Elisabetta, detta Elisa, Salerno nasce a Vicenza il 16 giugno 1873, in un contesto post-unitario ricco di cambiamenti sociali, economici e culturali legati al rapido sviluppo industriale.
Elisa Salerno, scrittrice, giornalista, editrice, studiosa, “femminista cristiana”1, come si definisce lei stessa, teologa2 e sociologa ante litteram3, cresce in una famiglia borghese che gestisce alcune proprietà immobiliari, due mulini e un’attività che si occupa di tutta la filiera di pane e pasta, dalla produzione alla vendita. Insieme a sua sorella Maria, unica superstite insieme a lei di nove figli, la giovane Elisa riceve dalla madre, Giulia Meneguzzo, un’educazione cattolica. Animo curioso e appassionato allo studio, consegue privatamente la licenza elementare, a causa di una salute fragile che le impedirà anche di adempiere alla vocazione di entrare nell’Ordine delle Clarisse.4
Continua i suoi studi da autodidatta, soffermandosi sulla filosofia, la pedagogia, l’economia, la storia della Chiesa, i primi studi sociologici, la teologia, iniziando a cercare nei suoi studi una risposta e una soluzione ai problemi che riguardano le donne e il loro ruolo nella società moderna.5 La consapevolezza dei problemi femminili nella società, nel lavoro e nella famiglia matura in Elisa Salerno negli anni che seguono la morte della madre, nel 1896, che la portano a gestire in prima persona l’attività di famiglia e a confrontarsi direttamente con il mondo del lavoro.
Tra il 1904 e il 1905 comincia a collaborare con il giornale vicentino “Il vessillo bianco”, espressione del cattolicesimo riformista vicentino e voce delle Unioni Professionali. Quando queste falliscono, Elisa Salerno si ritrova a cercare la collaborazione con “Il Berico”, la testata che invece rappresenta l’anima cattolica intransigente che si mostrerà incapace di accogliere la scrittura pungente e sagace di Salerno. Questa esperienza segnerà la necessità di trovare una propria voce, e un proprio mezzo per esprimersi.
Nel 1908 l’autrice pubblica, con lo pseudonimo di Lucilla Ardens, il romanzo a metà tra giornalismo e letteratura6 Un piccolo mondo cattolico ossia Episodi e critiche pro democrazia e femminismo, in cui riflette sulla condizione delle donne nel contesto vicentino, gli ostacoli, le limitazioni e i soprusi. Da questo scritto emergono alcuni dei tratti che caratterizzeranno tutta la produzione intellettuale di Elisa Salerno: la capacità di osservare e analizzare la realtà, la fede convinta, ma anche la ferma critica alla Chiesa per aver concesso, promosso, diffuso la subalternità delle donne, riflessa nelle condizioni di disparità cui devono sottostare nella famiglia, nel lavoro, nella società e nella Chiesa.
Nel 1909, aiutata dal padre, Antonio Salerno, avvia la sua avventura editoriale, fondando il giornale “La Donna e il Lavoro”, che si propone di essere punto di riferimento e voce delle lavoratrici cattoliche. Il giornale, come altri esempi di giornalismo femminile dell’epoca, sia in ambito laico sia cattolico, è organizzato in rubriche, e affronta temi relativi al lavoro operaio di interesse locale e nazionale. Tra queste rubriche, di particolare interesse è La Inchiesta sul lavoro delle donne a Vicenza7, realizzata dalla stessa Elisa Salerno, come attesta il carteggio con Giuseppe Toniolo8, a cui chiede di scriverne la presentazione. Toniolo riconosce nel lavoro di Salerno il valore sociologico della ricerca, prima nel suo genere in Italia a guardare alle condizioni del lavoro delle donne9: in questa inchiesta, Elisa Salerno osserva e analizza gli aspetti materiali e immateriali del lavoro, che riguardano orari, salari, mansioni, ma anche macchinari, condizioni ambientali, malattie professionali, regole e oggetti, che nel loro insieme restituiscono un quadro ricco e complesso del lavoro femminile del primo Novecento.10
