“La figlia di un duca, nipote di un’imperatrice ed ex contessa, è ora banalmente la signora Brucks”.
La vita di Maria Larisch, nata baronessa Wallersee, è indiscutibilmente tra le più rocambolesche che si possano incontrare nella cerchia degli Asburgo ed è emblematicamente riassumibile in questa derisoria definizione fornita da un giornale di Monaco all’indomani dei tragici fatti di Mayerling, momento in cui iniziò l’inesorabile declino di quella che un tempo era stata tra le stelle più brillanti della corte di Vienna. Nata scandalosamente fuori dal vincolo del matrimonio, Maria era la figlia naturale di Luigi di Baviera e dell’attrice Henriette Mendel, per la quale Luigi aveva gettato al vento titolo e privilegi di famiglia. Nonostante sembrasse a tutti che la famiglia fosse destinata a vivere sotto stelle avverse, il fato volle che proprio questo suo essere involontariamente e provocatoriamente anticonformista si rivelò essere la carta vincente per Maria, che in virtù di ciò venne già dall’infanzia presa in simpatia dalla celebre zia, l’imperatrice Sissi.
Dopo un’infanzia trascorsa nelle campagne bavaresi, Maria descrive dettagliatamente il primo incontro con la magnetica sovrana nel suo primo memoir, My past, dove la tratteggia come “la figlia del sole e del fuoco”, osservandola mentre siede intenta alla propria toilette; fu però un secondo incontro a intrecciare definitivamente i loro destini, quando, inavvertitamente, Maria assiste a una delle crisi di pianto della zia, che, dopo averle chiesto di tacere sull’argomento, ricompensò il suo silenzio con un medaglione d’oro con le proprie iniziali e la data dello speciale incontro. Ufficialmente presa sotto l’ala dell’imperatrice, venne fornita di un adeguato corredo e, dopo aver dato prova delle sue doti di cavallerizza, fu promossa al rango di dama di compagnia: Sissi però le assicurò da subito che “la mia posizione non dovrà mai innalzare una barriera tra di noi. Per te sarò sempre la zia Sissi e in te vedrò sempre la cara Maria che mi vide piangere e non mi tradì”.
Venne ben presto data in moglie al conte Georg Larisch, scelto da Sissi, la cui figura non avrebbe però mai dovuto intralciare l’adempimento delle mansioni di dama di compagnia (Maria a riguardo scriverà che questo fu più “l’adempimento di un ordine imperiale che la realizzazione dei miei sogni”).
L’unione si rivelò ben lontana dal tranquillo idillio immaginato dalla ragazza in quanto il conte, già durante la luna di miele, rivelò i suoi lati oscuri: la tendenza a irrazionali scoppi d’ira, all’ipocondria e, soprattutto, all’adulterio. Ritenendosi sciolta dai voti coniugali, Maria, dopo aver messo al mondo quattro figli (di dubbia paternità, dati i suoi numerosi flirt), decise di prendere il suo posto in società come membro non ufficiale della famiglia imperiale e come favorita dell’imperatrice: sarà proprio questa sua posizione, unitamente alla natura arrivista ed ambiziosa di Maria, a rivelarsi l’arma a doppio taglio che la ferirà mortalmente. Nell’estate del 1888, infatti, il salotto della Larisch divenne una delle mete della società di Vienna, frequentato da personaggi illustri, ma anche e soprattutto dal principe ereditario Rodolfo: intrappolato in un matrimonio infelice e afflitto da una terribile malinconia esacerbata dall’aver contratto una dolorosa forma di gonorrea, Rodolfo incontrò per merito, o per colpa, della Larisch, la giovanissima e ammaliante debuttante Mary Vetsera.
Che fosse per lusinga, obbligazione familiare o semplice lungimiranza economica nello sfruttare le situazioni a suo vantaggio, Maria favorì la relazione fra i due che da innocenti attimi rubati nel suo salotto si tramutarono presto in appassionati incontri, spesso sanciti da doni preziosi. 1
Inconsapevole dell’aver messo in moto un meccanismo inarrestabile, la Larisch, coperta l’ennesima fuga romantica dei due, ricevette sgomenta ed incredula la notizia del doppio suicidio dei giovani a Mayerling la mattina del 31 gennaio 1889.
Capì subito che il suo tempo a corte era terminato. La coppia imperiale infatti, gettata luce sulla faccenda, non perse tempo a radiare e bandire Maria da Vienna, non lasciandole nessuna scelta se non quella di rientrare nella casa di famiglia a Monaco di Baviera, dove, una volta morta l’amatissima madre e in seguito al divorzio dal marito, tentò di ricostruirsi una vita dalle ceneri della precedente. Scelse, incoraggiata dal padre, un nuovo compagno, un comune cantante di opera, Otto Brucks, ma si scontrò ben presto, abituata com’era al vivere al di sopra delle proprie possibilità economiche grazie al costante supporto dall’imperatrice, con il problema che l’avrebbe perseguitata per il resto dei suoi giorni: la mancanza di liquidità.
A corto di denaro, fece appello all’unica risorsa che le era rimasta, il suo passato, minacciando la corte di pubblicare un memoir sugli anni trascorsi a fianco di Sissi e rendendo noti quelli che il vecchio imperatore Francesco Giuseppe era solito chiamare i suoi “castelli in aria”: determinato a proteggere la figura della amatissima moglie, brutalmente assassinata solo l’anno precedente, e a tutelare l’eredità Asburgo, ormai al tramonto del suo splendore dopo secoli di storia, Francesco Giuseppe tentò di arginare la sete di denaro dell’ex contessa per dodici lunghi anni, sborsando a lei e al marito la straordinaria cifra di oltre un milione di franchi: non sarà però sufficiente.
Alle porte della Prima guerra mondiale, Maria pubblicò la prima versione di My past, in collaborazione con la casa editrice londinese Nash e la giornalista Maude Mary Chester Foulkes, un’opera incentrata sul rettificare il proprio operato nei fatti di Mayerling e sul rendere giustizia alle figure coinvolte: disgustata dalle sue azioni la devotissima contessa Marie Festetics le scriverà “non vorrai mica oscurare con il tuo veleno la luce che quella nobile creatura irradia su di noi?”.
Nonostante questi guadagni rimpinguassero le esigue risorse di Maria nel breve periodo, la Grande guerra costituì una terribile batosta, in quanto essa determinò la caduta dell’Impero. Attingendo alla sua intraprendenza, la Larisch negli ultimi trent’anni della sua vita fu: infermiera volontaria nella guerra a sceneggiatrice per i primi film su Luigi II e Mayerling, donna di fatica a New York, regina dei salotti delle nouveau riches di Park Avenue, moglie di un agricoltore di mais in Florida (da dove scrisse disperata ad un’amica che aveva ancora contatti con i Wittelsbach “sono completamente deperita dalla malnutrizione (solo latte e mais) e mi sono rifugiata in una baracca di legno senza porta”).
Infine, nella stanza numero 5 di un convento di Augusta, sua città natale, curò le sue ultimissime memorie, Kaiserin Elisabeth und ich, prima di spegnersi, sola, il 4 luglio 1940, chiudendo tristemente l’ultimo capitolo di una vita travagliata e avventurosa.
Voce pubblicata nel: 2020
Ultimo aggiornamento: 2023