Con le sue opere di narrativa in lingua inglese Leslie Marmon Silko contribuisce a riscoprire l'identità nativa americana attraverso la riscrittura delle storie tradizionali e a comprendere la relazione culturale dei nativi con la Terra e la Natura.
Silko ha origini native americane (della tribù Laguna Pueblo del New Mexico), messicane e europee, ma in lei prevale la relazione con il mondo dei Laguna Pueblo, presso il quale è cresciuta. ll fatto di essere di sangue misto crea problemi alla sua famiglia, che non vive integrata alla comunità della riserva. Impara comunque le storie della tradizione orale dalle donne della sua famiglia. Le donne sono centrali nella struttura familiare nativa, non patriarcale. Laureatasi all'università del New Mexico, pubblica il suo primo lavoro nel 1969 e scrive molti racconti brevi e poesie negli anni successivi. La maggior parte dei nativi produce forme di scrittura poetiche, perché più vicine al racconto orale tradizionale; Silko è la prima scrittrice ad adattare la narrazione delle storie native alla prosa e al genere occidentale del romanzo. Il risultato è Ceremony (1977), un'opera pionieristica di ecofiction e un testo di riferimento per gli studi sulla letteratura nativa americana. Il protagonista Tayo, un Laguna Pueblo di origini miste, reduce della seconda guerra mondiale, intraprende un percorso di guarigione fisica e spirituale dagli orrori della guerra e dall'alienazione che prova al ritorno nella riserva, attraverso un lunga cerimonia rituale. Riappropriandosi delle storie antiche della sua tribù, la cerimonia gli permette di trovare un equilibrio tra le due tradizioni. Nell'opera emerge dirompente la critica nei confronti della società moderna americana che ha cancellato il rapporto tra gli individui e la Terra e guarda alla Natura solo come risorsa da sfruttare, dimenticando la sua dimensione spirituale: “they see no life/When they look/they see only objects./The world is a dead thing for them” ( Ceremony).
Dopo aver vinto una borsa letteraria nel 1981, lascia l’insegnamento universitario e si dedica alla scrittura del suo secondo monumentale romanzo, Almanac of the Dead (1991). Frutto di un lavoro di ricerca durato un decennio, rappresenta in modo brutale il conflitto di civiltà tra nativi americani ed europei. Le narrazioni delle vite di una serie di personaggi si intrecciano a sottolineare i crimini e le perversioni degli “uomini bianchi” contro se stessi e contro la Terra, che in molti casi si ribella conducendoli alla morte. Nel suo successivo romanzo Gardens in the Dunes (1999), la storia delle donne sia native che europee si intreccia con i temi dello schiavismo e del colonialismo. Tra le altre sue opere citiamo: Laguna Woman - Poems (1974), Storyteller (1981), Yellow Woman and a Beauty of the Spirit - Essays on Native American Life Today (1996).
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Referenze iconografiche: Leslie Marmon Silko al reading del suo ultimo libro. Foto di Uche Ogbuji, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic license.
Voce pubblicata nel: 2012
Ultimo aggiornamento: 2023