Attraverso le pagine del giornale, Elisa Salerno continua anche a denunciare quello che definisce “l’antifemminismo” della Chiesa. Le sue posizioni provocano una prima rottura nel 1917, quando il giornale viene sconfessato, a seguito della diffusione, come allegato a “La Donna e il Lavoro”, dell’opuscolo Per la riabilitazione della donna, in cui Elisa Salerno dibatte criticamente gli scritti di San Tommaso. A nulla valgono le spiegazioni e la strenua difesa della legittimità delle sue posizioni: Elisa Salerno è obbligata a redigere un atto di sottomissione e, nel 1918, interrompe le pubblicazioni di “La Donna e il Lavoro”. Sempre nello stesso anno, però, inaugura una nuova testata, “Problemi Femminili”. Sebbene questo nuovo giornale si proponga di risanare il rapporto con la comunità cattolica, Elisa Salerno non cessa di rivendicare il bisogno di una Chiesa in grado di porre rimedio agli errori del passato, non sovvertendo l’ordine, ma riconoscendo la pari dignità delle donne. Nel 1924 pubblica Dottrina Cristiana sulla Donna sotto forma di Domande e Risposte, che determina, anche per questa testata, una seconda sconfessione da parte della Chiesa, nel 1925. Questa volta Elisa Salerno continua caparbiamente, senza sottomettersi, la sua impresa editoriale, in cui dilapida tutta l’eredità della famiglia. Nel 1926 pubblica gli opuscoli di Commenti critici alle note bibliche antifemministe dei primi 24 Libri Sacri cioè dalla Genesi ai 4 Sapienziali inclusive, e Commenti critici alle note bibliche antifemministe e ai catechismi dell’Ordinario della diocesi di Vicenza più un’appendice sul canto sacro delle donne.
Nel 1927 sarà infine obbligata dalla censura fascista a interrompere le pubblicazioni anche di questo giornale11. Con la fine delle pubblicazioni di “Problemi Femminili”, Elisa Salerno si ritira dalla scena pubblica, confinandosi nel 1933, insieme alle due nipoti Giulia ed Elisabetta Andolfato, figlie della sorella Maria, nell’ultima delle proprietà della famiglia Salerno, la casa in Contrada San Rocco. Nonostante l’isolamento dalla comunità cattolica, qui continua a studiare, prosegue la rilettura critica dei Testi Sacri, e continua a scrivere e a pubblicare, in questa fase utilizzando lo pseudonimo di Maria Pasini. Con questa firma pubblica le riletture di San Paolo (nel 1952 La donna in San Paolo Apostolo; nel 1954 Porrò inimicizia tra te e la donna); e si interessa alla storia della musica sacra (nel 1947 pubblica Storia della musica sacra in rapporto al diritto della donna). Del 1948 è Tre libri. I. Due sorelle – Due nature – Due sistemi, II. Dottrina Cristiana sulla Donna, III. Il Neo-antifemminismo. Il volume si compone di una prima parte che, come Un piccolo mondo cattolico, appare come uno scritto a metà tra il giornalismo e il racconto femminile. In Due sorelle – Due nature – Due sistemi Elisa Salerno si sofferma sul rapporto con sua sorella, sulla loro educazione e diversità. Il Neo-antifemminismo, il terzo dei Tre libri, è invece la trattazione dell’antifemminismo nella Chiesa e nella società, e la presentazione del femminismo cristiano come forma di miglioramento della condizione della donna e di tutta la società12.
Con la firma di Maria Pasini, viene edito anche, nel 1950, Le Tradite, un testo di denuncia sulla prostituzione e le sue cause, individuate nelle false promesse degli uomini, della famiglia, della società e della Chiesa nei confronti delle donne13.
Elisa Salerno muore il 15 febbraio 1957, circondata dall’affetto delle nipoti, ma ormai nell’oblio della comunità e in condizioni di estrema povertà. Saranno proprio Giulia ed Elisabetta Andolfato a consentire, vent’anni dopo, i primi passi della riscoperta dell’ampio lavoro di Elisa Salerno, che continua ancora oggi: dopo la morte della zia, in completa indigenza, le nipoti ricevono l’assistenza della vicina comunità di suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria, con cui stringono nel tempo un rapporto di fiducia. In virtù di questo legame Elisabetta, l’ultima delle nipoti ancora in vita, dona alla comunità delle Orsoline tutto il materiale lasciato da Elisa Salerno, con la promessa di darle degna sepoltura.
Libri, copie originali dei giornali, appunti, note e un vastissimo epistolario compongono oggi l’archivio Salerno, custodito nella biblioteca del Centro Documentazione e Studi “Presenza Donna”, a Vicenza. Grazie all’impegno della congregazione delle Orsoline S.C.M., dal 2023 Elisa Salerno riposa nel Famedio del cimitero monumentale dei cittadini e delle cittadine illustri di Vicenza.
