Architetta libera professionista si laurea al Politecnico di Milano, dove inizialmente svolge attività didattica e di ricerca. In seguito all’esperienza maturata nei gruppi femministi di autocoscienza nei primi anni Settanta cerca di coniugare nella vita e nel lavoro le due anime del suo impegno nell’architettura. La progettazione su diversi temi di edilizia pubblica (scuole) e privata (in particolare abitazioni in ambienti extraurbani) e alle diverse scale (dal quartiere al singolo mobile). Lo studio e la ricerca del rapporto tra storia dell’architettura e storia delle donne, documentata già a partire dai primi anni Settanta negli scritti pubblicati su Effe, con l’individuazione delle prime progettiste, presentate nell’ambito della mostra Esistere come donna, (Milano, 1983). Questo percorso la porta a individuare nuovi temi progettuali come La casa autopulente e a sperimentare nuovi linguaggi espressivi come in occasione del concorso per Una piazza del Duomo diversa, La riqualificazione del quartiere Tessera (Milano fine anni ’80). È in questa ottica che nella seconda metà degli anni Novanta cura per il Politecnico di Milano una serie di iniziative culturali e espositive per fare conoscere Margarete Schütte Lihotzky anche agli studenti e al più vasto pubblico italiani.