Riverita e detestata, riformatrice e conservatrice, l’eminente vittoriana nasce durante un soggiorno dei genitori, ricchi proprietari terrieri, a Firenze: da qui il nome Florence, poi abbreviato in Flo. Del resto la sorella, nata a Napoli l’anno prima, aveva ricevuto quello di Parthenope, abbreviato in Parthe. Le ragazze crescono in Inghilterra, fra la tenuta di Embley Park dove Flo si sente prigioniera - scrive nel diario e a conoscenti -, quella estiva di Lea Hurst, e gli appartamenti di Londra due volte all’anno per i ricevimenti. Una governante insegna loro musica, recitazione e ballo; William impartisce alle figlie lezioni di greco, latino, italiano, francese, tedesco, storia, filosofia e matematica. L’impegnativo corso di studi appassiona Flo e la lega al padre, ma annoia Parthe che si ribella e si rifugia da Fanny. Devota e possessiva verso la sorellina, Parthe aiuterà poi la madre nei suoi tentativi di frustrarne le imprese, considerate non confacenti a una signora. In età di matrimonio Flo respinge ben tre pretendenti, l’ultimo dei quali sposerà Parthe. A 17 anni si era sentita “chiamata da Dio a servire l’umanità” e a 24 annuncia alla famiglia che diventerà infermiera. All’epoca è un lavoro da sguattere con una reputazione di brutalità e alcolismo, Fanny e Parthe sono scandalizzate e lo saranno sempre. Trovano inammissibile che una giovane perbene si immerga nei “libri azzurri”, i primi rapporti sulla salute pubblica inglese pubblicati dal 1844 al 1852. Nel 1847 William finanzia invece il viaggio della sua prediletta - in compagnia degli amici Charles e Selina Bracebridge - attraverso l’Italia, l’Egitto, la Grecia e la Germania. A Roma, Flo incontra l’uomo politico Sidney Herbert del partito conservatore, intermittente ministro per la guerra dal 1845 al 1861; con lui stringe un’amicizia che durerà con qualche screzio fino alla morte premature di lui. A Kaiserswerth, vicino a Dusseldorf, visita un ospedale per i poveri gestito da diaconesse luterane, che descrive con ammirazione in The Institution of Kaiserswerth on the Rhine, e nel quale torna pochi mesi dopo come studentessa per prendere il diploma di infermiera.
Nel 1853 lascia definitivamente Embley Park. Il padre ha deciso di versarle una pensione annua di 500 sterline (circa 40.000 euro del 2010), perché possa essere indipendente, abitare a Londra e prendere la direzione di un ricovero per gentildonne prive di risorse. Con il contributo della zia Mai, sorella del padre, lo rinnova da cima a fondo - impianti idraulici, biancheria, vitto, contabilità - e forma il personale. L’esperimento su piccola scala le sarà presto utile.
Nel 1854 l’Impero britannico, alleato della Turchia, entra in guerra contro la Russia che vuol conquistare Costantinopoli, e manda una spedizione in Crimea. I primi successi sono seguiti da notizie allarmanti sui soldati feriti e malati lasciati morire senza assistenza. Il 21 ottobre, con l’autorizzazione di Sidney Herbert, di nuovo ministro della guerra, Flo parte insieme a 38 infermiere tra cui la zia Mai per Scutari, sede dell’ospedale militare britannico. Trova diecimila soldati in condizioni disumane di sporcizia e di abbandono che si contagiano l’un l’altro con malattie infettive; mancano tutte le attrezzature, persino l’acqua è razionata, I rifornimenti sono rallentati da regolamenti assurdi, e gli alti ufficiali si disinteressano di truppe divenute inutilizzabili. La storia è nota: lavorando giorno e notte con il suo seguito, Miss Nightingale impone procedure igieniche e razionali. I comandi militari non tollerano di veder usurpata la propria autorità. Cercano di sabotare il successo dell’intrusa, un’arrogante, e screditarla presso il suo amico ministro, ma è appoggiata in patria dal quotidiano «The Times» che narra della “Signora della Lampada”, l’angelo che anche di notte veglia e assiste.
