Immaginiamo di guardare alla ricostruzione della biografia di questa bella figura femminile come si potrebbe guardare a un affresco di Giotto che possiamo ammirare, oggi, nella cappella degli Scrovegni a Padova o nella Basilica Superiore ad Assisi. Nonostante i recentissimi restauri, anche in quest'ultima struttura alcune parti degli affreschi sono andate irrimediabilmente perdute.
Ecco, alla ricostruzione della vita di questa donna mancano, ad esempio, la data del giorno e del mese di nascita anche se sono riuscita a ricostruire quale fosse l'anno e il luogo in cui venne alla luce. Sicuramente avrà realizzato altre azioni benefiche, rispetto a quelle sotto riportate, ma gli archivi e i materiali da me consultati hanno fatto riemergere solo quanto sotto descritto. L'aspetto poi che mi interessa sottolineare è che ciò che sono riuscita a ricostruire su Virginia è esclusivamente filtrato dalla presenza di un uomo: il marito, il parroco, i figli maschi... eppure ha fatto tanto bene a Bazzano, un bene che ancora oggi vive.
Virginia Merighi nasce ad Anzola dell'Emilia nel 1881 da Vincenzo ed Elena Maranelli.
Il 28 novembre del 1898 sposa, ad Anzola dell'Emilia, all'età di soli 17 anni, Domenico Minelli, un facoltoso giovane, figlio di Alfonso e di Carolina Vecchi. Lui è maggiore di lei di 8 anni, Domenico, infatti, è nato il 17 dicembre del 1873 quindi, all'atto del matrimonio, ha 25 anni.
Immediatamente dopo il matrimonio, Virginia lascia la casa paterna di Anzola per trasferirsi nella dimora del marito, a Bazzano; i coniugi risiederanno nell'edificio di proprietà della famiglia del marito cioè nell'abitazione, ancor oggi denominata, la "Gabella", una bella villa a tre piani con un ricco parco arborato che la circonda, antico posto di confine tra Bologna e Modena.
Il 14 Dicembre 1899, cioè quasi esattamente un anno dopo il matrimonio, Virginia dà alla luce Alfonso a cui, essendo il primogenito maschio, come da tradizione, viene attribuito il nome del nonno paterno. La donna, poi, il 7 Febbraio 1901 darà alla luce un secondo figlio maschio a cui sarà dato il nome di Giuseppe, egli vivrà fino al 1962 spegnendosi a Bologna.
Ben presto il marito Domenico muore.
La propensione verso l'educazione e la cura dei bambini in età prescolare e l'attenzione alla scuola di lavoro per i ragazzi un po' più grandi si evidenzia col tempo, in Virginia, perché si è certi che già nel 1928 ella crea e dà forma all’Opera Pia Domenico Minelli in memoria del defunto marito.
Questa Opera Pia diviene, in un solo anno, l'unico contenitore educativo in Bazzano per i fanciulli di età compresa tra i tre e i sei anni perché alla data del 14 agosto 1929 il podestà del Municipio di Bazzano, con atto formale, dispone che dal 1° settembre di quello stesso anno sia soppresso l'asilo infantile comunale in quanto frequentato da pochi alunni e, in quella stessa data, si dà l'avvio alla convenzione con "L'Opera Pia Domenico Minelli”; pertanto si dispone che quegli alunni siano collocati presso "l'asilo infantile dell'Opera Pia Domenico Minelli", decisamente più frequentato rispetto all'asilo in chiusura (i bambini sono almeno il doppio).
A differenza dell'asilo Comunale, ove i bambini si portavano il pranzo da casa, qui Virginia riusciva a offrire la refezione scolastica a tutti i piccoli frequentanti:
"Ricordato che nell'asilo infantile comunale non viene somministrata la refezione scolastica mentre sarebbe sommamente caritatevole poter concedere questa forma di provvidenziale beneficenza specie in un paese nel quale sono preponderanti le famiglie povere, dove di fronte a nidiate di bimbi, è del tutto insufficiente a provvedere l'attività del capo famiglia, spesso interrotta da lunghi periodi di disoccupazione..."
"L'educazione nettamente religiosa impartita nell'asilo Domenico Minelli, non solo non è in contrasto, ma è favorita dalle attuali giuste direttive del Governo Fascista".
