Lucia Galeazzi Galvani nasce a Bologna nel 1743. I suoi genitori sono Paola Mini e l'anatomista Domenico Gusmano Galeazzi, illustre membro dell’accademia delle Scienze di Bologna, fatto che segna la sua ottima educazione. La giovane si appassiona allo studio delle lingue francese, tedesca, latina e italiana; in particolare alla prosodia e all’ortografia, sviluppando doti che le saranno utili nel suo lavoro successivo di revisora degli scritti scientifici del marito, che si fiderà ciecamente delle sue abilità. La sua vita è segnata da una profonda fede che la conduce, durante l’anno di permanenza presso le suore di San Pietro Martire, allo studio approfondito delle Sacre Scritture oltre a quelle profane.

Di ritorno dal convento romagnolo incontra Luigi Galvani, discepolo del padre e futuro professore presso l’Università di Bologna. I due si innamorano e intraprendono una relazione basata sulla passione condivisa per la scienza.
La coppia installerà nella propria abitazione un laboratorio dove, nel 1780, iniziano i loro esperimenti di anatomia. Questi esperimenti saranno di ispirazione per numerose scoperte scientifiche, di cui la più nota è del fisico Alessandro Volta, inventore del primo dispositivo elettrico mai realizzato: la pila.

Durante la sua attività scientifica, Lucia Galeazzi Galvani assiste il marito in esperimenti sull’anatomia animale e nel suo lavoro di chirurgo ostetrico. In questo frangente, Luigi Galvani la ricorda come una valida collaboratrice: sarà lei che, attraverso le sperimentazioni sulle rane, comprenderà il funzionamento di nervi e muscoli che trasportano e recepiscono gli stimoli cerebrali. Come riporta Jean Louis Alibert nel suo elogio a Luigi Galvani, la scoperta canonicamente attribuita al marito è in realtà frutto della mente della “incomparabile donna”.
Solo otto anni dopo l’inizio della sua carriera scientifica, Lucia si spegne vittima della patologia respiratoria che l’affligge sin dall’infanzia con frequenti attacchi d’asma.

Nonostante ciò, i suoi ultimi giorni sono accompagnati dall’amore del premuroso marito che ebbe a scrivere di lei

«[...] manifestò grande alacrità e prontezza d’azione, animo oltremodo misericordioso, e mirabile acutezza d’ingegno, nonché una particolare forza mentale e [...] maturità di giudizio [...]. Anche per la bellezza [...] e per l’attitudine a manifestare i sentimenti dell’animo, era a tutti cara. Ancor molto più cara fu non solo per queste doti, ma anche per le splendide virtù.»

Ma se Lucia è stata collaboratrice di un uomo che ha apertamente riconosciuto i suoi meriti, sorge l’interrogativo su quante altre figure di tale natura ci siano ancora da scoprire.
Il contesto bolognese di questi anni è, in ogni modo, animato da un grande fervore culturale e scientifico, che comprende anche l’iniziativa e il protagonismo di molte figure femminili in un clima illuminato e segnato da un ideale universalistico. La Scuola di Fisica Sperimentale, fondata da
Laura Bassi nella sua abitazione privata a Bologna, viene aperta nel 1749. Nel 1750, Papa Benedetto XIV offre a Maria Gaetana Agnesi la cattedra di matematica all’Università di Bologna (cattedra che la scienziata rifiuterà per darsi ad opere di carità). Negli stessi anni, Anna Morandi Manzolini realizza modelli anatomici in ceroplastica: nel 1755 sarà nominata modellatrice in cera presso la cattedra di anatomia a Bologna. Un’eredità che sarà raccolta anche da Maria Dalle Donne, prima medica dell’Università di Bologna e direttrice per quarant’anni della neonata Scuola di ostetricia.

Gli esperimenti di Lucia Galvani e del marito fecero scalpore in tutta Europa, non solo in ambito scientifico. Una influenza particolare ebbero anche su Mary Shelley, l’autrice de “Il Mostro di Frankenstein”, uno dei primi horror fantascientifici e tutt’ora tra i più celebri al mondo; Mary aveva infatti assistito agli esperimenti replicati dai discepoli di Galvani e il protagonista del suo racconto, com’è noto, riesce a dare vita ad un mostro unendo parti del corpo umano e colpendolo ininterrottamente con scosse elettriche.

*La biografia di Lucia Galeazzi Galvani è frutto delle menti di Miriam Diop, Thomas Orietti e Angelica Porta (coordinati dal professor Antonio Lazzarini) che, grazie ad un progetto di classe, hanno potuto raccontare la vita di una tra le tante donne di spicco della nostra storia. I tre ragazzi sono appassionati allo studio delle lingue che li ha portati a scegliere di frequentare il civico polo scolastico Manzoni di Milano, uno dei pochi licei che offre loro la possibilità di studiare il cinese, oltre al francese e all’inglese. Qualcosa che li unisce è sicuramente l’interesse condiviso per il mondo scientifico, ragione per cui hanno scelto di analizzare proprio la vita della celebre scienziata Lucia Galeazzi Galvani.




Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024