. (1987). An Interview with Maya Angelou. The Massachusetts Review, 28.2, 286–292.
Paramita, A. P. (2009). Sexuality as Seen in Maya Angelou’s Poems, “Woman Me”, “Phenomenal Woman”, and “Seven Women’s Blessed Assurance.” RAINBOW, 1, 1–16.
Poetry Foundation. (n.d.). Maya Angelou. https://www.poetryfoundation.org/poets/maya-angelou
Townes, E. M. (2013). In Memoriam: The Power of Testimony: Maya Angelou (April 4, 1928–May 28, 2014). Journal of the American Academy of Religion, 82.3, 579–581.
Voce pubblicata nel: 2024
Ultimo aggiornamento: 2024