L’angelo torna nel 1855 a Londra e chiede che una commissione indaghi sull’assistenza medica militare, mentre un comitato presidiato dal duca di Cambridge raccoglie donazioni per un fondo Nightingale. Aiutata da Harriet Martineau, scrittrice e giornalista affermata, e dalla sua cerchia di intellettuali, Miss Nightingale esige anche una riforma completa della sanità militare. Si ammala di brucellosi, si riprende anche se resterà inferma, per il momento riparte per la Crimea a battagliare contro l’alto comando, indaga sulla sanità pubblica e militare in India, rientrare a Londra, scrive dossier per le sottocommissioni parlamentari e ministeriali nelle quali le donne non son ammesse e circa 15 mila lettere: a politici, personalità influenti, giornalisti e a un notevole di numero di parenti. Forma un proprio “cabinetto” strategico di amici e sostenitori che appoggiano i suoi progetti, mantengono i contatti con i politici e, soprattutto, raccolgono i dati clinici che lei analizza e, per rendere le statistiche comprensibili ai non addetti, rappresenta in grafici suggestivi: le famose “torte” e istogrammi più sofisticati. Dei progressi della medicina sa poco, crede nelle virtù salvifiche dell’igiene, di un ambiente sano e di una dieta appropriata, non nei microbi, eppure il suo best-seller Notes on Nursing che distingue tra terapia e assistenza, resta tuttora valido.
Perennemente esausta e instancabile, nel 1860 realizza un sogno: la Training School of Nursing all’interno dell’ospedale St Thomas di Londra (oggi The Florence Nightingale School of Nursing and Midwifery del King’s College). Accetta soltanto le 15 candidate migliori, ma è una svolta: alle infermiere è riconosciuta una professionalità diversa da quella medica e altrettanto indispensabile. Non retribuita, è ancora una professione per gentildonne che non devono guadagnarsi da vivere. L’anno prima Miss Nightingale era stata eletta Fellow of the Royal Statistical Society, la prima di altre onorificenze concesse per la prima volta a una donna che amava definirsi “un uomo d’azione”. Fedele a poche amicizie femminili, circondata da uomini che tratta alla pari e ai quali impartisce spesso ordini spazientiti (perfino Sidney Herbert non era mai abbastanza solerte), nelle sue lettere critica spesso le donne. Eppure da ventenne, quando rifletteva su come tradurre in pratica la chiamata ricevuta da Dio, aveva scritto Cassandra, un breve saggio nel quale esprimeva il timore di restare inascoltata e contestava le convenzioni sociali che riducono le donne alla pigrizia mentale e a sottovalutare le proprie capacità. Non era certo il suo caso.
Nel 1861, diploma la prima infermiera americana e fa da consulente agli stati dell’Unione che stanno combattendo contro la Confederazione una sanguinosa guerra civile. La richiesta era arrivata da Simon Cameron, ministro della guerra, e dalla sovrintendente degli infermieri militari che aveva appena nominato: Dorothea Dix detta “l’angelo dei campi di battaglia”. A Natale però, Miss Nightingale sembra in punto di morte. Non cammina più, bisogna trasportarla di stanza in stanza. Lentamente le tornano le forze, ricomincia a scrivere saggi e rapporti densi di statistiche per invocare più servizi sociali. Si trasferisce a Mayfair, un quartiere elegante di Londra, dove riceve pochi visitatori tra i quali l’amica di gioventù Elizabeth Blackwellcon la quale fonda nel 1869 il Women’s Medical College di New York. Sebbene viva da reclusa, la sua fama cresce. Nel 1872 Henry Dunant crea la Croce Rossa Internazionale ispirato, dice, dal lavoro di lei, e nel 1883 la regina Vittoria le conferisce la Croce Rossa Reale e la formidabile Miss Nightingale che dileggiava il gusto maschile per le medaglie, la accetta. Per fede monarchica o sfinimento? A 75 anni perde la vista, è costretta a letto, e il 13 agosto 1910 si addormenta verso mezzogiorno per non svegliarsi più.
Giles Lytton Strachey, Florence Nightingale, in Eminenti Vittoriani, Rizzoli, 1988, <a
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http://www.bartleby.com/189/201.html "target="_blank"> (link al testo completo) testo originale, 1918, Bartleby
Manzoni E., A cent’anni dalla morte di Florence Nightingale: un’eredità che prepara il futuro. In «L’infermiere»,
1(2): 9-11, 2010
Manzoni E. (1996). Storia e filosofia dell’assistenza infermieristica. Milano, Msson 1996
Mowbray P., Florence Nightingale and the Viceroys London, Haus publishers, 2008
Sul sito della Croce Rossa Italiana
Referenze iconografiche: Florence Nightingale, foto di H. Lenthall, London. Immagine in pubblico dominio.
Voce pubblicata nel: 2012
Ultimo aggiornamento: 2023