Amalia Anglés Mayer de Fortuny (Badajoz, 3 novembre 1827 – Stoccarda, 1º maggio 1859) fu una soprano spagnola la cui carriera si svolse principalmente in diversi teatri europei, nell’ambito del repertorio belcantistico. Nata in una famiglia di modeste risorse, era figlia di José Anglés, musicista in un reggimento di cavalleria, e di Josefa Mayer, originaria di Tolosa. L’infanzia di Amalia fu segnata da gravi difficoltà economiche. In tale contesto, il padre si arruolò come musicista nell’esercito, circostanza che lasciò alla madre l’intero carico di Amalia e dei suoi quattro fratelli.
All’età di dodici anni fu ammessa al Real Conservatorio de Música y Declamación di Madrid, dove iniziò gli studi di solfeggio (1839) e successivamente entrò nella classe di canto di Francisco Frontera de Valldemosa, frequentando parallelamente corsi di pianoforte, declamazione, lingua italiana e accompagnamento. Nel 1847 fu nominata maestra collaboratrice di canto (ripetitrice), incarico che mantenne fino al 1851. Durante tale periodo, oltre all’attività didattica, partecipò alle iniziative del Conservatorio, comprese esecuzioni pubbliche ed esercitazioni accademiche.
Il suo rapporto con la Casa Reale si consolidò per tramite di Valldemosa, maestro di canto di Isabella II e di María Luisa Fernanda. Tale legame le consentì di partecipare a concerti organizzati presso il Palazzo Reale. Nel 1843 l’Intendente Generale della Real Casa concesse ad Anglés un pianoforte, su richiesta della stessa artista.
Nella stagione 1844–1845 intraprese l’attività di cantante professionista presso il Teatro del Circo, alternandola con esibizioni benefiche e concerti organizzati dal Conservatorio. Nel 1847 debuttò nel teatro del Palazzo Reale, con La straniera di Vincenzo Bellini. Una cronaca pubblicata da El Heraldo (27 luglio 1847) osservava come la naturale timidezza, figlia della modestia, e la turbazione inevitabile di chi si presenta per la prima volta davanti a un pubblico eletto, aggiungessero al suo talento naturale un singolare fascino difficile da spiegare, che ella seppe sostenere grazie all’ottima scuola di canto ricevuta al Conservatorio.
Nel settembre del 1851 ottenne il permesso di trasferirsi a Milano, dove intraprese la carriera internazionale e conobbe un giovane avvocato, che sarebbe poi divenuto suo marito. Si esibì al Teatro dei Filodrammatici e al Teatro Santa Radegonda, in opere quali La sonnambula, Lucia di Lammermoor e Giralda. A proposito della sua interpretazione in Lucia, la Gazzetta Musicale di Milano scrisse: «La sua voce è limpida e di grande estensione; la pronuncia, corretta; purissima la scuola» (Gazzetta Musicale di Milano, 1852, n. 38, p. 304).
Successivamente cantò a Lisbona, Londra, Parigi e Berlino. In quest’ultima città diede concerti nella Sala Kroll insieme al violinista Antonio Bazzini. Secondo la rivista francese La Musica (1856), i loro concerti a Berlino rappresentarono la collaborazione di due personalità artistiche di primo piano, offrendo un raro diletto musicale.
Nel 1858 si stabilì a Stoccarda, dove nacque la sua unica figlia. In questo periodo la sua salute peggiorò, aggravata da difficoltà economiche. Il suo antico maestro Frontera de Valldemosa organizzò un concerto benefico presso il Teatro de Jovellanos di Madrid a sostegno della cantante. Amalia Anglés morì il 1º maggio 1859, a soli trentuno anni, a causa di complicazioni post-partum.
Le fonti storiche concordano nell’evidenziare che Amalia Anglés possedeva una voce di soprano lirico, con tratti di lirico-leggera, caratterizzata da notevole bellezza timbrica, facilità di emissione e brillantezza negli acuti. Il suo stile vocale, radicato nella tradizione del belcanto, fu apprezzato tanto dalla critica spagnola quanto da quella internazionale, che la descriveva come degna erede del canto «purissimo» di Taccani, Persiani e Giuditta Pasta, nonché interprete di raffinato virtuosismo. La stampa italiana sottolineava che la sua voce, pur non essendo di grande volume, risultava uniforme, sonora e tecnicamente impeccabile, capace di riempire i teatri senza sforzo eccessivo. Il controllo delle agilità, delle ornamentazioni e dei trilli, unitamente all’eleganza scenica, rafforzarono il suo profilo di artista completa, la cui capacità espressiva compensava qualsiasi apparente limite fisico. Nel complesso, il timbro, la padronanza tecnica e la raffinatezza della sua sensibilità musicale contribuirono a consolidarne il riconoscimento quale una delle più eminenti interpreti spagnole del secondo terzo dell’Ottocento.
Fonti
El Heraldo, 27 luglio 1847, p. 3.
Gazzetta Musicale di Milano, n. 38, 1852, p. 304.
La Musica, Parigi, n. 14, 1856, p. 2.
Nota bibliografica
Navarro Lalanda, S. (2025). Amalia Anglés Mayer de Fortuny: dal Conservatorio di Madrid alla scena operistica internazionale. Acta Musicologica, 97(1), 56-76.
Gelabert y Correa, M. (1860). “Necrología”. El Mundo Pintoresco, anno III, n. 30, 22 luglio 1860, 1-2.
Reverter Gutiérrez de Terán, A. (1999). Anglés Meyer de Fortuny, Amalia. En Diccionario de la música española e hispanoamericana (Vol. 1, pp. 466–467). Madrid: SGAE.
Saldoni, B. (1868–1881). Amalia Anglés. En Dizionario Biografico-Bibliografico di Efemeridi di Musicisti Spagnoli (Tomo II, pp. 349–353; Tomo III, p. 293). Madrid: Antonio Pérez Dubrull.
Voce pubblicata nel: 2025
Ultimo aggiornamento: 2025