*Questa voce è stata realizzata all’interno delle attività di disseminazione previste dal progetto di ricerca Gendering Sociology. Proposal for Research and Teaching, finanziato attraverso bando Ricerca Cariplo “Giovani Ricercatori”, Il progetto mira a riscoprire il contributo delle Early Women Sociologists, spesso trascurato nel canone sociologico.
Note
1 Lombardo, A. (2019)
Elisa Salerno: Una vita senza tregua per la causa santa della donna, Lucca, Pacini Fazzi.
2 Vaccari, M. (2010)
Lavoratrice del pensiero: Elisa Salerno, una teologa ante litteram, Torino, Effatà Editrice.
3 Noia, E. (a cura di) (2025)
Elisa Salerno. La fabbrica delle donne, Milano, Vita & Pensiero.
4 Cisotto, G.A. (1996)
Elisa Salerno e la promozione della donna, Roma, Edizioni Studium.
5 Lombardo, A. (2019)
Elisa Salerno: Una vita senza tregua per la causa santa della donna, Lucca, Pacini Fazzi.
6 Lombardo, A. (2019)
Elisa Salerno: Una vita senza tregua per la causa santa della donna, Lucca, Pacini Fazzi.
7 Cisco, M., Lazzaretto, A., Nicoletti, L., Spiller, S. (2009)
La donna e il lavoro: ieri e oggi. A 100 anni dall’edizione del Giornale di Elisa Salerno. L’oggi delle donne al lavoro, Vicenza, Ed. CTO.
8 Centro Documentazione e Studi Presenza Donna (a cura di) (2022)
Una penna inquieta: lettere scelte di Elisa Salerno, Padova, Messaggero di S. Antonio Editrice.
9 Santagati, M., Ferrari, C., Noia, E., Cornaggia, C., Medina, L. (2023) “Donne all’origine della sociologia. Il contributo alla ricerca empirica in America, in Europa e in Italia”, in AG-About gender, 12:23, pp. 249-287, 2023. DOI: 10.15167/2279-5057/AG2023.12.23.2039
10 Noia, E. (a cura di) (2025)
Elisa Salerno. La fabbrica delle donne, Milano, Vita & Pensiero.
11 Lombardo, A. (2019)
Elisa Salerno: Una vita senza tregua per la causa santa della donna, Lucca, Pacini Fazzi.
12 Dawes, H. (2014) “The Radicalization of Femminismo Cristiano in Elisa Salerno”, in
Catholic Women’s Movements in Liberal and Fascist Italy, 113-150, London, Palgrave Macmillan UK.
13 Mottin, D. (a cura di) (2015)
Le tradite: prostituzione, morale, diritti delle donne, Torino, Effatà Editrice.
Fonti, risorse bibliografiche, siti su Elisa Salerno*
Centro Documentazione e Studi Presenza Donna (1989) Il femminismo cristiano di Elisa Salerno e le sue prospettive, Vicenza, Edizioni GGS.
Cisotto, G.A. (1984) “Il femminismo cristiano di Elisa Salerno”, in Bollettino dell’archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia, 1, 17-28, Milano, Vita & Pensiero.
Cornaggia, C., Noia, E. (2025) Elisa Salerno, in Navarro-Fosar (ed.) «Más allá del canon. Mujeres en el pensamiento social», Fundacion Centra.
Gazzetta, L. (2017) Elisa Salerno, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 89. https://www.treccani.it/enciclopedia/elisa-salerno_%28Dizionario-Biografico%29/
Lombardo, A, Mottin, D. (a cura di) (2021) Il mondo di Elisa Salerno: femminista cristiana, Verona, Gabrielli Editori.
Piazza, M.G. (a cura di) (1996) Attualità di Elisa Salerno a fine millennio, Vicenza, Edizioni CTO.
Vaccari, M. (2019) Elisa Salerno: Eresia o nuova pentecoste? Una vicenda di femminismo cristiano, Trapani, Il pozzo di Giacobbe.
Zarpellon, E., Walczer Baldinazzo, A. (2019) Elisa Salerno. Femminista? Sì! Cattolica? Anche!, Padova, Becco Giallo.
Centro Documentazione e Studi Presenza Donna: https://www.presdonna.it