«Se tutto ciò che faccio quando scrivo romanzi (o qualsiasi altra cosa scriva) non parla del villaggio o della comunità o di voi, allora non parla di niente. […] Trovo che l'arte migliore sia politica, e che si debba essere capaci di renderla al contempo indubbiamente politica e irrevocabilmente bella[1] .»
Scrittrice afroamericana, vincitrice del premio Nobel per la letteratura nel 1993, Toni Morrison ha contribuito a riscrivere e a diffondere la storia della sua comunità, dando voce in particolare alle donne, protagoniste silenziose di secoli di oppressione. Per i temi trattati e il valore anche politico della sua opera, è considerata dalla critica un'autrice postcoloniale.
Chloe Anthony (o Ardelia? sul suo vero secondo nome le fonti divergono) Wofford nasce il 18 febbraio 1931 a Lorain, città industriale dell'Ohio dove i genitori sono emigrati per sfuggire al razzismo del profondo Sud. Di famiglia operaia, si dimostra fin da bambina un'ottima studentessa, amante della lettura, forse anche grazie alla passione per le storie popolari assorbita dai genitori. Studia alla Howard University di Washington – in questo periodo inizia a farsi chiamare Toni – e si specializza quindi in letteratura inglese alla Cornell University, con una tesi su William Faulkner e Virginia Woolf.
Tra il 1955 e il 1964 insegna in due università, sposa l'architetto giamaicano Harold Morrison, ha due figli e divorzia. Sempre in quel periodo, inizia a scrivere; tra i suoi primi progetti figura un racconto che diventerà il suo primo romanzo, The Bluest Eye, pubblicato nel 1970.
Dal 1964 al 1983 lavora come redattrice presso l'editore Random House di New York, seguendo la pubblicazione di numerosi autori afroamericani. Nel 1974 cura l'edizione di The Black Book, raccolta di documenti storici sulla schiavitù e sulla vita quotidiana degli afroamericani nei secoli passati: da una tragica vicenda di cronaca, quella di una schiava fuggiasca che uccise la figlia pur di non farla ricatturare dal padrone, trarrà poi spunto per scrivere il suo romanzo più famoso, Beloved, del 1987.
In parallelo, continua a insegnare in varie università, fino a ottenere la cattedra intitolata a Robert F. Goheen nella prestigiosa università di Princeton, dove fino a pochi anni fa ha insegnato scrittura creativa.
«Non la lascerò andare mai più. Le spiegherò tutto, anche se non devo. Perché l'ho fatto. Perché se non l'avessi uccisa io sarebbe morta e questo non avrei potuto davvero sopportarlo. Quando glielo spiegherò, lei capirà, perché capisce già tutto.[2]»
Il primo dei suoi romanzi viene pubblicato nel 1970: The Bluest Eye è la storia tragica di Pecola Breedlove, una bambina nera che vorrebbe avere gli occhi azzurri per sentirsi amata e accettata. Seguono Sula, del 1973, che racconta l'amicizia tra due donne all'interno di una comunità nera di provincia; Song of Solomon, del 1977, imperniato sulla ricerca di sé e del proprio passato da parte del giovane Milkman Dead; Tar Baby, del 1981, che descrive il rapporto tra Son e Jadine, due giovani neri di origine molto diversa. Beloved, del 1987, che affronta la pesante eredità della schiavitù e del razzismo attraverso una vicenda dal forte impatto emotivo, è anche il primo romanzo di una trilogia a carattere storico che comprende i successivi Jazz (1992) e Paradise (1999). Romanzi indipendenti e stilisticamente molto diversi, costituiscono ciascuno l'affresco di un'epoca della storia afroamericana: Beloved la schiavitù e la Ricostruzione, Jazz il fermento degli anni Venti e la grande migrazione verso il Nord, Paradise il movimento per i diritti civili e il Black Power. Le opere successive sono Love, del 2003, e A Mercy, del 2008, incentrato su Florens, una giovane schiava nell'America del XVII secolo. In parallelo, Toni Morrison ha scritto anche un volume di critica letteraria (Playing in the Dark, 1992), alcuni libri per bambini (con il figlio Slade Morrison), un testo teatrale (Recitatif, del 1983), un libretto d’opera (Margaret Garner, del 2005) e numerosi saggi e articoli su svariati argomenti (soprattutto letteratura, politica, femminismo, attualità); il suo ultimo romanzo, Home, è atteso nei prossimi mesi.
«Visto? Hai ragione. Anche a minha mãe. Sono diventata una selvaggia ma sono anche Florens. In pieno. Non ricevo perdono. Non offro perdono. Nessuna compassione, amore mio. Nessuna. Mi senti? Schiava. Libera. Io resisto.[3]»
Nelle opere di Toni Morrison ritornano con insistenza alcuni temi fondamentali: il valore della memoria, l'importanza della comunità, la forza femminile; dai suoi testi emerge chiaramente la volontà di dire il mondo dal suo punto di vista di afroamericana e di donna, in opposizione dialettica tanto alla cultura dominante bianca quanto al potere maschile, anche all'interno della comunità nera. Attraverso la scrittura, ha aperto un'altra prospettiva sulla società e sulla storia degli afroamericani, e offerto una cornice di dignità alle tormentate vicende della sua gente, e in particolare alle donne, grandi protagoniste dei suoi romanzi. Alle prese con una duplice oppressione, quella del razzismo e quella del maschilismo, esse vengono descritte e indagate in una grande pluralità di aspetti: il loro ruolo nella società afroamericana, l'amicizia tra donne, la sorellanza, il rapporto uomo-donna, la maternità, la crescita e l'autonomia personale.
