«La Signorina è piccola, magra e pallida, vestita molto semplicemente» così scriveva il 1 marzo 1906 Alice Hallgarten Franchetti di Aurelia Josz, da lei particolarmente amata: si erano conosciute a Milano nel gennaio 1904, tutte e due appassionate promotrici della cultura e dell'emancipazione femminile[1].
Aurelia era figlia dell'ungherese Lodovico Josz e di Emilia Finzi. Compiuti gli studi di lettere lasciò Firenze per Milano dove dal 1906 al 1920 fu titolare della cattedra di storia e geografia nella Scuola Normale “Gaetana Agnesi” (su Gaetana Agnesi vedi voce). Ideò nuove metodologie didattiche per catturare l'attenzione delle allieve, utilizzando il teatro e realizzando con materiali cartacei, insieme a loro, un “museo” geografico e antropogeografico: sul suo innovativo metodo e la sua pratica educativa scrisse due manuali scolastici che riscossero un notevole successo[2].
Nel 1902 fondò la prima Scuola pratica femminile di agricoltura nell'orfanotrofio della Stella a Milano che verrà trasferita in una sede autonoma a Niguarda nel 1905 e che nel maggio 1909 Ada Negripresenterà con un memorabile discorso in occasione della «inaugurazione dei nuovi locali della scuola ingrandita e abbellita» come scrisse la stessa Josz che ne fu organizzatrice e direttrice a titolo gratuito fino al 1931, in parte sostenuta finanziariamente dalla “Società Umanitaria”, associazione milanese di ispirazione socialista fondata nel 1893. Particolare attenzione rivolse alle orfane interne al convitto ma la scuola ebbe anche allieve esterne, tra cui le figlie dei piccoli proprietari terrieri, spesso destinate a rimanere chiuse tra le mura di casa o a esercitare l'insegnamento, magari senza una vera vocazione. Convinta della necessità di una visione moderna dell'agricoltura, la Josz chiamò a insegnare i più importanti agronomi italiani e istituì molti corsi, tra cui bachicoltura e apicoltura, di particolare successo; nel 1921 fu la volta del primo Corso magistrale agrario per maestre rurali.
Nel 1905 compì un viaggio in Svizzera, Inghilterra, Francia e Belgio per verificare lo stato dell'educazione agraria femminile, su cui tenne al “III congresso dell'Educazione femminile” di Milano nel settembre 1906 una relazione in cui, tra l'altro, Aurelia apprezza particolarmente «le scuole pratiche agricole del Belgio» che si propone «di imitare nella prima scuola pratica agricola femminile italiana, la scuola milanese di Niguarda [...] ove con un biennio di vita collegiale spesa tra lo studio e il lavoro pratico nel campo sperimentale, nel giardino, nel caseificio, nella bigatteria, nel pollaio, lavoro fortificatore dei muscoli e dei nervi, le fanciulle si preparano al disimpegno di tutti gli uffici di massaia»[3].
Il valore del lavoro agricolo e di un ritorno alla terra era un tema d'attualità nella cultura assediata dalla rivoluzione industriale, ma anche un tema dell'ebraismo sionista: Aurelia aderì al Gruppo sionistico milanese di Bettino Levi, in qualche modo sincretizzando la sua fede sionista con quella nella cultura, nell'impegno e nel progresso, così come fecero tante altre ebree italiane dell'epoca, indipendentemente dalla loro osservanza religiosa, che ebbero caro anche un altro tema sostenuto dalla Josz: quello della pace[4].
Nella prima metà degli anni Trenta impiantò, in soli sei mesi, un'altra scuola agraria a Sant'Alessio in provincia di Roma. Il governo fascista, che le aveva dato l'incarico, inaugurò la scuola come fosse la prima del genere, escludendo la Josz e affidando il nuovo istituto ad un'altra direttrice più gradita; inoltre tolse i finanziamenti statali alla scuola di Niguarda e l'incarico di direttrice ad Aurelia che aveva rifiutato la tessera del partito fascista[5]. Nel 1931 la Josz lasciò anche l'insegnamento di storia e geografia alla Scuola statale e si trasferì dalla sorella Valeria ad Alassio dove si dedicò a scrivere due saggi di critica letteraria, mentre sull'opera cui aveva dedicato la sua vita scrisse La donna e lo spirito rurale: storia di un'idea e di un'opera[6].
Rifiutatasi di espatriare dopo le leggi razziali del 1938, il 15 aprile 1944 venne arrestata ad Alassio (Imperia); condotta nelle carceri di Marassi (Genova) e da lì deportata prima al campo di concentramento di Fossoli, poi al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove giunse, dopo un viaggio nei vagoni piombati, il 30 giugno 1944. Venne uccisa, durante le selezioni iniziali, il giorno dopo il suo arrivo.
