Laura Towne Merrick nacque nel Maine il 18 settembre 1842, sesta di sette figli di uno dei più influenti imprenditori e benefattori di Philadelphia, Samuel Vaughan Merrick, magnate industriale della siderurgia.
Nel 1869 intraprese il suo Grand Tour in Europa, secondo la moda della borghesia di quegli anni. Il viaggio avrebbe dovuto dare benefici non solo alla sua istruzione, ma anche al suo umore e alla sua salute, come documentato dalle lettere ricevute dal padre e dalla madre nel corso di quel viaggio. Tra il 1870 e il 1880 era di nuovo in America, ma nei primi anni Ottanta, per motivi che non ci è dato conoscere, prese la decisione di lasciare definitivamente il suo Paese e di trasferirsi in Italia.
La sua prima residenza in Toscana è un appartamento preso in affitto a Firenze. Quando decise di acquistare una propria residenza fuori città si affidò a Emilio Torrigiani, che la indirizzò verso un antico casale vicino al suo paese di origine: Papiano.
Nel 1889 Laura era proprietaria della Villa con tutti gli annessi, il terreno, le stalle, le rimesse, i magazzini, le cantine ed una cappella consacrata ai lati del giardino, oltre a vigneti e al terreno boschivo. Emilio, che le aveva fatto conoscere quei luoghi, l’aiutò a costruire quel piccolo regno di cui lei fu la regina indiscussa. Insieme apportarono modifiche alla struttura originaria della Villa.
La Villa era stata dotata dei sistemi più moderni, provvista di un impianto di illuminazione a gas, e fu collegata tramite un acquedotto in piombo a una sorgente situata a monte, in modo tale da dotarla di un impianto idrico con acqua corrente, che oltre alla casa e agli annessi garantiva l'indispensabile irrigazione dello splendido giardino.
L'appartamento di Laura era al primo piano, con sale e salottini arredati con il gusto delle residenze della famiglia Merrick a Filadelfia.
Luci soffuse ovunque, a causa di un problema agli occhi di cui soffriva, e importanti lampadari di vetro di Murano. Alle finestre tendaggi ed alle pareti drappeggi damascati e dipinti con ritratti del padre.
Laura si era circondata di un nutrito numero di persone di servizio: cameriera, sotto cameriera, cocchiere, sotto cocchiere, stiratrici, giardinieri; i contadini lavoravano le terre della tenuta che producevano un buon vino e un olio purissimo dei quali andava orgogliosa.
Uno dei motivi per cui Miss Merrick viene ricordata durante la sua permanenza a Papiano è l’istituzione della Scuola dei Merletti.
Laura trovò a Lamporecchio terreno fertile per l’avvio di questa attività, siccome la tradizione del ricamo era già diffusa a Pistoia.
Nel piccolo paese le abilità artigianali delle ragazze e le risorse economiche di Laura, unite alla sua innata capacità manageriale, (la stessa che aveva caratterizzato anche il successo del padre) furono i punti di forza della scuola che si chiamò Scuola di Merletti – Laura Merrick.
Nel 1911 venne stampato Il Regolamento della scuola. Proprio sulla prima pagina del documento è riportato il logo della scuola, un rosone gotico di dimensioni ridottissime, ma con le caratteristiche di quelli che ornano le facciate delle chiese romaniche.
In quel minuscolo disegno troviamo tutta la filosofia di vita di Laura, riservatezza prima di tutto, la sua vita era improntata al silenzio, senza sfarzo né ostentazione: non frequentava i salotti letterari e i circoli culturali della città.
Laura aveva il suo piccolo regno a Papiano, lì erano i suoi affetti tenuti gelosamente nascosti e lì la sua fama di benefattrice sovrastò quella della nobile e aristocratica ereditiera. L’amore per la campagna e la natura, per quel mondo contadino dove il tempo sembrava essersi fermato, conquistarono Laura che dedicò le sue capacità a ricostruirlo nei suoi ricami popolati di animali fantastici, simboli di unione fra cielo e terra come il grifone o l’aquila, regina dell’aria.
La generosità di Laura la portò a creare in paese alcune associazioni di carattere sociale ed educativo: nel 1809 fondò la Società Operaia di Mutuo Soccorso, volta a sostenere i disagi dei lavoratori dovuti a malattie, invalidità, vecchiaia, guerre. Le elargizioni della Merrick permisero di sussidiare i suoi componenti, ma anche il formarsi di un capitale sociale su cui fare affidamento per l’avvenire.
Anche la Società Filarmonica del paese, nata agli inizi dell’Ottocento, fruì delle sue generose donazioni e finanziamenti: Laura regalò ai musicisti della banda una nuova divisa, in un elegante tessuto e completa di sciabole. La banda suonò e fu acclamata in tutta la Toscana partecipando anche ad una gara nazionale dove ottenne il secondo posto.
Ogni anno la banda organizzava un concerto in onore della Merrick, in occasione del quale il direttore della filarmonica componeva una diversa opera musicale in omaggio alla signora.
Sia della Filarmonica che della Società Operaia la nobildonna fu nominata all’unanimità presidentessa onoraria.
Fino a pochi decenni fa gli anziani la ricordavano ancora come un esempio di generosità; una volta alla settimana era solita fare l’elemosina alle famiglie più indigenti e nel giorno del suo compleanno invitava a suonare la Banda Comunale nei giardini della villa di Papiano, dove offriva a tutti vino e vin santo.
Miss Merrick, conosciuta ormai da tutti come l’Americana, trascorreva a Papiano gran parte dell’anno, dalla primavera all’autunno, con brevi soggiorni a Firenze, nei mesi invernali, e poi a Roma.
La Villa però restò sempre il suo più grande amore.
Morì a Firenze il 4 luglio 1926 e, non essendoci discendenti diretti, l'eredità della villa passò al nipote John Vaughan Merrick I, figlio del fratello John Vaughan Merrick.
Nel 1955 J.V. Merrick I vendette la proprietà a Mauro Venturini, padre dell'attuale proprietario.
* voce a cura della 2A della S.S. di primo grado "F. Berni" di Lamporecchio, coordinata dalla professoressa Angela Vescovi
Michela Cammilli, Laura Towne Merrick a Papiano. La cultura anglo-americana in Toscana alla fine dell’Ottocento, edito da Associazione culturale Orizzonti, marzo 2012
Riferimenti iconografici:
Immagini tratte dal volume "Michela Cammilli, Laura Towne Merrick a Papiano. La cultura anglo-americana in Toscana alla fine dell’Ottocento"
Voce pubblicata nel: 2023
Ultimo aggiornamento: 2023