«Se t'hanno assomigliato alla volpe sarà per la falcata prodigiosa, pel volo del tuo passo che unisce e che divide, che sconvolge e rinfranca il selciato…»

Impossibile parlare di Maria Luisa Spaziani senza citare Eugenio Montale, Nobel per la letteratura nel 1975, che a lei aveva dedicato i Madrigali privati.

Nata a Torino nel 1922 da Ubaldo Spaziani, titolare di un’attività nel settore dolciario e da Adalgisa, originaria di Mongardino d’Asti, si forma in un ambiente colto e aperto. Negli anni Trenta frequenta il Circolo filologico di corso Valdocco e inizia a scrivere i suoi primi articoli sul giornale di cronaca «Pietro Micca» e poi sulla «Gazzetta del Popolo». Dopo gli studi commerciali, prende il diploma di maturità classica e, nel 1942, insieme a un gruppo di intellettuali torinesi, fonda la rivista di poesia «Quaderni del girasole» che diventa poi «Il dado. Quaderni di poesia letteratura filosofia». Il sipario della relazione con Montale si apre sul palcoscenico del Teatro Carignano di Torino nel 1949, a una conferenza in cui lui è relatore, lei spettatrice. Montale è già il poeta di Ossi di seppia e de Le occasioni, Spaziani si è laureata in Lingue all’Università di Torino con una tesi su Proust ed è la giovane direttrice del Dado. Quando il sommo poeta viene presentato alla “piccola direttrice” – come l'aveva soprannominata Virginia Woolf inviandole un capitolo de Le onde – la rimprovera bonariamente per non averlo mai invitato a collaborare; Spaziani che non avrebbe mai osato tanto, non si fa mancare il coraggio di invitarlo a pranzo a casa sua per il giorno successivo. I genitori di Maria Luisa accoglieranno con affetto e divertimento l’insolito ospite che prenderà a frequentare assiduamente la figlia.

Sebbene Montale vivesse già con Drusilla Tanzi che sposerà nel 1962 e Spaziani si è da poco fidanzata con Elèmire Zolla, che sposerà nel 1958, il loro rapporto speciale va avanti per circa un quindicennio ed è costellato da influenze e aiuti reciproci. Gli interessi in comune sono subito evidenti: Proust, Hölderlin, Rilke, Eliot. Ma la composita formazione di Maria Luisa era iniziata molto presto spaziando da Collodi a Dickens, da Ippolito Nievo ad Amalia Guglielminetti, da Ada Negri a Cervantes. Insieme traducono, si scambiano consigli, inseriscono nelle rispettive poesie parole e immagini nate durante i loro incontri.

Nell’ottobre del ’49 Spaziani figura nell’antologia Poeti scelti, curata da Giuseppe Ungaretti e Davide Lajolo. Nel 1950 lavora a Milano come ufficio stampa di una ditta anglo-cinese e inizia a collaborare a numerose testate giornalistiche («Milano Sera», «Il Tempo», «La Stampa») e riviste di spicco («Epoca», «Botteghe oscure», «Nuovi Argomenti»). Nel 1953 è a Parigi con una borsa di studio alla Sorbonne, Montale la raggiunge come inviato del «Corriere della Sera». Ogni sera si incontrano all'imbocco del ponte del Louvre e costeggiando la Senna passano le ore a chiacchierare. Da Eugenio Maria Luisa approfondisce Boutroux, Bergson e la filosofia dell'ultimo Ottocento, mentre il poeta si abbevera alla fonte della giovinezza della sua amica. Ma ad accomunarli è soprattutto una grande leggerezza, la voglia di ridere e giocare, il desiderio di cercare situazioni buffe o paradossali nel grigio del quotidiano.

Quando Maria Luisa si trasferisce a Roma iniziano ad allontanarsi, la reciproca curiosità letteraria e umana va smorzandosi. «Gli amori non durano se non nei versi che gli dedichiamo» è la chiosa di lei a una storia di grande arricchimento umano e culturale, ma più vicina all’amicizia che alla passione amorosa.

Nel frattempo erano già accadute molte cose nella vita di Spaziani: il viaggio in America nell’estate del ‘55 dove aveva incontrato Ingeborg Bachmann, la pubblicazione in tiratura limitata di Primavera a Parigi (1954), quasi contemporaneamente al vero esordio poetico: Le acque del sabato (1954), dove riprendeva un’antichissima immagine ebraica per sottintendere una poesia come contemplazione, immobilità, serena distensione o catarsi; il matrimonio con Zolla nel 1958, sciolto dopo solo due anni; la nascita della figlia Oriana Lorena nel 1964, sul cui padre ha tenuto sempre il massimo riserbo.

La poesia, per Spaziani, è fin da subito un modo per dare ordine al caos dell’esistenza, per ricordare, per contemplare, per meravigliarsi. «Tutti i miei titoli - si legge nelle note di commento a Tutte le poesie - sono state immagini o metafore per poesia. Poesia significa infatti contemplare da un privilegiato punto di osservazione ciò che scorre e passa, tessere favole sulla memoria più o meno involontaria, complicità, riscatto, metamorfosi, trovarsi in perfetta calma al centro della confusione, fino al trasparente Transito con catene e al più emblematico di tutti: Geometria del disordine, che esprime il tentativo, ancora, di ordinare su una cifra espressiva il caos dell’esistente».

All’attività di poeta, Spaziani ha affiancato quella di traduttrice, dall’inglese, dal tedesco e soprattutto dal francese: Flaubert, Gide, Yourcenar tra gli altri. Ha insegnato Lingua e letteratura tedesca e poi Lingua e letteratura francese all’Università di Messina, sviluppando un rapporto intenso con la Sicilia, una terra che amerà molto e da cui trarrà spesso ispirazione. Tre volte nominata al Nobel per la Letteratura, ha vinto il Premio Viareggio per la poesia nel 1981.

Nel corso della sua lunga vita (è morta a Roma nel 2014) ha lasciato un segno importante, consegnandoci un’ideale genealogia femminile che va dalla Giovanna d’Arco del poema omonimo (1990) alle scrittrici del passato, Dickinson, Achmatova, Cvetaeva, Pozzi, Weil, oltre alle già citate Negri e Guglielminetti, intervistate in Donne in poesia (1992), senza tralasciare la raccolta di racconti La freccia (2000) e i testi per il teatro, raccolti in Teatro comico e no (2004).

Dovremmo sentirci ripetere più spesso uno dei versi più evocativi di La stella del libero arbitrio (1986):

«Se uso la parola è per pregarti di ascoltare il mio fondo silenzio».


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Maria Luisa Spaziani

Maria Luisa Spaziani, Tutte le poesie, Mondadori, I meridiani, Milano 2012.
Maria Luisa Spaziani, Montale e la Volpe. Ricordi di una lunga amicizia, Mondadori, Milano 2011.
Marialaura Simeone, Amori letterari. Quando gli scrittori fanno coppia, Franco Cesati Editore, Firenze 2017.

Il fondo Maria Luisa Spaziani presso l’Università di Pavia, Centro di ricerca interdipartimentale sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei (Pavia, PV) voluto da Maria Corti
https://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA008730/

https://www.lipperatura.it/gli-amori-durano-solo-nei-versi-laddio-a-maria-luisa-spaziani/
https://www.raiplaysound.it/audio/2022/03/RPS-Italiane-Ep40-Maria-Luisa-Spaziani-5b66c8a6-8982-44fa-8f4c-d2bfa8131502.html




Voce pubblicata nel: 2016

Ultimo aggiornamento: 2024