NOTE
1. Buseghin 2013, p.47; Aurelia Josz, Fiammella francescana, «Nuova Antologia», serie V, vol. CLXIV, fasc. 990, 16 marzo 1913, pp. 278-285.
2. La storia di Roma conforme ai programmi governativi delle scuole complementari e tecniche, II edizione, Casa Tip. Editrice Ditta Giacomo Agnelli, 1899, 16 pp.; La storia d'Italia nel Medio evo, conforme ai programmi governativi delle scuole complementari e tecniche, Milano, Casa Tip. Edit. Giacomo Agnelli, 1899, 167 pp.; Lo studio della topografia nelle scuole primarie e secondarie, Venezia, Ferrari, 1908, 7 pp.
3. Josz 1907, p. 14.
4. Educazione morale e Sionnismo, «L'Idea Sionnista», IV, 11 (novembre 1904) e in L'ebraismo e la pace in «Giovine Europa», II, 5, 18 maggio 1914: cfr. Miniati 2008, pp. 130-132.
5. La Scuola agraria di Niguarda fu trasferita a Cimiano, dove rimase attiva dal 1933 al 1945, anno in cui la sede fu devastata da un gruppo partigiano; riaperta nel 1956 nella Cascina Frutteto al Parco di Monza, è tutt'ora in funzione.
6. Matteo Maria Boiardo 1434-1494, Scrittori italiani con notizie storiche e analisi estetiche, edito da G.B. Paravia & C., Torino, 1936, 125 pp.; Severino Boezio nel dramma della romanità: visione della storia, Treves, Milano, 1937, 202 pp. La donna e lo spirito rurale: storia di un'idea e di un'opera [la scuola pratica agricola femminile di Niguarda-Milano, il corso magistrale agrario per le maestre rurali], Milano, A. Vallardi, 1932, 135 pp. Altri testi della Josz: La donna nell'agricoltura. Conferenza tenuta al Circolo Gaetana Agnesi. Società femminile di cultura, 19 maggio 1900, Stab. Tip. Ditta Giacomo Agnelli, 1900, 19 pp.; Le scuole agrarie femminili all'estero: note ed impressioni di viaggio, Milano, 1905, 38 pp.; Relazione e programma della scuola pratica agricola femminile in Niguarda (Milano) nel suo 8 anno di vita, Milano, Tip. Agraria, 1910, 21 pp.
Buseghin Maria Luciana, Alice Hallgarten Franchetti, un modello di donna e di imprenditrice nell'Italia tra '800 e '900, Pliniana Editrice, Selci Lama, 2013, 128 pp./ in particolare: Aurelia Josz, pp.47-50.
D'Annunzio Paola, Aurelia Josz (1869-1944): Un'opera di pionerato a favore dell'istruzione agraria femminile, in «Storia in Lombardia», n. 2, 1999, pp. 61-96.
Josz Aurelia, L'istruzione agraria femminile, «Vita Femminile Italiana», a. I, fasc. I, gennaio 1907, pp. 6-15: p.14.
Miniati Monica, Le “emancipate”. Le donne ebree in Italia nel XIX e XX secolo, prefazione di Mario Toscano, Viella, Roma, 2008 [ed. orig. francese 2003], 300 pp.
Vita Josz Valeria, Le origini della prima scuola agraria femminile italiana nel pensiero di Aurelia Josz, Nervi, Tip. Ongarelli, 1957, 23 pp.
Il sito web della Scuola Agraria Del Parco di Monza
Referenze iconografiche: Esposta alla mostra di Siena del 2011: "Aurelia Josz, agronoma e fondatrice della prima Scuola Agraria Femminile. Deportata e uccisa ad Auschwitz, Milano 1900 circa" e pubblicata nel catalogo "Donne ebree dell'Italia unita" = "(Firenze 1869 - Auschwitz 1944) Agronoma e pedagogista, promotrice dellemancipazione femminile nelle campagne, fondò nel 1902 a Milano la prima Scuola Professionale Agraria Femminile. La scuola, rivolta allistruzione delle giovani in campo agrario e basata su lezioni pratiche di agricoltura, era fortemente innovativa dal punto di vista pedagogico e didattico. Per dissidi con il regime la Josz fu costretta alle dimissioni. Arrestata e deportata ad Auschwitz, venne uccisa il giorno dopo il suo arrivo. La sua opera invece prosegue nella Scuola Agraria che, trasferitasi nel Parco di Monza, è tuttora in funzione." Immagine per gentile concessione di Archivio Fondazione CDEC, Milano.
Voce pubblicata nel: 2012
Ultimo aggiornamento: 2023