Il primo giorno di giugno del 1310, la data del rogo di Parigi, è anche la sola data conosciuta nella vita di Margherita Porete, nata probabilmente a Valenciennes. Anche Margherita è teologa, ma diversamente da Ildegarda, che dichiarava di trasmettere il messaggio della Voce, afferma di parlare a nome delle «anime semplici e libere», quell'invisibile comunità alla quale sentiva di appartenere. Il destino delle due donne non poteva che essere diverso. Il Miroir des ames simples (in volgare francese) di Margherita è un testo considerato oggi dagli studiosi un'opera «incomparabilmente originale» (Peter Dronke) e di rara potenza poetica e drammatica, un saggio di autocoscienza e di pietà religiosa che ci dice molto sui movimenti ispirati al Libero Spirito. Al centro delle idee vi è la Signora Amore che «non tien conto di vergogna o onore, di povertà e ricchezza, di inferno o paradiso» e giunge a «guardare la morte della Ragione» (impersonata dalla scolastica dell'università del tempo).
La trama della teologia di Margherita è volutamente paradossale e rispecchia con semplicità di espressione i temi del pensiero neoplatonico e del linguaggio mistico che aspirano all'annullamento di sé, e persino il motivo, proprio della letteratura cavalleresca e cortese, dell'innamorato lontano (in questo caso Dio). In contrasto alla "piccola chiesa" dei potenti e dei dotti istituita sulla terra, Margherita illumina l'idea della chiesa vera, "semplice e invisibile" vincolata dalla sola carità, senza dogmi e dimostrazioni. Scrive Margherita: «Teologi e chierici anche se possedete ingegno non sarete in grado di capire se non camminate sulle vie dell'umiltà e se Amore e Fede non vi aiuteranno a andare oltre la Ragione…». Che Margherita non si sia degnata di rispondere ai suoi giudici non fa meraviglia: predicava in pubblico dottrine eretiche, violava come donna l'antico divieto di insegnare pubblicamente e soprattutto proponeva una religione come fede interiore e spontanea, libera dai vincoli della gerarchia ecclesiastica. La sua condanna a morte era inevitabile. Per due secoli l'unico manoscritto sopravvissuto nonostante la scomunica, copiato in segreto più volte, assicurò la sua fama. Poi sull'opera di Margherita scese un lungo silenzio rimosso soltanto trent'anni fa da uno storico della letteratura come Peter Dronke.
Romana Guarnieri, nel 1965, ha pubblicato lo "Specchio" di Margherita ne Il movimento del Libero Spirito, Edizioni di storia e letteratura, Roma 1965
Peter Dronke, Donne e cultura nel Medioevo, Milano, Il Saggiatore 1986
Georgette Epiney - Burgard Emilie Zum Brunin Le poetesse di Dio - L'esperienza mistica femminile nel Medioevo, Milano, Mursia
Georges Duby - Micelle Pierrot Storia delle donne - Il Medioevo, Bari, Laterza 2009.
Voce pubblicata nel: 2012
Ultimo aggiornamento: 2023