«Erano bambine le gelsominaie più ricercate perché le loro dita, piccole dita, meglio sapevano cogliere questi fiori delicati…» (Elena Doni)
A Milazzo si coltivano i gelsomini fin dai primi anni del Novecento e questa attività costituisce una delle poche occasioni di lavoro per le donne del tempo.
I padroni d’altra parte preferiscono la manodopera femminile, perché la pagano di meno e perché le donne hanno le mani più delicate e non sciupano i gelsomini. È così che Rosaria inizia a raccogliere gelsomini all’età di 15 anni per conto della Ditta Amalia Vece.
Le condizioni di lavoro delle gelsominaie sono molto dure.
Si lavora nei campi dalle due di notte fino all’alba, perché con la luce del sole i gelsomini diventano gialli e non possono più essere raccolti.
Le gelsominaie lavorano scalze, senza cappello e grembiule, esposte all’umidità.
Se hanno bambini sono costrette a portarseli nei campi e farli dormire nelle ceste.
Anche Rosaria, che nel frattempo si sposa con Francesco Saporita e ha due figli, fa questa vita, e quando i bambini diventano più grandi aiutano la mamma a raccogliere i gelsomini per aumentare il quantitativo del raccolto, perché le donne vengono pagate a peso e non ad ore.
Negli anni ’50 cominciano le prime lotte delle gelsominaie che rivendicano condizioni di vita più umane, bilance automatiche, salario più alto e più giorni (51 giornate) di lavoro per avere diritto alla disoccupazione.
Rosaria e la madre Grazia Saporita sono alla testa del movimento e, non ricevendo risposta dai datori di lavoro, occupano per giorni, insieme ad altre lavoratrici, il Commissariato di polizia.
La Ditta Vece, per la quale lavora Rosaria, è la prima a fare qualche concessione, costringendo così le altre ditte ad adeguarsi.
Finalmente alle gelsominaie vengono forniti stivali, grembiuli e cappellini e la paga passa da 25 a 50 lire per kg di gelsomini raccolti.
Nel 1960 Rosaria matura la scelta di iscriversi al PCI, guidato all’epoca da Tindaro La Rosa, che tanta parte ha avuto,insieme alla moglie Eliana, nella lunga battaglia delle gelsominaie milazzesi.
Contemporaneamente si iscrive alla CGIL della quale diventa rappresentante sindacale. Partecipa alla vita politica e sindacale di Milazzo ed è animatrice insieme alla dirigente sindacale della CGIL Carmen Manna della tradizionale Festa della Donna che si tiene ogni anno in occasione dell’8 marzo. Tale appuntamento coinvolge migliaia di donne milazzesi, in particolare le gelsominaie che partecipano in massa con le famiglie e testimoniano ogni anno delle lotte condotte.
Rosaria raccoglie gelsomini fino alla fine degli anni ’70 e va in pensione in contemporanea con la fine della coltivazione dei gelsomini.
Della durezza del lavoro svolto porta i segni: una patologia dolorosa agli arti inferiori, comune a tutte le gelsominaie.