Nata nel primissimo dopoguerra, il 17 aprile del 1947, a Todi, in Umbria, compie la sua formazione nella bella cittadina umbra, fino alla frequenza nel liceo classico Jacopone da Todi.
All’età di vent’anni, dopo aver vissuto per un breve periodo ad Ancona, nel 1968 si trasferisce a Roma, e si iscrive alla facoltà di Filosofia.
Sono gli anni delle prime manifestazioni giovanili, delle contestazioni universitarie, delle occupazioni di scuole e di fabbriche, e in tale fervore rivoluzionario Patrizia Cavalli comincia a muovere i suoi primi passi nel mondo artistico.
Negli anni del secondo dopoguerra, nella capitale, è molto attiva la scuola romana dei poeti di quarta e quinta generazione, fervido ambiente culturale internazionale dove tengono banco accesi dibattiti sull’ermetismo con i suoi risvolti di chiusura alla società, come si può osservare nell’emergente avanguardia neorealista, osteggiata dai cenacoli poetici dell’epoca. In quel prolifico periodo nascono e muoiono numerose riviste letterarie, che spesso hanno vita breve; tra queste ricordiamo «Mercurio», «Nuovi Argomenti», «Cosmopolita», «Nuova Antologia», «Nuova Europa» e «La Fiera Letteraria».
Patrizia Cavalli conosce e diviene amica della scrittrice Elsa Morante, che ne scopre la vocazione poetica e la introduce nel fertile mondo letterario romano di quegli anni, crocevia di idee e di arte. Considerando che Elsa Morante si era separata da Alberto Moravia già nel ‘62, molto probabilmente non ebbe rapporti né con lui né con il suo entourage artistico-culturale.
Dalla solida amicizia con Elsa Morante nasce, nel 1974, Le mie poesie non cambieranno il mondo, sua prima raccolta, dedicata proprio alla Morante, che riesce a farlo pubblicare da Einaudi.
La raccolta ottiene notevole successo e la Cavalli si fa notare immediatamente per lo stile di scrittura originale e per la tensione poetica che emanano sia i suoi versi che la stessa sua figura.
Di fatti solo due anni dopo, nel 1976, Biancamaria Frabotta la inserisce nell'antologia Donne in poesia - Antologia della poesia femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi, insieme a poete della levatura di Maria Luisa Spaziani, Amelia Rosselli e Anna Maria Ortese.
Nel 1981, sempre con Einaudi, pubblica Il cielo, seguita da L’io singolare proprio mio, nel 1992.
Visto il successo raccolto, le tre prime sillogi confluiranno in Poesie (1974 – 1992), grazie all’opera di sistemazione dell’editore Einaudi.
Per onorare il teatro, altra grande passione della sua vita, la Cavalli si dedica anche alla scrittura teatrale, con Sempre aperto teatro, pubblicato da Einaudi nel 1999, e messo in scena, nel corso degli anni, sui più importanti palcoscenici italiani; una decina di anni dopo scrive anche un libretto d’opera, Tre risvegli.
Sempre nello stesso anno, appare tra le interpreti del film Conversazione italiana, diretto da Fiorella Infascelli e Alberto Arbasino, con Niccolò Ammaniti.
Nel 2006 pubblica Pigre divinità e pigra sorte, che riceve il Premio Dessì. Nel 2013 pubblica una delle sue opere fondamentali e dal tratto maturo, Datura, a cui segue, nel 2005, La guardiana, con Nottetempo edizioni. Segue, nel 2011, La patria, sempre con Nottetempo edizioni; nel 2017 pubblica Flighty matters, con la Quodlibet di Macerata, e, nel 2020, Vita meravigliosa, la sua ultima raccolta, con la quale torna a pubblicare con Einaudi, in una circolarità rivelatrice.
Il suo stile è estremamente complesso quanto semplice ed immediato l’effetto che ottiene nei suoi versi. Dietro ad un linguaggio piano, quotidiano, dal basso profilo si nasconde un apparato di ricerca stilistica e metrica, capace di ribaltare continuamente la prospettiva di lettura e che costringe a procedere in una sorta di apprensione sospesa, di suspense emotiva. Una poesia che sollecita i sensi e l’intelletto, che carezza sia la parte solipsistica che quella razionale di ognuno di noi. Versi che si ribaltano continuamente su loro stessi, apparentemente in libero volo, ma con un tragitto perfettamente segnato che il lettore è chiamato a scoprire a poco a poco, a smontare e a reinterpretare.
Rosalia Gambatesa, una delle massime conoscitrici della poesia di Patrizia Cavalli, afferma che per lei scrivere è interrompere il tempo lineare, sempre in limine, con il ciclo del corpo che fa da sismografo, nel farsi e disfarsi del pensiero come espressione di una moderna forma di resistenza al moderno.
Continuativamente, nel 2013, insieme alla cantautrice Diana Tejera, realizza il libro-disco Al cuore fa bene far le scale, edito da Voland-Bideri. Con lei e la cantautrice jazz Chiara Civello, scrive il brano E se, Premio Betocchi 2017.
Unica poeta vivente ad aver ricevuto il premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei, nel 2019 scrive il suo primo e unico romanzo, Con passi giapponesi, che vince il Premio Campiello. Nello stesso anno traduce per Einaudi, Anfitrione di Molière, Sogno di una notte di mezza estate e Otello di William Shakespeare.
Si spegne a Roma, dopo una lunga malattia, il 21 giugno 2022, lontana dai riflettori del mondo artistico. Immediatamente la notizia rimbalza sui social media e sulla stampa nazionale, che le tributano onori. Riportiamo qui alcuni versi da Poesie:
“tu mi vorresti come uno dei tuoi gatti castrati e paralleli: dormono in fila infatti e fanno i piatti solo di nascosto quando non li vedi. Ma io non sarò mai castrata e parallela. Magari me ne vado, ma tutta di traverso e tutta intera”.
Ruggero Guarini ha definito la poesia della Cavalli una “mistura tra erotismo e purezza, audace tenerezza, candore intelligenza, saggezza e futilità. Leggerezza e profondità, allegria e mestizia, azione, strafottenza concretezza e grazia. Accortezza, negligenza, serietà e buffoneria. Gentilezza e brutalità, delicatezza e sfacciataggine, innocenza e maturità. Eternità, sprezzatura, esattezza, fugacità. Difficile quindi inquadrarla in modo univoco”; abbiamo le poesie a testimoniare la grandezza artistica e la capacità di coinvolgimento emotivo della straordinaria poeta umbra, erede di Jacopone da Todi, che molto farà parlare di sé.