Ho conosciuto Claire Voisin nel 1988 a un convegno di Geometria algebrica. Era uno dei primi convegni (forse il primo) a cui partecipava. Mi colpì, oltre che per la cultura che dimostrava (ventisei anni!), per il piglio: sicura di sé, lo sguardo diretto, seria, rigorosa, lucidissima. Nei ventitré anni trascorsi da allora, Claire non è cambiata molto, vestita sempre molto casual, blue jeans e camicetta, solo lo sguardo è più dolce. Sposata con il matematico Jean-Michel Coron, madre di cinque figli, oggi Claire Voisin è un personaggio di primissimo piano nel mondo della matematica, pluripremiata, autrice di libri divenuti rapidamente testi di riferimento, invitata nei centri di ricerca di tutto il mondo e ai convegni più importanti. All’ultimo ICM - Congresso Internazionale dei Matematici - svoltosi a Hyderabad nell’agosto 2010, sono stati invitati a parlare come conferenzieri principali sia lei sia il marito, un evento davvero eccezionale: l’ICM si tiene ogni quattro anni e l’essere invitati a tenere una conferenza plenaria è un onore che spetta a pochi, una ventina soltanto, per risultati di straordinaria importanza.[1]
Le coppie di coniugi sono abbastanza numerose nella comunità scientifica, basti pensare a Pierre e Marie Curie. Un marito che sia anche lui scienziato può capire meglio una moglie impegnata nella ricerca scientifica: il suo sguardo vuoto quando non riesce a staccare la testa dal problema su cui sta lavorando, le sue assenze per andare ai convegni, ma anche la sua gioia incontenibile quando un articolo le viene accettato da una rivista prestigiosa. E un marito ricercatore può essere più ben disposto a condividere con la sua compagna gli impegni legati alla casa e ai figli.
Benché entrambi a Parigi, Claire Voisin e Jean-Michel Coron lavorano in istituti diversi, e soprattutto sono diversi i loro campi di ricerca: la teoria del controllo lui, un ramo della matematica con dirette applicazioni nell’industria, la geometria algebrica lei, matematica “pura”. Così lei stessa parla del suo campo di ricerca, la «topologia delle varietà algebriche complesse», in un’intervista rilasciata in occasione del Clay Research Award, vinto nel 2008 [2][3]: «…prendi la superficie di una sfera, puoi ritagliarla in modo da ottenere dei triangoli con i lati curvi. Il risultato è che puoi ricoprire la sfera con triangoli, che a loro volta potrebbero essere (dopo averli un po’ deformati) le facce di un altro solido, una piramide, per esempio. Dal punto di vista della topologia, una sfera e una piramide sono identiche – anche se un’affermazione di questo punto è assurda dal punto di vista della geometria algebrica! Si può fare una costruzione simile anche a partire da una ciambella con uno o più buchi, la si può “triangolare” e il risultato è uno “scheletro” fatto di triangoli attaccati assieme lungo i lati. … I dettagli precisi richiedono parole come omeomorfismo, simplesso, funzioni trascendenti, ecc., difficili da spiegare ai non specialisti, ma l’idea è chiara: muovendoci tra geometria topologica, algebrica e complessa, possiamo avere una molteplicità di prospettive di uno stesso oggetto, che corrispondono ad approcci matematici diversi. L’aspetto eccitante del nostro lavoro è proprio questo continuo muoversi da un punto di vista all’altro per ottenere risultati in uno o nell’altro campo. … C’è una forte spinta creativa in matematica».
Direttrice di ricerca al CNRS, l’analogo francese del nostro Consiglio Nazionale delle Ricerche, Claire Voisin ha ottenuto notevoli riconoscimenti, ultimo dei quali l’elezione a membro dell’Académie de France. Questi riconoscimenti sono dovuti agli importanti risultati ottenuti in problematiche legate a classiche congetture sui cicli algebrici di Hodge, Grothendieck, Bloch, ma anche in geometria simplettica e geometria algebrica classica, usando spesso lo strumento della teoria di Hodge. Ma qual è il suo segreto? Come da lei stessa dichiarato [4], è l’insoddisfazione, non essere mai appagata da quanto fatto e, di conseguenza, non fermarsi mai, voler sempre andare avanti in cerca del miglioramento. Atteggiamento che richiede una forza e un’energia non comune, tanto più se si alterna il lavoro di ricerca a una vita di famiglia altrettanto “impegnativa”. «A casa non parliamo mai di matematica!», dice Claire [2] , ciononostante la figlia maggiore ha scelto di seguire la strada dei genitori, studiando anche lei matematica.
Per una volta, la storia di Claire Voisin non è una storia di rimpianti e delusioni, ma è la storia di una donna che ha avuto l’opportunità di seguire la sua inclinazione, ha portato avanti la sua carriera con tenacia e ha avuto le soddisfazioni che meritava.
NOTE
1. Etre conférenciers pléniers à l’ICM: Claire Voisin et Jean-Michel Coron.
2. Charline Zeitoun, Claire Voisin, artiste of the Abstract, CNRS International Magazine, n. 13, Aprile 2009.
3. Clay Mathematics Institute, Clay Research Award.
4. Impression: Claire Voisin où la force de l'insatisfaction.
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Referenze iconografiche: Claire Voisin all'evento Women in Science organizzato da L'Oréal-UNESCO nel 2019. Foto di Fondation L'Oréal. Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.
Voce pubblicata nel: 2012
Ultimo aggiornamento: 2023