Se i temi sono pressoché costanti, lo stile dei suoi romanzi è invece molto variegato. Negli anni, Toni Morrison ha sperimentato molte soluzioni linguistiche e narrative: per esempio, nella trilogia dedicata alla storia degli afroamericani, Beloved è caratterizzato da una forma particolare di realismo magico, di matrice africana; Jazz cerca di riprodurre in letteratura l’andamento musicale, appunto, di un brano di jazz; Paradise è una polifonia di voci femminili che narrano ciascuna un frammento della vicenda. Anche nella scelta della lingua si esprime la stessa ricerca e ricchezza: è evocativa, ricca di immagini, impiega l'inglese parlato dagli afroamericani sia in dialoghi informali sia in passi indiscutibilmente poetici, azzarda scelte inconsuete (in A Mercy, la lingua della giovane protagonista, frammentaria e vivida, è di fatto inventata), richiede impegno ai lettori ma li ripaga con immagini folgoranti e memorabili.
Per tutti questi motivi, nel corso degli anni le opere di Toni Morrison hanno ottenuto un successo crescente di critica e di pubblico e numerosi riconoscimenti, dal premio Pulitzer per Beloved nel 1988 al Nobel per la letteratura del 1993, conferito a un'autrice «che, in romanzi caratterizzati da forza visionaria e spessore poetico, dà vita a un aspetto essenziale della realtà americana», come recita la motivazione. Da allora, Toni Morrison è diventata una sorta di monumento vivente della cultura americana, nonché un riferimento importante per tutta la comunità nera degli Stati Uniti.
NOTE
1. Toni Morrison, Rootedness, The Ancestor as Foundation (1984), saggio contenuto in H.L. Gates, N.Y. McKay, The Norton Anthology of African American Literature, W.W. Norton & Company, 2004, p.2290. La traduzione della citazione è mia.
2. Toni Morrison, Amatissima, postfazione e cura di Franca Cavagnoli, traduzione di Giuseppe Natale, con un saggio di Alessandro Portelli, Frassinelli, 1996, p.370.
3. Toni Morrison, Il dono, a cura di Franca Cavagnoli, traduzione di Silvia Fornasiero, Frassinelli, 2009, p.171.
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Gates, Henry Louis Jr., Appiah, K.A. (a cura di), Toni Morrison – Critical Perspectives Past and Present, New York, Amistad Press 1993
Tally, Justine (a cura di), The Cambridge Companion to Toni Morrison, Cambridge; New York, Cambridge University Press, 2007
(Autore non specificato), Toni Morrison, in Voices from the Gaps, University of Minnesota
Opere di Toni Morrison edite in Italia:
L'occhio più azzurro (The Bluest Eye, 1970), traduzione di Luisa Balacco, Milano, Frassinelli 1994
Sula (Sula, 1973), traduzione di Antonio Bertolotti, Milano, Frassinelli 1991
Il canto di Salomone (Song of Solomon, 1977), traduzione di Franca Cavagnoli, Milano, Frassinelli 1994
L'isola delle illusioni (Tar Baby, 1981), traduzione di Delfina Vezzoli, Milano, Bompiani 1982
Amatissima (Beloved, 1987), postfazione e cura di Franca Cavagnoli, traduzione di Giuseppe Natale, con un saggio di Alessandro Portelli, Milano, Frassinelli 1996
Jazz (Jazz, 1992), traduzione di Franca Cavagnoli, Milano, Frassinelli 1993
Giochi al buio (Playing in the Dark, 1992), traduzione di Franca Cavagnoli, Milano, Frassinelli 1994
Paradiso (Paradise, 1998), traduzione di Franca Cavagnoli, Milano, Frassinelli, 1998
Chi ha più coraggio? La formica o la cicala? (Who's Got Game?, 2003, con Slade Morrison), traduzione di Franca Cavagnoli, Milano, Frassinelli 2003
Amore (Love, 2003), traduzione di Franca Cavagnoli, Milano, Frassinelli 2004
Il dono (A Mercy, 2009), a cura di Franca Cavagnoli, traduzione di Silvia Fornasiero, Milano, Frassinelli 2009
Referenze iconografiche: Ritratto di Toni Morrison per il retro di copertina del suo primo racconto The Bluest Eye (1970). Foto di Bert Andrews. Fonte: https://www.pbagalleries.com/view-auctions/catalog/id/148/lot/40827/The-Bluest-Eye. Immagine in pubblico dominio.
Voce pubblicata nel: 2012
Ultimo aggiornamento: 2023