Virginia quindi viene involontariamente incontro alle necessità del Comune di Bazzano offrendo un pasto sicuro quotidiano ai piccoli ospiti, un luogo protetto e custodito e un'educazione religiosa appoggiata sia dall'amministrazione locale che dal governo nazionale dell'epoca. Per l'amministrazione comunale di Bazzano, la presenza, sul proprio territorio comunale, dell'Opera Pia fondata da Virginia Merighi Minelli è stata per anni una risorsa unica e insostituita perché, si cita nelle fonti, all'epoca il Comune non aveva locali aggiuntivi per ospitare i giovani fanciulli mentre Virginia nel 1927 acquistò l'attuale Casa del popolo in via Cerè, sempre a Bazzano, destinandola a sede per l'asilo e alla scuola di lavoro, attingendo alle sue personali finanze. L'asilo infantile Domenico Minelli era quindi composto da tre sezioni che, non ci è difficile immaginare, erano frequentate dagli alunni suddivisi per fasce d'età prescolare (in effetti è così ancora oggi).
Virginia in quest'asilo non ricopriva mansioni direttamente a contatto con l'utenza o, perlomeno, di questo non si hanno notizie documentate; ella ha provveduto alla nascita dell'Opera Pia e alla sua vita, quindi si curava di tutti gli aspetti organizzativi e logistici non escludendo quelli a carattere igienico-sanitario; certamente non operò in sostituzione del personale medico ma si curò, quando necessario, della riapertura dell'asilo stesso, ad esempio quando il podestà ne dispose la chiusura per motivi di salute pubblica. Uno di questi episodi accadde già il 16 gennaio del 1929 a causa del ripetersi di casi di “crup”, una difterite laringea virale nella quale le pseudomembrane si depositano all'interno della laringe ostruendola e provocando pericolo di asfissia. Immaginiamoci cosa potesse provocare, a svantaggio delle famiglie, spesso non particolarmente abbienti, la chiusura, sia pur temporanea, di un asilo infantile che ospitava decine e decine di piccoli ospiti.
Il 3 agosto del 1930 l'Opera Domenico Minelli, nella persona fisica del suo presidente Don Angelo Romagnoli, allora arciprete di Bazzano, acquista, tramite il Comune, un pezzo di terreno confinante con le precedenti proprietà dell'Opera stessa questo perché:
"l'Opera Domenico Minelli di Bazzano ha richiesto di acquistare l'area surriferita, essendo essa necessaria al sempre maggiore sviluppo delle proprie caritatevoli opere di assistenza all'infanzia (asilo infantile, scuola di lavoro, colonia elioterapica, dispensario materno)".
Come si vede, in pochissimo tempo Virginia, che non viene mai citata nei documenti storici per le sue opere filantropiche, e resta sempre attrice silenziosa, capace, attenta, attraverso l'arciprete o la memoria e le risorse economiche derivatele dal defunto marito, fa crescere a dismisura la propria opera caritatevole e umanitaria con l'unico scopo filantropico.
Nel 1943 Virginia ospita, a casa propria, alla Gabella, le suore Minime dell'Addolorata sfrattate dai tedeschi proprio nel periodo di maggiore crisi del secondo conflitto mondiale. Nel 1951, quando Virginia ha ormai 70 anni, l'arciprete di Bazzano, che è ancora il succitato don Angelo, acquista sempre a Bazzano, villa Diana, in via De Maria, per donarla alla chiesa. La villa diverrà il nuovo asilo infantile con annesse altre iniziative volte all’educazione morale e religiosa dell’infanzia e della gioventù. Le suore lasciano quindi la bella villa di Virginia, la “Gabella”, e si trasferiscono nella nuova sede restandovi sino al 2013. La villa era ed è inserita all’interno di uno splendido parco; dopo essere stata abitata da famiglie abbienti, è diventata la sede di quella che ancor oggi, guidata da docenti laiche, è la scuola materna parrocchiale di Bazzano nell'odierno ampliato comune di Valsamoggia.
Virginia muore il 5 maggio 1954 a Castello di Serravalle, all'epoca della sua scomparsa abitava in località Ca' di Clò a Sant’ Apollinare.
Archivio Comunale di Castello di Serravalle - Valsamoggia (Bo)
Archivio Comunale di Anzola dell'Emilia (Bo)
Emeroteca (Archiginnasio) di Bologna
In rete: testi redatti dall'archivista Aurelia Casagrande sulla Scuola Parrocchiale di Bazzano
Voce pubblicata nel: 2020
Ultimo aggiornamento: 2020