Era il 25 marzo 1911 a New York e Frances Perkins stava passeggiando a Washington Place. Ad un tratto dalle finestre dell’ottavo, nono e decimo piano del grattacielo Ash Building, dove si trovava la fabbrica della Triangle Shirtwaist, iniziò ad uscire del fumo denso e scuro e sui davanzali iniziarono a salire tante ragazze in preda al panico, che tentavano di sottrarsi al fuoco. Quando però le fiamme cominciarono a lambire le loro lunghe gonne nere, alle sventurate non restò che gettarsi nel vuoto. Cadevano una dopo l’altra. Morirono 146 persone, di cui 129 donne.
Frances era lì tra la folla muta ed attonita e, molto più avanti negli anni, dichiarò in una sua lezione all’Università: “Non dimenticherò mai il gelido orrore che pervase tutto il mio corpo. Poggiai le mani sulla mia gola e mentre assistevo a quelle scene terribili mi resi conto che non potevo in alcun modo aiutare quelle povere donne; e questa considerazione per me fu la cosa più straziante”.
Da quel giorno Frances giurò a se stessa che avrebbe fatto di tutto affinché simili tragedie non si verificassero mai più e dedicò la sua intera vita alla lotta per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori in generale ed in particolare delle lavoratrici, che erano le meno tutelate e le più sfruttate.
Frances era nata a Boston il 10 aprile 1880. Nel 1902 si era laureata in Sociologia e nel 1910 aveva conseguito un master in Scienze Politiche alla Columbia University.
Nel 1913 si sposò con Paul C. Wilson, un economista assistente del sindaco di New York, ma lei decise di mantenere il suo cognome da nubile, temendo di perdere “il riconoscimento sociale” che si era faticosamente conquistata.
Iniziò a lavorare come ispettrice di fabbrica a New York facendo parte dei vari comitati ispettivi che si costituirono dopo l’incendio della Triangle e verificando personalmente le condizioni di sicurezza e di salubrità delle altre fabbriche manifatturiere.
Nel 1918 assunse la carica di direttrice esecutiva del Maternity Center Association che forniva aiuto e supporto alle donne in stato di gravidanza per cercare di far calare l’alto tasso di mortalità infantile di quei tempi, dovuto spesso alla malnutrizione.
Si impegnò inoltre per sottrarre tante ragazze allo sfruttamento e alla prostituzione.
Nel 1928 fu nominata Segretaria del Lavoro negli USA sotto la presidenza Roosevelt, diventando così la prima donna al mondo a ricoprire questa carica.
Dobbiamo alle sue competenze e alla sua caparbietà l’introduzione delle leggi sul salario minimo, sull’indennità di disoccupazione e sull’erogazione di benefit alle fasce più povere della società.
Inoltre elaborò e fece approvare una lunga serie di norme di prevenzione degli incidenti sul lavoro. Saranno proprio queste leggi che in seguito ispireranno la legislazione del lavoro in tutti i Paesi del mondo, ma il suo nome ed il suo impegno sono stati vergognosamente ignorati, per molto tempo, dai libri di storia americana.
Frances asseriva che era necessario sviluppare e sottostare al principio etico secondo il quale era ingiusto che un uomo o una donna operosi potessero vivere e morire nella miseria.
Per tutta la vita agì sempre disinteressatamente, senza mai percepire guadagni esosi o riconoscimenti prestigiosi e, fino a settantatré anni, per mantenersi e assicurare le cure al marito gravemente ammalato, insegnò in diverse Università, tra cui la Cornell University.
Si spense a New York il 14 maggio 1965. Quindici anni dopo il Congresso americano diede il suo nome ad un edificio del Dipartimento del Lavoro a Washington: il Frances Perkins Building.
Ripeteva sempre: “Le condizioni precarie della sicurezza nei luoghi di lavoro possono uccidere come un fucile”.
Ester Rizzo, Camicette Bianche, Navarra Editore 2014 (Pagg. 79-80)
Sul web:
https://www.gwu.edu/~erpapers/teachinger/glossary/perkins-frances.cfm
https://trianglefire.ilr.cornell.edu/
https://blog.dol.gov/2013/09/05/frances-perkins-and-the-new-deal/
Referenze iconografiche: Frances Perkins, 1905. Autore: Harris & Ewing, photographer. Fonte: United States Library of Congress's Prints and Photographs division Immagine in pubblico dominio.
Voce pubblicata nel: 2015
Ultimo aggiornamento: 2023