Charlotte – che adotterà il cognome Lennox dopo il matrimonio – nacque probabilmente a Gibilterra, nel 1730. Non ci sono notizie precise riguardanti la sua vita, ma si sa che suo padre, James Ramsay, era un capitano scozzese della Royal Navy e, a detta della stessa Charlotte, governatore delle colonie di New York, mentre sua madre era per metà scozzese e per metà irlandese. I biografi hanno cercato di ricavare informazioni del suo privato tramite i romanzi da lei scritti, che spesso assumono tratti autobiografici.
Charlotte e la sua famiglia si trasferirono a New York nel 1738; suo padre morì nel 1742, ma nonostante questo la sua famiglia decise di rimanere a New York ancora per alcuni anni, fino a quando, all’età di quindici anni, Charlotte accettò la proposta di diventare dama di compagnia della vedova Mary Luckyn a Londra. Successivamente divenne anche dama di compagnia per un'altra nobildonna, Isabella Finch, alla quale dedicò il suo primo volume di poesie, intitolato Poems on several occasions.
In quegli anni il suo scopo fu quello di cercare di occupare un posto importante a corte, ma i suoi sforzi risultarono vani a causa del suo matrimonio con Alexander Lennox, definito “un indegno e incapace scozzese”: l’unico suo lavoro di cui si è a conoscenza fu quello all’ufficio della dogana, che ottenne grazie al Duca di Newcastle, per salvaguardare la rispettabilità della moglie.
Dopo il matrimonio, Charlotte decise di intraprendere la carriera di attrice, ma con scarsi risultati.
Nel 1748, pubblicò il suo poema di maggior successo, The art of Coquetry, nella rivista «Gentleman’s magazine». In quello stesso periodo conobbe Samuel Johnson, che la considerava degna di grande stima. Non a caso quando uscì il suo primo romanzo, The life of Harriet Stuart, Written by Herself, Johnson organizzò una grande festa per lei, che riteneva una scrittrice migliore rispetto a tutte le altre sue contemporanee, come ad esempio Francis Fanny Barney. Per questo decise di introdurla all’interno della cerchia dei più importanti scrittori londinesi. Le donne del circolo di Johnson non erano però altrettanto colpite da Charlotte Lennox. Hester Thrale, Elizabeth Carter e Lady Mary Wortley Montagu la accusavano di non essere in grado di badare alla sua casa, di avere una personalità spiacevole e difficile e la consideravano poco signorile. Fu in questo ambiente che incontrò anche Samuel Richardson, che insieme a Johnson la aiutò a comporre il suo secondo romanzo, The female Quixote, or the adventures of Arabella, che divenne subito molto popolare, tanto che Henry Fielding lo recensì positivamente all’interno della rivista «Covent Garden Journal». Il successo del romanzo fu tale che vi furono varie ristampe, nel 1773, nel 1801, e nel 1808, e traduzioni, in tedesco nel 1754, in francese nel 1773 e in spagnolo nel 1808.
The female Quixote fu pubblicato anonimo e venne attribuito alla Lennox solo dopo la sua morte, anche se la maggior parte dei lettori era a conoscenza dell’ identità dell’autrice, in quanto in tutti gli altri suoi lavori apparse la dicitura “scritto dall’autore del Female Quixote”.
The female Quixote si inserisce nelle molte riscritture del capolavoro di Cervantes e durante la vita dell’autrice venne letto unicamente come una parodia dei romances. Ma, come il modello a cui si ispira - che non è certo solo una parodia del romanzo cavalleresco - Donna Chisciotte non va letto in quella chiave parodica (in particolare verso i romanzi della “Preziosa” Madeleine de Scudéry). L’eroina di Charlotte Lennox è sì imbevuta di ideali ormai screditati seguendo i quali interpreta la realtà, cadendo in continui equivoci, ma alla fine risulta essere lei a farci da tramite verso una lettura critica di una società che ha perso valori e nobili aspirazioni a cui invece Arabella rimane fedele. Malgrado i loro risvolti comici le “avventure di Arabella” ci fanno intendere quanto, malgrado le apparenze, la sua autrice condividesse i principi delle Preziose.
Giuseppe Baretti le insegnò l’italiano e altri la aiutarono a tradurre The greek theatre of Father Brumoy, il più influente studio francese sulla tragedia greca della metà del XVIII secolo. Imparando diverse lingue, Charlotte Lennox si interessò sempre di più alle fonti che utilizzò Shakespeare per le sue opere, per questo scrisse, nel 1753 Shakespeare illustrated, in cui emerge la sua preferenza per le fonti stesse rispetto alle opere di Shakespeare. Nel 1755 tradusse Memoirs of Maximilian de Bethune, Duke of Sully,che vendette un discreto numero di copie.
Il suo terzo romanzo Henrietta, uscì nel 1758 e dal 1760 scrisse per la rivista «The lady’s museum», utilizzando molti dei suoi articoli per scrivere un altro romanzo Sophia, pubblicato nel 1762.
Nel 1790 uscì il suo ultimo romanzo, Euphemia, che purtroppo ebbe scarso successo, probabilmente perché il pubblico aveva ormai perso interesse per i romanzi cavallereschi.
Charlotte Lennox ebbe due figli. Rimase molti anni lontano dal marito, tanto che nel 1793 decisero di separarsi. Da questo momento la Lennox visse il resto della sua vita in solitudine, mantenendosi con i pochi guadagni che le portava la scrittura. Morì il 4 gennaio del 1804 e fu seppellita in una tomba senza nome al Broad Court Cemetery.
Durante tutto il XIX secolo, The female Quixote rimase un romanzo abbastanza popolare e nel XX secolo studiose femministe come Jane Todd, Jane Spencer e Nancy Amstrong esaltarono il talento e l’inventiva della Lennox.
C. Lennox, The Art of Coquetry (1750)
C. Lennox, The Life of Harriot Stuart (1751)
C. Lennox, The Female Quixote, or The Adventures of Arabella (1752)
C. Lennox, Henrietta (1758)
C. Lennox, Sophia (1762)
C. Lennox, Euphemia (1790)
C. Lennox, The Sister (1762)
C. Lennox, Old City Manners (1775)
In italiano è stato pubblicato dalla casa editrice Tufani:
Le avventure di Arabella o Donna Chisciotte, traduzione di Lucia Loni, prefazione di Ornella De Zordo, Tufani 1998
La voce a lei dedicata su Wikipedia
Referenze iconografiche: Charlotte Ramsay Lennox. Immagine in pubblico dominio.
Voce pubblicata nel: 2012
Ultimo aggiornamento: 2023