Francesca Sanna Sulis si distinse agli occhi dei contemporanei interpretando con la sua intraprendenza la spinta riformatrice del suo tempo: la sua seta valicò il mare di Sardegna e viaggiò per vestire dame e principesse di casa Savoia, nonché la zarina Caterina di Russia che, nel ritratto conservato all’Ermitage di San Pietroburgo qui proposto, indossa proprio una sua creazione. Francesca collaborò inoltre con il conte Giorgio Giulini, nobile lombardo dai vasti interessi, insieme al quale allestì una fra le prime sfilate d’abiti. Nel libro di Ada Lai una nota indica che una di queste sfilate ebbe luogo a Villa San Martino, ad Arcore.
A Muravera la famiglia Sulis possedeva aziende agricole e allevamenti di bestiame. Crescendo, Francesca saprà far proprie le capacità gestionali della famiglia d’origine, che troveranno la massima espressione in seguito al matrimonio, a 19 anni, con Pietro Sanna Lecca, giureconsulto di Cagliari. Trasferitasi a Cagliari, si appassionerà e svilupperà la coltivazione dei gelsi, avviata dalla famiglia del consorte, sviluppando una massiccia coltura dei bachi adoperandosi nella cura e nella realizzazione di tutta la filiera produttiva: dal bozzolo, al filo, al tessuto.
Nei magazzini della casa di famiglia a Quartucciu organizza laboratori, che attrezza con telai moderni - manufatti d’avanguardia per i tempi - per incentivare la lavorazione del filato e ottenere il preziosissimo tessuto.
La sua intuizione, coniugata a un’attenzione per la società nella quale vive, offre la possibilità a una generazione di donne di apprendere un lavoro specializzato in un settore chiave. Centinaia furono le ragazze inserite nei corsi professionali, salvate dalla povertà e dalla precarietà del tempo.
Francesca produce una seta di altissima qualità, richiesta anche dai commercianti comaschi; in breve tempo il suo raggio d’affari si amplia a livello della penisola e a quello europeo.
Dal suo matrimonio con Pietro nascono tre figli: Stanislao, che diventò Abate di Santa Maria di Cea, in provincia di Sassari; Raffaele che divenne uomo di legge e
Maria Michela che contro il parere della famiglia partì per il Convento delle Cappuccine di Ozieri (Sassari) dove divenne Badessa.
Francesca muore a 94 anni. I due figli maschi erano morti e così Francesca lascia tutti i suoi averi alla Chiesa e ai bisognosi. Un passo del suo testamento ci fa comprendere la sua umanità: “In primo luogo ordino e comando che si dia sepoltura al mio cadavere nel modo più semplice e senza pompa alcuna, una volta che io muoia nel paese di Quartucciu. […]. I beni del Sarrabus, terre […] (e vigne e giardini e case), è mia espressa volontà, si divida tra quei poveri di detta Villa di Muravera i più necessitati preferendo quelli di migliore estrazione e di buoni costumi …”.
Della sua impresa, dopo la sua morte, nulla è rimasto. Le piantagioni di gelsi furono sostituite da frutteti e in breve tempo tutto quello che aveva costruito svanì senza lasciare traccia.
Lucio Spiga, Francesca Sanna Sulis, ed. Workdesign (2006)
Ada Lai – La straordinaria storia di Francesca Sanna Sulis. Donna di Sardegna, Palabanda Edizioni (2016)
MIF (Museo Imprenditoria Femminile, Donna Francesca Sulis) – Muravera: www.mifmuravera.it
Referenze iconografiche: Caterina di Russia indossa un abito realizzato con le sete prodotte da Francesca Sanna Sulis
ritratto di F.Rokotov, San Pietroburgo, Ermitage. RItratto di Caterina II, di Alexander Roslin e Fyodor Rokotov, Museo Hermitage. Immagine in pubblico dominio.
Voce pubblicata nel: 2017
Ultimo aggiornamento: 2023